Il Sole 24 Ore

Dalle staminali alla nuova plastica, viaggio nella terra degli inventori

L’Italia che innova: Bologna, Parma, Reggio e Sassuolo un quadrilate­ro che vale 27,5 miliardi di export

- di Paolo Bricco

«Come prima scintilla, all’inizio della nostra attività, alcuni operatori stranieri ci hanno ceduto l’utilizzo esclusivo di cinque brevetti. Li hanno dati a noi, che eravamo appena nati, e nona una multinazio­nale di un altro Paese, perché hanno riconosciu­to la leadership italiana nella fermentazi­one naturale batterica. E, noi, non avevamo consapevol­ezza di questa grande specializz­azione».

Marco Astorri, presidente di Bio-on, ha insediato la sua azienda sette anni fa in una ex conigliera, a Minerbio, vicino a Bologna. Una cosa quasi poetica, fra la distruzion­e creatrice di Joseph Schumpeter e le sceneggiat­ure di Tonino Guerra. Il mito california­no e americano si fonda sull’immagine ultra-evocata del garage. Il racconto – troppo spesso sottaciuto – dell’innovazion­e – non solo emiliano-romagnola, ma italiana – passa anche dalle conigliere. In sette anni quella vecchia coniglie rasi è trasformat­ain un laboratori­o degno degli eredi di Giulio Natta. Qui si lavora sulla plastica biodegrada­bile e biocompati­bile, che ha sviluppato un polimero antico di cento anni, ma poco usato dall’industria internazio­nale.

Il battesimo del mercato è atteso nel 2016. E ci è voluto praticamen­te un anno dalla registrazi­one del prodotto. Ma a partire dal prossimo anno arriverà sul mercato quello che, nel contempo, è il primo prodotto in Europa a base di cellule staminali, per curare lesioni della cornea; un successo tutto emiliano (maturato dall’impegno di un colosso della farmaceuti­ca di Parma e dell’Università di Modena e Reggio Emilia); un esempio virtuoso di collaboraz­ione pubblico-privata.

C’è tutto questo dietro Holocar, la prima terapia avanzata a base di cellule staminali approvata in Europa e nata dalla collaboraz­ione fra il Gruppo farmaceuti­co Chiesi (1,34 miliardi di fatturato nel 2014 e investimen­ti in R&D pari al 18% del fatturato) e ricercator­i di fama come Michele De Luca e Graziella Pellegrini dell’Università di Modena e Reggio Emilia.

«Già una decina d’anni fa – ha spiegato Andrea Chiesi, director R&D Portfolio di Chiesi Group – ci siamo chiesti come affrontare il futuro, evidenteme­nte in continua evoluzione per un’azienda farmaceuti­ca». La risposta è stata quella di concentrar­si su innovazion­e e ricerca «perché i rami bassi sono stati già raccolti».

È così che nel 2008 nasce lo spin off universita­rio Holostem Terapie Avanzate. Da una parte ricercator­i dell’Università di Modena e Reggio Emilia, dall’altra un’azienda che nel 2014 – stando allo scoreboard della Ue – si è classifica­ta prima fra le aziende farmaceuti­che italiane per investimen­ti in ricerca e sviluppo e settima fra tutte le aziende italiane. Tra l’altro la Chiesi già aveva sperimenta­to la collaboraz­ione pubblico-privato con il Karolinska Institutet di Stoccolma. Da questo connubio è nato il Curosurf: un salvavita ospedalier­o per i neonati pretermine con problemi respirator­i, ricavato dai polmoni del maiale.

Con Holocar si va, primi in Europa, sulle cellule staminali. Il trattament­o consiste nel prelevare una piccola porzione di cellule staminali dall’occhio, fare crescere queste cellule in laboratori­o e, non appena si forma un “foglio” cellulare, trapiantar­lo nell’occhio danneggiat­o. Una speranza che arriva dal cuore dell’Emilia.

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