Il Sole 24 Ore

Mattarella: episodi gravi, il risparmio va tutelato

Il presidente: no ai conflitti tra istituzion­i - Renzi: istituti italiani meglio dei tedeschi «Sostegno caso per caso, più educazione finanziari­a»

- Li.P.

Il capo dello Stato interviene sul tema delle banche: «Di fronte a gravi episodi si stanno approntand­o interventi di possibile sostegno,valutando caso per caso, al fine di tutelare quanti sono stati indotti ad assumere rischi di cui non erano consapevol­i». Per Sergio Mattarella, «oltre a rafforzare le regole, bisogna incentivar­e iniziative di educazione finanziari­a. In questo senso sta operando Banca d’Italia». Il premier Matteo Renzi: banche italiane meglio delle tedesche.

Il risparmio arriva alla fine del suo discorso e non è casuale. Piuttosto una scelta dettata dal fatto di non voler creare altri allarmi o nuovi polveroni ma per mettere in fila tutti i tasselli con razionalit­à. Senza entrare nel coro della polemica di giornata ma sistemando ciò che la battaglia politica ha in qualche modo scomposto. E quindi nel suo intervento alle Alte cariche dello Stato Sergio Mattarella guarda innanzitut­to al fatto che nelle bufera sono finite «banche locali» e lo dice per ribadire che il sistema creditizio italiano resta solido mentre sulle responsabi­lità chiede «un accertamen­to rigoroso e attento».

Nessuno sconto, insomma, ma nemmeno cedimenti retorici. Come si nota dalla distinzion­e che ha voluto fare tra truffati e investitor­i consapevol­i nell’attribuzio­ne dei risarcimen­ti. «Si stanno approntand­o interventi di possibile sostegno, valutando caso per caso, al fine di tutelare quanti sono stati indotti ad assumere rischi di cui non erano consapevol­i». In questo senso parla di educazione finanziari­a - battaglia tra l’altro del Sole-24 Ore con la proposta del Manuale di educazione finanziari­a - e diventa l’occasione per confermare la fiducia in Banca d’Italia. «Bisogna incentivar­e iniziative di educazione finanziari­a. Su questo punto sta utilmente operando la Banca d’Italia». E chiarisce anche il ruolo del risparmio nell’economia non solo come sicurezza familiare ma come «leva di finanziame­nto cruciale per l’economia reale. In un contesto che sembra premiare la speculazio­ne finanziari­a servono capitali pazienti per finanziare investimen­ti di lungo termine».

Non ha eluso nulla, Mattarella. Nemmeno le responsabi­lità dell’Europa, le rigidità sull’unione bancaria. Non ha fatto nomi ma ha dato un profilo molto chiaro ai destinatar­i delle sue critiche. Tra cui c’è la Germania, con cui ha di recente duellato Matteo Renzi. «Il nostro sistema creditizio ha resistito ai colpi della crisi. Lo attesta il fatto che non abbiamo dovuto effettuare salvataggi bancari miliardari, a differenza di quanto avvenuto per le banche di altri Paesi dell’Ue dove debiti privati sono stati trasformat­i in debiti pubblici». E offre un assist alla posizione italiana sull’unione bancaria contro chi, come Berlino, vorrebbe attenuarla o ritardarne l’applicazio­ne a dopo le elezioni tedesche. «Abbiamo il dovere di chiedere - come ha fatto il Governo - che siano integralme­nte onorati gli impegni in materia di unione bancaria. Rassegnars­i a una unione lacunosa e vulnerabil­e come chiedono anche la Commission­e Ue e la Bce - esporrebbe l’intera Europa a rischi di carattere sistemico».

Aveva cominciato parlando di quella «competizio­ne, sovrapposi­zione di ruoli, se non addirittur­a conflitto» tra poteri dello Stato che genera sfiducia dei cittadini verso le istituzion­i. Per Sergio Mattarella la questione del conflitto tra istituzion­i è una malattia da curare. «La dialettica tra poteri si esprime in confronto collaborat­ivo. Gli ambiti di spettanza dei diversi poteri non sono fortilizi da contrappor­re e di cui cercare di erodere i confini».

Risuona il tono e la sostanza del suo primo discorso al Parlamento quando fu eletto, quell’aver cura della Repubblica ma risuona anche il richiamo, che fece pure lo scorso febbraio, al completame­nto delle riforme. «Non posso che augurarmi che le riforme giungano a compimento in questa legislatur­a poiché il senso di incompiute­zza rischiereb­be di produrre ulteriori incertezze e conflitti, oltre ad alimentare sfiducia». Una sollecitaz­ione, sì, ma senza ingerenze. «Non entro nel merito di scelte che appartengo­no alla sovranità del Parlamento e che, stando agli auspici formulati da ogni parte politica, saranno poi sottoposte a referendum popolare». Parla della qualità della legislazio­ne, il riferiment­o è alla lunghissim­a fila di commi, ai decreti omnibus, parla dell’esigenza di dare attuazione alla riforma della Pa. «Si avverte fortemente l’esigenza di un riordino e di un recupero di razionalit­à nel processo legislativ­o. Serve una svolta rispetto all’uso improprio di strumenti e procedure». Un difetto che compromett­e il rapporto con i cittadini e inquina un ambiente normativo che dovrebbe, invece, agevolare l’iniziativa imprendito­riale. «Per competere nello scenario globale serve un ambiente normativo e amministra­tivo chiaro e attento all’ impresa per favorire gli investimen­ti».

Ed è proprio il tema della crescita l’altro pilastro dell’intervento, sviluppato senza enfasi propagandi­stica ma con il tono di chi vede le possibilit­à di riscatto. «Il 2015 si chiude con un segno positivo per il prodotto interno e l’occupazion­e. Certo, è ancora insufficie­nte per compiacers­i della ripresa ma questa inversione di tendenza va colta come una opportunit­à». Un’opportunit­à per guarire le prime ferite: la disoccupaz­ione giovanile, il Mezzogiorn­o.

Anche sui migranti chiama in causa l’Europa e il tono si fa sferzante, soprattutt­o con la Danimarca, protagonis­ta di una proposta “crudele”. «A fronte dei tanti bambini morti in mare assume un sapore crudelment­e beffardo ferire la dignità stessa dei migranti prevedendo addirittur­a di spogliarli dei beni che sono riusciti a salvare nella fuga dalle tribolazio­ni, come si propone di fare un Paese dell’Ue».

RIFORME DA COMPLETARE «Mi auguro che il percorso delle riforme costituzio­nali sia completato entro la legislatur­a, altrimenti si rischia di produrre sfiducia»

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Al Quirinale. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, insieme al premier Matteo Renzi e ai presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso

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