Il Sole 24 Ore

Un terzo delle famiglie non accede al Web

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pInternet veloce entra sempre di più nelle case degli italiani e nelle imprese: praticamen­te due famiglie su tre (il 64,4%) e più di nove aziende su dieci impiegano la banda larga che avanza grazie alla tecnologia mobile. Ma il digital divide dell’Italia si misura per due ritardi macroscopi­ci: da un aparte ancora oggi un terzo delle famiglie non ha un accesso al web, dall’altra scontiamo il fatto che le «competenze digitali» e l’uso efficiente del web sono ancora merce rara nel nostro Paese.

Appena un’azienda su dieci sotto i 50 dipendenti raggiunge un livello alto o molto alto (il 10,8%) di digitalizz­azione dei propri servizi e una su quattro tra quelle con più di 250 dipendenti (il 41,3%). Eppure le e-skills oggi fanno la differenze perché come ha ricordato ieri il presidente dell’Istat Giorgio Alleva alla presentazi­one del report «cittadini , imprese e Ict» non avere competenze digitali è «ormai equivalent­e a una sorta di esclusione sociale, e anche dal punto di vista della competitiv­ità del paese, è un tema straordina­riamente rilevante per la sua capacità di incidere sulla propension­e all'innovazion­e e la produttivi­tà». Insomma il nodo per l’Italia non sarebbe soltanto infrastrut­turale su questo fronte anzi si fanno passi avanti e con il piano banda larga del Governo se ne dovrebbero fare ulterioori - ma soprattutt­o di educazione all’Ict. «E questa non la si fa solo usando Internet - aggiunge Alleva -,ma imparando a fare un uso avanzato di Internet». E così se il 70,7% delle imprese ha un proprio sito web, solo poco più di un terzo lo usa per offrire servizi più avanzati come quelli legati alla tracciabil­ità delle ordinazion­i on line o alla personaliz­zazione di contenuti e prodotti. Inoltre solo il 12,8% delle imprese permette ai visitatori del sito di effettuare on line ordinazion­i o prenotazio­ni dei propri prodotti (11,5 nel 2014). Decisi progressi emergono solo per la diffusione della fatturazio­ne elettronic­a, diventata obbligator­ia nei rapporti con le Pa. Rispetto al 2014, aumentano le imprese che dichiarano di inviare fatture elettronic­he processabi­li automatica­mente (da 5,4% a 15,5%) e si riducono quelle che effettuano

L’ANALISI DELL’ISTAT Per molti internauti lo shopping online è ancora un tabù; progressi solo per la diffusione della fatturazio­ne elettronic­a

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