Gli «outlet village» conquistano i nuovi consumatori cinesi
I consumatori vogliono poter comprare con calma in ambienti protetti
La spinta del Governo cinese ai consumi interni con il taglio dei dazi all’import di beni di lusso stranieri, un nuovo modo di concepire l’investimento nel real estate e il rischio-falsi legato agli acquisti online hanno aperto ampi spazi di manovra al fenomeno degli outlet.
Ne nascono ovunque, anche nelle città di terza e quarta fascia, tutte strutture che spingono a spendere in Cina con l’acquisto di prodotti di qualità che si possono scegliere unendo allo shopping attività di svago spesso concepiti per l’intera famiglia.
Del resto i negozi del centro delle grandi città sono spesso vuoti, gli shopping mall altrettanto, visitare un outlet, cioè un luogo dove trovare prodotti della moda e del food di importazione a prezzi più ridotti diventa un nuovo elemento di attrazione. Non solo acquisti, dunque, ma anche un luogo in cui trascorrere il tempo libero. L’esperienza, tipica delle aree occidentali, sta contagiando anche i cinesi, specie quelli benestanti della classe media che vogliono poter comprare in tutta calma, in un ambiente protetto.
Le ragioni del successo
Non è ancora chiaro quanto gli sconti decisi dal Governo di Pechino abbiano inciso sulle decisioni di spesa dei cinesi, per gli addetti ai lavori è ancora presto per capire se quel flusso di acquisti che prendeva la strada dell’estero attraverso il turismo orientato allo shopping è stato ri-orientato sul mercato interno, quel che è certo è che gli outlet in Cina spuntano come funghi offrendo continuamente occasioni di acquisto più o meno certificate.
Le dogane cinesi sono tutt’ora oberate da valanghe di spedizioni legate al traffico degli acquisti crossborder, un segnale chiaro che i prodotti vengono acquistati online all’estero (grazie anche in certi casi all’aiuto di chi è oppure va all’estero), gli uffici sono letteralmente intasati da ordini di spedizioni da evadere, tuttavia gli outlet offrono un’alternativa agli acquisti di questo tipo relativamente sicura e gradevole. E a prezzi più ragionevoli.
Il ruolo del real estate
Certo, perché ci sia un outlet è necessario che ci sia un rapporto di almeno sei negozi per un negozio nell’outlet e questo in Cina spesso è una condizione difficile da essere soddisfatta, tanto è vero che accanto ai big del settore esistono anche outlet meno quotati che si riforniscono sul mercato delle importazioni parallele, una zona grigia specie per quanto riguarda la parte fiscale.
«La svolta nella gestione del real estate – dice Luca Cavallari, consulente, esperto di fashion, da un decennio in Cina, a Pechino – ha aperto grandi possibilità al settore. Destinare un’area alla costruzione di un outlet è diventato un modo per minimizzare le prescrizioni di Pechino che ora pretende destinazioni d’uso diverse da quelle storiche alle quali i developer erano abituati».
Le competenze
La crisi dei negozi tradizionali ha dato un contributo all’accelerazione del fenomeno, società come Outlet China offrono consulenza ai locali specie dal punto di vista immobiliare e strategico. La stessa esperienza occidentale è intervenuta a colmare una serie di lacune, e gruppi collaudati hanno mosso negli ultimi cinque anni i primi passi in Cina, mettendo a disposizione la loro cultura dell’outlet.
Oggi in Europa com’è noto chiudono sempre più negozi, gli outlet sono diventati il modo in cui fare shopping. Gli stessi marchi della moda sanno che è negli outlet che si faranno i migliori fatturati.
Questa tendenza adesso è sbarcata qui, una terra in cui i duty free non decollano e chi vuole acquistare certi prodotti è costretto a viaggiare anche in Asia in Corea, Giappone, Singapore alla ricerca di aree tax free.
L’organizzazione
Quello che davvero è diventato un plus qui in Cina è l’organizzazione del contorno degli outlet stessi, ovvero l’ambientazione in grado di attirare visitatori per soggiorni anche più lunghi di un mordi e fuggi di routine.
Con le città intasate di traffico, gli shopping mall tutti uguali, trascorrere del tempo in ambienti fuori dalla cerchia interna e in un contesto a tema può essere una soluzione molto valida. In questo momento pur nella differenza delle proposte, vince l’Italia delle città di provincia, oppure il mix di stili urbani occidentali, oppure la vicinanza a parchi di divertimento a tema. C’è una Cina che vuol spendere, aiutarla a farlo per molti è diventata la mission.