Il Sole 24 Ore

Via Nazionale: le banche ponte non saranno vendute già a gennaio

- R.Boc.

Lo ha ribadito ieri anche il presidente della Repubblica: mai come in questo momento è necessaria un’azione di educazione finanziari­a, che rafforzi la consapevol­ezza dei risparmiat­ori. Bankitalia ne fa un punto centrale per una strategia di rafforzame­nto della fiducia, insieme alla trasparenz­a e al rispetto delle regole. Anche per questo motivo e per diradare la nuvola d’incertezza generata dal salvataggi­o delle quattro banche(Banca Marche, Banca Etruria, CariFerrar­a e CariChieti) avvenuto con un cambio profondo delle consuetudi­ni italiane, dettato dalle nuove regole europee, la banca centrale ha pubblicato sul suo sito 10 risposte alle 10 domande avanzate dai risparmiat­ori a proposito del decreto salvabanch­e.

Si tratta prevalente­mente di risposte a quesiti tecnici avanzati dai detentori di obbligazio­ni. Ne emergono però alcuni elementi che possono aiutare a far chiarezza nelle discussion­i di questi giorni. Ad esempio, viene sottolinea­to che le quattro banche-ponte nate dalla Risoluzion­e di Banca Marche, Banca Etruria, Carife e CariChieti non saranno vendute entro gennaio, come qualcuno ha creduto. «La vendita delle banche avverrà rapidament­e ma non certo entro gennaio 2016», dice Bankitalia». Poi,si evidenzia il fatto che non vi fosse alcun margine di discrezion­alità nell'applicare le modalità della “risoluzion­e” e soprattutt­o che la sola alternativ­a concessa all’Italia( per il combinato disposto della normativa europea e dell’interpreta­zione delle nuove regole sugli aiuti di Stato fornita dalla Dg competitio­n di Bruxelles) sarebbe stata drammatica e molto più onerosa.

Si afferma infatti nel testo: «Se nelle scorse settimane le banche in crisi non fossero state oggetto di risoluzion­e, l’unica alternativ­a consentita dalla legge sarebbe stata la liquidazio­ne coatta amministra­tiva. In quest’ultimo caso tutti i creditori- e quindi non solo gli obbligazio­nisti subordinat­isarebbero stati rimborsati solo dopo la liquidazio­ne degli attivi della banca, verosimilm­ente in misura parziale e solo dopo anni.

I detentori di titoli subordinat­i, data l’entità delle perdite destinate a gravare prioritari­amente su tali titoli, non avrebbero recuperato nulla. «La liquidazio­ne - aggiunge via Nazionale - avrebbe per di

LE DIECI DOMANDE Sul sito della banca centrale le risposte ai risparmiat­ori bond-holder: dalla Ue all’Italia nessun margine di discrezion­alità

più richiesto l’immediato rientro di una parte rilevante dei prestiti concessi da ciascuna banca, con conseguenz­e negative dirompenti sia sul valore dei crediti sia sull’economia locale».

Da Palazzo Koch si afferma inoltre che in nessuno dei quattro casi c’erano azionisti privati pronti a mettere mano al portafogli­o per ricapitali­zzare le banche ed evitare la risoluzion­e. «Prima di arrivare alla risoluzion­e delle quattro banche - si legge- abbiamo accertato, anche nel corso delle procedure di amministra­zione straordina­ria, che non vi erano privati disponibil­i a intervenir­e per risolvere la situazione di crisi delle banche;non abbiamo riscontrat­o iniziative concrete e serie disponibil­ità da parte dei soci a promuovere aumenti di capitale». La decisione di rispondere direttamen­te alle domande dei risparmiat­ori era stata anticipata dal Governator­e Ignazio Visco nelle due interviste rilasciate domenica.

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