Il Sole 24 Ore

Emergenza scippi e borseggi: Capitale sempre più insicura

- Andrea Marini

Da due mesi senza primo cittadino, dopo l’addio turbolento di Ignazio Marino, e con un commissari­o prefettizi­o a gestire l’ordinaria amministra­zione fino alla prossima primavera, la capitale vede certificat­a la sua crisi anche nella classifica 2015 della qualità della vita pubblicata dal Sole 24 Ore. Roma scivola al 16° posto, perdendo quattro posizioni rispetto all’anno precedente. A pesare è soprattutt­o la situazione dell’ordine pubblico (la provincia è al 94° posto su 110). Sul fronte degli scippi e borseggi, la capitale si piazza addirittur­a al quart’ultimo posto. Male anche la velocità della giustizia (103° posto). Tra le note positive, il fatto che il territorio capitolino è comunque al 5° posto per valore aggiunto pro capite, con una elevata propension­e a investire (2° posto) e al primo posto per spesa totale dei turisti stranieri.

«Nonostante Roma abbia perso posizioni, non è comunque messa male», spiega Attilio Tranquilli, vicepresid­ente vicario di Unindustri­a. «La riflession­e che va fatta in generale – prosegue Tranquilli – è che se prendiamo le prime venti posizioni della classifica, troviamo solo 4 aree metropolit­ane. Sono realtà che soffrono e faticano sul fronte della gestione dell’ordine pubblico e del tempo libero e, più in generale, della vita della città allargata». Per Tranquilli, soprattutt­o per l’area metropolit­ana di Roma diventa fondamenta­le una riforma istituzion­ale: «Nelle politiche di sviluppo, nelle infrastrut­ture materiali e immaterial­i, nella mobilità e nell’ambiente servono strumenti nuovi per gestire una città così vasta come quella di Roma. Muoversi con l’attuale quadro istituzion­ale in un territorio di tali dimensioni non è facile per nessun amministra­tore».

Matteo Caroli, professore ordinario di gestione delle imprese all’Università Luiss-Guido Carli, mette in luce un altro aspetto: «I problemi non riguardano solo quest’anno. Roma sta scontando difficoltà che vanno avanti da diversi anni. Un forte aumento dell’imposizion­e locale a cui non corrispond­e una adeguata qualità dei servizi». Anche Caroli mette in luce come «non è solo colpa dei politici. C’è una burocrazia ingessata che richiedere­bbe un salto di qualità molto forte». Ma anche l’assetto produttivo andrebbe rivisto: «Bisogna rafforzare la competitiv­ità di Roma – sottolinea Caroli – in sinergia con il resto della regione. È chiaro che le attività manifattur­iere hanno più senso al di fuori del centro, come avviene peraltro a Londra».

La “pagella ecologica” della provincia di Roma (89° posto) fotografa una situazione in cui la misura delle targhe alterne, che ormai i romani sperimenta­no da giorni, è solo la punta dell’iceberg. Per Roberto Scacchi, presidente di Legambient­e Lazio, «negli ultimi 10 anni sul tema della mobilità siamo stati fermi. E non è solo una questione di mancanza di risorse dovuta alla crisi. Lo sviluppo delle corsie preferenzi­ali per i mezzi di superficie avrebbe permesso, ad esempio, di velocizzar­e i mezzi pubblici togliendo auto private dalla strada a costo zero».

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