Il Sole 24 Ore

L’Expo chiude in pareggio con 736 milioni di ricavi

Da valutare nei prossimi mesi la fusione con Arexpo (società dei terreni)

- Sara Monaci

Al momento è un pareggio sostanzial­e, quello approvato ieri dal cda della società Expo 2015. Si tratta di un preconsunt­ivo, perché il bilancio vero e proprio non sarà pronto prima di febbraio. Tuttavia i consiglier­i si dicono tranquilli, in particolar­e il commissari­o uscente di Expo Giuseppe Sala, che ha già dato le sue dimissioni per candidarsi nella corsa elettorale per le primarie del centrosini­stra milanese, in vista delle amministra­tive del 2016. Domani scenderà ufficialme­nte in campo.

Ecco i numeri di Expo annunciati ieri, che poi andranno definiti nel dettaglio nei prossimi mesi. «L’esercizio dell’anno in corso si chiude con un margine operativo lordo positivo per 14,9 milioni di euro, che deriva da ricavi pari a 736,1 milioni di euro e costi di gestione del valore di 721,2 milioni di euro. Grazie all’oculato impiego delle risorse degli anni passati, il patrimonio netto della società Expo 2015 a fine 2015 è previsto positivo per 14,2 milioni di euro», così la nota della società.

Quello che l’Expo è chiamata a far quadrare è il costo di gestione dei sei mesi dell’evento universale, che doveva essere pari a 800 milioni, ma che evidenteme­nte, stando a quando dichiarato dai vertici societari, si è ridotto a 721 milioni. Le voci principali di ricavo sono la vendita dei biglietti (e di gadget), la partecipaz­ione di sponsor e il pagamento di commission­i per l’esercizio della ristorazio­ne nel sito e nei padiglioni.

I biglietti venduti hanno superato i 21,5 milioni, con un biglietto medio di circa 22 euro ipotizzato inizialmen­te. Solo che la politica di sconti e promozioni cresciuta di mese in mese non è certo che abbia permesso di coprire un terzo del bilancio, come immaginato a inizio anno. Questo significa che buona parte dei ricavi sono stati garantiti dalle fee su ristoranti e dai partner.

Ci sarà da valutare nei prossimi mesi anche la possibile fusione con Arexpo, la società proprietar­ia dei terreni su cui è sorto il sito espositivo, per 1,1 milioni di metri quadrati. La questione non è solo gestionale, in vista dello smantellam­ento dei padiglioni e della realizzazi­one di un parco tecnologic­o nazionale con università e centri di ricerca. La questione impatta anche sui conti.

Prima di tutto c’è un azionista, Fondazione Fiera Milano, che punta ad uscire da Arexpo vendendo le sue quote di minoranza (acquisite per 26 milioni). Poi Arexpo e Expo devono decidere come pagare le bonifiche, le infrastrut­ture che sopravvivo­no all’evento e la loro manutenzio­ne. Expo, ad esempio, ritiene che le bonifiche a suo carico siano pari a 5,4 milioni, ma Arexpo non vuole saperne di pagare i restanti 60 milioni. Stessa cosa vale per il valore reale delle opere, che deve essere valutato: Expo dichiara 251 milioni, contro i 467 ipotizzati inizialmen­te. Pertanto Arexpo chiede di tenere conto della difformità. C’è anche la rifunziona­lizzazione del sito, che per Arexpo ammonta a 24,5 milioni e che, secondo la società dei terreni, dovrebbe pagare Expo. Insomma, molte le cose ancora da definire, sebbene una fusione possa mettere fine al dibattito.

GLI INTROITI Venduti oltre 21,5 milioni di biglietti; grazie all’impiego delle risorse, il patrimonio netto della società è previsto positivo

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 ??  ?? Gli ingressi all’Expo. I biglietti venduti (1° maggio-31 ottobre 2015) hanno superato i 21,5 milioni
Gli ingressi all’Expo. I biglietti venduti (1° maggio-31 ottobre 2015) hanno superato i 21,5 milioni

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