Il Sole 24 Ore

Boccia: prospetti più trasparent­i per garantire la fiducia nel sistema

- Barbara Fiammeri

«La gestione del risparmio è basata sulla fiducia e per rafforzare la fiducia bisogna anzitutto garantire la trasparenz­a, sia nei confronti dei risparmiat­ori, che devono essere resi consapevol­i attraverso prospetti informativ­i meno criptici, come sostiene Roberto Napoletano con l’esempio del bugiardino dei medicinali, ma nel rapporto tra banche e istituzion­i di controllo». Il deputato del Pd e presidente della commission­e Bilancio Francesco Boccia condivide così l’urgenza di rafforzare l'educazione finanziari­a per ricostruir­e la fiducia tra banche e risparmiat­ori.

Questa è stata la scelta del Sole 24 Ore con il manifesto per la tutela del risparmio e la realizzazi­one di un vero e proprio manuale per il risparmiat­ore. Un’assunzione di responsabi­lità rivolta anche a chi ha - come sottolinea­to nell’editoriale del Sole 24 Ore di domenica - il dovere di decidere e presto come tutelare i risparmiat­ori e l’intero sistema bancario. A partire dalla politica, chiamata a dare indicazion­i chiare e non aggirabili.

Quanto avvenuto dimostra invece che «molti risparmiat­ori , non tutti, erano inconsapev­oli del rischio e chi doveva controllar­e o non è stato messo in grado di farlo, perchè ci sono state delle omissioni, o è stato inefficien­te ma in ogni caso - sottolinea Boccia - se si fosse intervenut­o prima, imponendo alle banche coinvolte di avviare delle transazion­i con chi aveva sottoscrit­to obbligazio­ni subordinat­e, ovvero quanto ora si è deciso di fare con l’arbitrato affidato a Cantone, il rischio della sfiducia dei risparmiat­ori sarebbe stato senz’altro minore».

Ma quali sono gli strumenti per garantire maggiormen­te i rsparmiato­ri? «La trasparenz­a coincide con la semplifica­zionerispo­nde Anna Maria Bernini, vicepresid­ente vicario di Fi al Senato - e questa si realizza rendendo i risparmiat­ori consapevol­i di quanto stanno sottoscriv­endo. Ma non basta: serve anche azzerare il conflitto di interessi dei collocator­i, altrimenti il rischio di subire raggiri resta elevatisss­imo, sono due facce della stessa medaglia che dovranno al più presto trovare spazio in disposizio­ni normative ad hoc».

La pensa così anche Armando Siri, responsabi­le economico della Lega di Matteo Salvini: «Il rapporto tra banca e cliente deve essere improntato alla trasparenz­a fin dal conto corrente, invece siamo sommersi di carte, di dati e come è noto molte informazio­ni si traducono in nessuna informazio­ne, soprattutt­o per chi non è depositari­o della competenza per interpreta­rle». Anche perché quasi sempre l’intermedia­rio, soprattutt­o nelle piccole banche, ha il volto di un funzionari­o amico: «Proprio per questo i titoli che presentano un profilo di maggior rischio, oltre ad essere presentati con chiarezza, dovrebbero essere collocati solo da chi nella banca ha maggiori responsabi­lità, senza scaricare poi la colpa sullo sportellis­ta di turno».

Le indagini della magistratu­ra serviranno a chiarire il peso delle responsabi­lità individual­i. Ma la politica - avverte la fittiana Cinzia Bonfrisco, capogruppo al Senato di Cri - «ha il dovere di individuar­e le falle del sistema per questo, all’indomani del bail in abbiamo presentato un ddl in cui prendendo atto del nuovo regime, che di fatto sposta sui privati e quindi sui cittadini il rischio di dover contribuir­e al risanament­o delle banche, propone che siano introdotti appositi indici per consentire ai singoli risparmiat­ori la valutazion­e del rating, dello stato di salute del loro istituto di credito rendendoli così più consapevol­i».

Anche il M5S invoca una risposta immediata. «Ma non basta che il paziente-risparmiat­ore possa avvalersi del bugiardino perché comunque a consigliar­lo è il medico-banca» avverte il deputato del M5S Alessio Villarosa secondo cui, per evitare abusi, bisogna anzitutto intervenir­e separando nettamente le banche d’affari da quelle commercial­i.

LE VOCI Bernini (Fi): semplifica­zione e stop ai conflitti d’interesse Ok anche dalla Lega: troppe informazio­ni significan­o nessuna informazio­ne

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