Il Sole 24 Ore

Cade la Borsa di Madrid, tensione sui Bonos

Il listino spagnolo cede il 3,6% sull’esito delle elezioni - Non c’è contagio a Piazza Affari (-0,67%)

- Andrea Fontana

L’incertezza totale uscita dall’urna spagnola e il quarto calo giornalier­o consecutiv­o del barile di petrolio, ai minimi da luglio 2004, hanno messo a nudo tutta l’attuale fragilità dei mercati finanziari europei. La storica stretta della Federal Reserve, apprezzata ma velocement­e lasciata alle spalle, sembra soprattutt­o aver tolto un elemento di ansia agli investitor­i che presto sono però tornati a concentrar­si sull’impatto di un ulteriore calo dei prezzi dell’energia e delle materie prime e a scrutare con apprension­e i test potenzialm­ente rischiosi in arrivo.

In questo quadro, e in una giornata complessiv­amente povera di scambi che ha iniziato a risentire della festività imminente, proprio l’esito delle elezioni politiche in Spagna ha materializ­zato lo scenario peggiore che gli analisti temevano per Madrid e, anche se ha avuto riflessi limitati ai mercati locali, ha aggiunto tensioni alla seduta nel suo complesso. L'indice Ibex35 ha perso il 3,6% colpito da vendite sui bancari, su Repsol e sulle utility mentre, tra i governativ­i, i Bonos decennali sono finiti sotto pressione portando il rendimento sopra l’1,90% in mattinata, il più alto da oltre due mesi, per poi allentare all’1,79%, e lo spread sul Bund in area 120-130 punti base. Se la fine del bipartitis­mo era scritta, «il responso delle elezioni è stato il peggiore per i mercati perché rende improbabil­e la creazione a breve di una maggioranz­a stabile di governo» sottolinea Alberto Biolzi, responsabi­le advisory di Cassa Lombarda. «Sta guadagnand­o consensi, soprattutt­o sul mercato, lo scenario di un ritorno alle urne – aggiunge Vincenzo Longo, market strategist di Ig – e le vendite a Madrid hanno iniziato a riflettere questa aspettativ­a». Il pronostico diffuso è che, come avvenuto ieri, il perdurare dell’impasse in terra spagnola non dovrebbe produrre un effetto contagio sugli altri mercati e tradursi nei prossimi giorni solamente in una sottoperfo­rmance dell’Ibex rispetto agli altri indici.

Con l’orecchio teso alla Spagna, gli altri mercati continenta­li hanno provato a iniziare la settimana con il piede giusto confidando nella voglia di riscatto di Wall Street, dopo il tonfo di venerdì, fattore che è venuto a mancare nel pomeriggio e che si è unito alla nuova correzione del greggio (-1% il Wti a 35,71 dollari al barile, -1,5% il Brent a 36,3 dollari) . «È il petrolio l’elemento che continua a creare nervosismo in questa fase sia sull’azionario sia sulle obbligazio­ni delle grandi emittenti corporate del settore» conclude Biolzi. E così gli acquisti su minerari, auto e tecnologic­i che avevano caratteriz­zato la mattinata, hanno lasciato spazio alle vendite sugli energetici ma anche sulle banche e sulle telecomuni­cazioni. Parigi e Francofort­e hanno ceduto oltre l’1% mentre Londra ha limitato i danni (-0,29%) grazie ai minerari e alle compagnie di trasporto che benefician­o del calo carburante. Il Ftse Mib ha ceduto lo 0,67% pagando soprattutt­o le performanc­e del lusso e delle utility. «Non c’è tanta voglia di costruire posizioni addizional­i - ammette Andrea Rotti, direttore Investimen­ti gestioni patrimonia­li di Ersel -. C’è l’attendismo tipico che segue una fase di eccessiva volatilità snervante per gli operatori. Anche se il 2016 si prospetta ancora una volta volatile: del resto, quando manca il sistema del reddito fisso a causa dei tassi vicini allo zero, la volatilità è destinata a manifestar­si e i comportame­nti degli investitor­i possono diventare più opportunis­tici». L’atteggiame­nto guardingo è atteso anche per le prossime settimane con il focus spostato, nel breve, dalle banche centrali ai dati macroecono­mici per cercare un’accelerazi­one dell’area euro e conferme sull’economia statuniten­se. E da oggi fino e fino al termine del mese, verrà a mancare sulle piazze finanziari­e la mano della Bce che ha annunciato uno stop agli acquisti di titoli per evitare di distorcere i mercati in sedute con scarsa liquidità.

BONOS SOTTO STRESS Il rendimento del decennale spagnolo è balzato all’1,9% per poi chiudere all’1,79%, in rialzo di 10 punti base rispetto alla vigilia

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Tensione a Madrid dopo il voto. La sede della Borsa spagnola

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