Abi: impieghi in ripresa La crescita è attesa del 2% nel 2015
Le previsioni del rapporto Afo
pGli impieghi delle banche italiane si stanno avviando finalmente verso una ripresa: secondo quanto emerge dal rapporto Afo elaborato dall’Abi, infatti, i prestiti ai residenti dovrebbero crescere solo marginalmente quest’anno (+0,1% dopo il -1,4% del 2014) per poi salire del 2% nel 2016 e accelerare al +3,1% nel 2017. L’Abi rileva inoltre che attualmente siamo in presenza di una buona ripresa del credito alle famiglie mentre la dinamica delle erogazioni al settore produttivo segna ancora il passo a causa soprattutto dell’insoddisfacente merito di credito delle imprese italiane. Le banche operanti in Italia, sostiene il rapporto,che costituisce una sintesi del punto di vista dei principali centri studi delle banche, restano «solide e affidabili» e continueranno a fornire «adeguato supporto finanziario a famiglie e imprese».
L’Abi rileva il ritorno alla crescita dello stock dei prestiti, pari a quasi 90 miliardi in più tra la fine del 2014 e la fine del 2017. Il volume degli impieghi, secondo l’Abi, dovrebbe crescere solo marginalmente solo quest’anno per poi accelerare nel biennio finale di previsione (2016-2017). Seppur positiva soprattutto nel confronto con l'esperienza dell'ultimo triennio, la prevista crescita continuerà comunque a risultare leggermente inferiore al tasso di sviluppo del prodotto si legge - cosi che a fine 2017 l'input di credito per unità di Pil risulterà pari al 107,5%, di 1,7 punti percentuali inferiori al dato di fine dell'anno scorso. I tasti dolenti, tuttavia, restano la redditività bancarie e le sofferenze. Per quel che riguarda la prima, nonostante il netto recupero anche nell’anno finale della previsione il (2017), il rendimento del capitale (Roe) delle banche italiane si attesterà sul 2,7%, un livello più di tre volte inferiore al livello precrisi. Quanto alle sofferenze, le banche italiane dovranno aspettare il 2017 per assistere a un loro calo(-3,2% dopo il +10,6% di quest'anno e il +2,7% stimato per il 2016). Nel corso della presentazione del rapporto il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, è tornato a rilevare che in materia di salvataggi delle banche in crisi in Europa «ci sono comportamenti non formalizzati, non omogenei tra i diversi paesi: chiediamo di capire quali sono le differenze» di trattamento. Parlando del salvataggio delle quattro banche in crisi, Sabatini ha ricordato che «all'Italia è stato indicato un intervento del Fondo di tutela dei depositi, finanziato da sole risorse bancarie, che non poteva essere effettuato, perché sarebbe stato un aiuto di Stato».
Il direttore generale dell’Abi ha invece ricordato che al contrario «in altri casi ci sono stati degli interventi con aiuti pubblici autorizzati dalla commissione Europea» e ha citato il caso del Portogallo che proprio ieri ha ricevuto l’ok europeo ad un salvataggio bancario, nel quale lo Stato ha dovuto mettere sul piatto 1,7 miliardi di euro di denaro pubblico.
LO SCENARIO Attualmente buona crescita del credito alle famiglie mentre la dinamica delle erogazioni al settore produttivo segna il passo