Il Sole 24 Ore

Lo stallo di Madrid accende il dibattito sull’Italicum

- An. Mari.

pL’esito incerto delle elezioni spagnole riapre in Italia la polemica sull’Italicum, la nuova legge elettorale entrata in vigore a maggio ma che sarà applicata solo dal 1° luglio 2016. Da una parte il premier Matteo Renzi mette in luce la bontà del nuovo sistema di voto che, con ballottagg­io e il premio di maggioranz­a, avrebbe garantito la governabil­ità rendendo impossibil­e una impasse di tipo spagnolo. Dall’altra la minoranza Pd e l’opposizion­e criticano l’effetto distorsivo della nuova legge elettorale: con l’Italicum applicato al risultato spagnolo, un partito con un quarto dei voti avrebbe ottenuto la maggioranz­a assoluta dei seggi.

«È la Spagna di oggi, ma sembra l’ Italia di ieri », ha commentato ieri Renzi. «Con la legge elettorale abbiamo cancellato ogni balletto post-elettorale. Sia benedetto l’ Italicum, d avvero, che, lo ricordo, funziona così: con la nuova legge elettorale, approvata su impulso del nostro Governo a maggio 2015, ci sarà un vincitore chiaro. E una maggioranz­a in grado di governare». Nel merito dei risultati dei partiti spagnoli, in primis l’affermazio­ne di Podemos, il premier ha detto che «bisogna capire se l’Europa si renderà conto che una miope politica di rigore e austerità non ci porta da nessuna parte. Questo dirò nei prossimi mesi». Il presidente della Commission­e Ue Jean-Claude Juncker ha comunque sottolinea­to: «Il Pp è il primo partito, gli altri hanno fatto il risultato che hanno fatto, spetta alle autorità spagnole vedere cosa farepe rassicurar­e un governo stabile ».

Sull’Italicum, la minoranza Pd ha subito criticato il premier. Non è affatto «benedetto», secondo Pier Luigi Bersani: «Attenzione a mettere camicie di forza, le pentole a pressione hanno bisogno di una valvola di sfogo. Pensare che Rajoy, con il 28%, potrebbe prendere tutto e governare (grazie ad un sistema elettorale tipo-Italicum, ndr) significa non aver capito quello che accade. È il caso di riflettere bene». Tuttavia, il vicesegret­ario Pd Lorenzo Guerini, ha subito stoppato la minoranza: «L’Italicum non è in discussion­e. È un punto di equilibrio tra rappresent­anza e governabil­ità».

Sul risultato spagnolo il presidente della Toscana, Enrico Rossi, ne ha approfitta­to per bocciare il partito della nazione: «La lezione della Spagna per il Pd: alla larga dalle grandi intese e dal partito della nazione e, invece, guardare di più a sinistra, ai ceti deboli della società».

E proprio a sinistra, si attacca il premier sull’Italicum: «Evidenteme­nte dalle parti di Palazzo Chigi è importante e giusta una legge elettorale che serve a vincere anche quando non ci sono i voti. Noi invece pensiamo che vada rigenerata la democrazia perché senza democrazia è impossibil­e governareu­n Paese e farlo nel modo giusto », ha affermato Nicola F ratoi anni( Sinistra Italiana ). Anche Forza Itali ah aletto in maniera diversail risultato spagnolo :« Sostenere un pensiero come“Benedetto Italicum” si può giustifica resolo se apparentat­o alla” Santa ignoranza” di chi lo articola», ha attaccato Anna Maria Bernini. Per i due capigruppo azzurri, Paolo Romani e Renato Brunetta, «l’avvento nel panorama politico dei cosiddetti partiti di protesta, e non di costruzion­e, ha messo in crisi il sistema bipolare in molte nazioni europee: il voto in Spagna è solo l’ ultimo esempio in ordine temporale. Questa è una vera e propria sfida ai partiti costruttiv­i e propositiv­i, a cui Forza Italia non può presentars­i divisa al suo interno da inutili polemiche».

Duro il commento sul voto spagnolo da parte del leader leghista Matteo Salvini: «O l’Europa cambia o continua a prendere schiaffoni ovunque. Noi in Italia, purtroppo, abbiamo uno schiavo pagato da Bruxelles e prima ce ne liberiamo meglio è». In merito all’Italicum, Roberto Calderoli ha attaccato :« Dileggi che regalavano­la maggioranz­a di seggi anche a chi non ha vinto ne ricordiamo già un’altra, nel Ventennio, e anche quella garantiva la governabil­ità ed evitava il caos post elettorale che oggi c’è in Spagna».

Per i 5 stelle, al di là della legge elettorale (l’attuale Italicum, sondaggi alla mano, assicurere­bbe di fatto al M5S il ballottagg­io), il vero dato è che «il cambiament­o in Italia siamo noi». Così i parlamenta­ri 5 stelle: «Il voto in Spagna dimostra che c’è una forza anti-sistema più forte dei burocrati europei, ma che ovunque è ancora legata ai vecchi partiti. In Italia invece c’è un Movimento oltre le ideologie, oltre la destra e la sinistra il M5S ha aperto una rivoluzion­e culturale senza precedenti».

VISTO DA BRUXELLES PerJean-Claude-Juncker, presidente della Commission­e, «ilPpèilpr imo partito, spetta alle autorità spagnole assicurare ora un governo stabile»

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy