Boccia: prospetti più trasparenti per garantire la fiducia nel sistema
«La gestione del risparmio è basata sulla fiducia e per rafforzare la fiducia bisogna anzitutto garantire la trasparenza, sia nei confronti dei risparmiatori, che devono essere resi consapevoli attraverso prospetti informativi meno criptici, come sostiene Roberto Napoletano con l’esempio del bugiardino dei medicinali, ma nel rapporto tra banche e istituzioni di controllo». Il deputato del Pd e presidente della commissione Bilancio Francesco Boccia condivide così l’urgenza di rafforzare l'educazione finanziaria per ricostruire la fiducia tra banche e risparmiatori.
Questa è stata la scelta del Sole 24 Ore con il manifesto per la tutela del risparmio e la realizzazione di un vero e proprio manuale per il risparmiatore. Un’assunzione di responsabilità rivolta anche a chi ha - come sottolineato nell’editoriale del Sole 24 Ore di domenica - il dovere di decidere e presto come tutelare i risparmiatori e l’intero sistema bancario. A partire dalla politica, chiamata a dare indicazioni chiare e non aggirabili.
Quanto avvenuto dimostra invece che «molti risparmiatori , non tutti, erano inconsapevoli del rischio e chi doveva controllare o non è stato messo in grado di farlo, perchè ci sono state delle omissioni, o è stato inefficiente ma in ogni caso - sottolinea Boccia - se si fosse intervenuto prima, imponendo alle banche coinvolte di avviare delle transazioni con chi aveva sottoscritto obbligazioni subordinate, ovvero quanto ora si è deciso di fare con l’arbitrato affidato a Cantone, il rischio della sfiducia dei risparmiatori sarebbe stato senz’altro minore».
Ma quali sono gli strumenti per garantire maggiormente i rsparmiatori? «La trasparenza coincide con la semplificazionerisponde Anna Maria Bernini, vicepresidente vicario di Fi al Senato - e questa si realizza rendendo i risparmiatori consapevoli di quanto stanno sottoscrivendo. Ma non basta: serve anche azzerare il conflitto di interessi dei collocatori, altrimenti il rischio di subire raggiri resta elevatisssimo, sono due facce della stessa medaglia che dovranno al più presto trovare spazio in disposizioni normative ad hoc».
La pensa così anche Armando Siri, responsabile economico della Lega di Matteo Salvini: «Il rapporto tra banca e cliente deve essere improntato alla trasparenza fin dal conto corrente, invece siamo sommersi di carte, di dati e come è noto molte informazioni si traducono in nessuna informazione, soprattutto per chi non è depositario della competenza per interpretarle». Anche perché quasi sempre l’intermediario, soprattutto nelle piccole banche, ha il volto di un funzionario amico: «Proprio per questo i titoli che presentano un profilo di maggior rischio, oltre ad essere presentati con chiarezza, dovrebbero essere collocati solo da chi nella banca ha maggiori responsabilità, senza scaricare poi la colpa sullo sportellista di turno».
Le indagini della magistratura serviranno a chiarire il peso delle responsabilità individuali. Ma la politica - avverte la fittiana Cinzia Bonfrisco, capogruppo al Senato di Cri - «ha il dovere di individuare le falle del sistema per questo, all’indomani del bail in abbiamo presentato un ddl in cui prendendo atto del nuovo regime, che di fatto sposta sui privati e quindi sui cittadini il rischio di dover contribuire al risanamento delle banche, propone che siano introdotti appositi indici per consentire ai singoli risparmiatori la valutazione del rating, dello stato di salute del loro istituto di credito rendendoli così più consapevoli».
Anche il M5S invoca una risposta immediata. «Ma non basta che il paziente-risparmiatore possa avvalersi del bugiardino perché comunque a consigliarlo è il medico-banca» avverte il deputato del M5S Alessio Villarosa secondo cui, per evitare abusi, bisogna anzitutto intervenire separando nettamente le banche d’affari da quelle commerciali.
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