Emergenza scippi e borseggi: Capitale sempre più insicura
Da due mesi senza primo cittadino, dopo l’addio turbolento di Ignazio Marino, e con un commissario prefettizio a gestire l’ordinaria amministrazione fino alla prossima primavera, la capitale vede certificata la sua crisi anche nella classifica 2015 della qualità della vita pubblicata dal Sole 24 Ore. Roma scivola al 16° posto, perdendo quattro posizioni rispetto all’anno precedente. A pesare è soprattutto la situazione dell’ordine pubblico (la provincia è al 94° posto su 110). Sul fronte degli scippi e borseggi, la capitale si piazza addirittura al quart’ultimo posto. Male anche la velocità della giustizia (103° posto). Tra le note positive, il fatto che il territorio capitolino è comunque al 5° posto per valore aggiunto pro capite, con una elevata propensione a investire (2° posto) e al primo posto per spesa totale dei turisti stranieri.
«Nonostante Roma abbia perso posizioni, non è comunque messa male», spiega Attilio Tranquilli, vicepresidente vicario di Unindustria. «La riflessione che va fatta in generale – prosegue Tranquilli – è che se prendiamo le prime venti posizioni della classifica, troviamo solo 4 aree metropolitane. Sono realtà che soffrono e faticano sul fronte della gestione dell’ordine pubblico e del tempo libero e, più in generale, della vita della città allargata». Per Tranquilli, soprattutto per l’area metropolitana di Roma diventa fondamentale una riforma istituzionale: «Nelle politiche di sviluppo, nelle infrastrutture materiali e immateriali, nella mobilità e nell’ambiente servono strumenti nuovi per gestire una città così vasta come quella di Roma. Muoversi con l’attuale quadro istituzionale in un territorio di tali dimensioni non è facile per nessun amministratore».
Matteo Caroli, professore ordinario di gestione delle imprese all’Università Luiss-Guido Carli, mette in luce un altro aspetto: «I problemi non riguardano solo quest’anno. Roma sta scontando difficoltà che vanno avanti da diversi anni. Un forte aumento dell’imposizione locale a cui non corrisponde una adeguata qualità dei servizi». Anche Caroli mette in luce come «non è solo colpa dei politici. C’è una burocrazia ingessata che richiederebbe un salto di qualità molto forte». Ma anche l’assetto produttivo andrebbe rivisto: «Bisogna rafforzare la competitività di Roma – sottolinea Caroli – in sinergia con il resto della regione. È chiaro che le attività manifatturiere hanno più senso al di fuori del centro, come avviene peraltro a Londra».
La “pagella ecologica” della provincia di Roma (89° posto) fotografa una situazione in cui la misura delle targhe alterne, che ormai i romani sperimentano da giorni, è solo la punta dell’iceberg. Per Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio, «negli ultimi 10 anni sul tema della mobilità siamo stati fermi. E non è solo una questione di mancanza di risorse dovuta alla crisi. Lo sviluppo delle corsie preferenziali per i mezzi di superficie avrebbe permesso, ad esempio, di velocizzare i mezzi pubblici togliendo auto private dalla strada a costo zero».