Il Sole 24 Ore

Anche l’Azerbaijan si sgancia dall’area valutaria del dollaro

Manat sotto pressione

- Riccardo Sorrentino

Un’ altra economia abbandona Dollarolan­dia. Il governo dell’Azerbaijan ha deciso di lasciar fluttuare liberament­e il manat, la valuta, sotto pressione per la flessione del petrolio. Nel recente passato anche Kazakhstan e Armenia, oltre ad Angola e Sudan del Sud hanno abbandonat­o l’area valutaria informale che ruota attorno alla moneta Usa, mentre diversi altri, come l’ Argentina,l’ Egitto, il Pakistan, lo Sri Lanka e il Vietnam sono stati costretti a una robusta svalutazio­ne. Una situazione che ricorda la crisi asiatica del ’97.

Il deprezzame­nto del manat, ieri, è stato massiccio. La valuta ha perso il 33% del suo valore, calando ai minimi da undici anni a quota 1,5576 per un dollaro. Il manatera già stato svalutato del 25% a febbraio, e a settembre il governator­e della banca centrale Elman Rustamov aveva assicurato che il mercato valutario era stabile e che non era necessario un nuovo deprezzame­nto.

È stata la flessione del petrolio che ha costretto il governo a lasciare fluttuare liberament­e la valuta. Le difficoltà dell’economia e dei conti pubblici, fortemente dipendenti dal settore petrolifer­o, hanno generato un deflusso di capitali che ha costretto la banca centrale a difendere il cambio fisso acquistand­ola propriamon­eta sul mercato. Il rialzo del dollaro e il deprezzame­nto deciso dal governo cinese hanno contribuit­o a rendere la situazione più difficile. Il costo delle due iniziative a difesa del cambio, a febbraio e nei giorni scorsi, è stato quindi elevato. Le riserve valutaries­i sono più che dimezzate, passando da 15 miliardi di dollari di novembre 2014 fino a 6,8 miliardi.La svalutazio­ne avrebbe lo scopo di frenare questo deflusso di risorse preziose ma anche, ha spiegato la banca centrale, di sostenere la produttivi­tà tra «shock economici esterni sempre più intensi».

Seguita da una flessione così intensa - segno di una decisione presa in ritardo - anche la svalutazio­ne potrà avere costi elevati. Sono molti i debiti in valuta delle aziende di credito del paese che ora potrebbero es sere indifficol­tà. Ru sta movha promesso di sostenere il settore bancario :« Ha mostrato resistenza al nuovo tasso di cambio», ha detto, aggiungend­o che sono allo studio «addizional­i, complesse misure per rafforzare questa stabilità e questa resistenza, che comprendon­o un alleggerim­ento delle regolament­azioni ».

La debolezza del settore creditizio, spiega però l’agenzia di

DEPREZZAME­NTO MASSICCIO Ieri la divisa, già svalutata del 25% a febbraio, ha perso il 33% del suo valore, calando ai minimi da undici anni

rating Fitch, potr ebbe far sì chela svalutazio­ne, associata a una politica fiscale più rigida per le ridotte entrate petrolifer­e, freni la crescita, invece di sostenerla. Le banche, aggiunge, erano anche molto attive sul valutario con operazioni a breve termine non “protette” dai rischi. «Alcune aziende nonr aggiungera­nno i livelli mini mine irati odi capitale a fine 2015», spiega l’agenzia. Le promesse di allentare le regolament­azioni, aggiunge l’agenzia, possono comunque aiutare un settore non molto grande: gli attivi bancari raggiungon­o il 50% del P il. Il governo dell’Azerbaijan, ricorda infine, ha a Fondo petrolifer­o con attivi per 34,7 miliardi di dollari.

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