Il Sole 24 Ore

«Prima l’estero per competere in Italia»

- Ale.L.

Andare all’estero per farsi notare in Italia. Così può essere descritta l’esperienza di Bad Seed, studio di sviluppo di videogioch­i nato nel 2012 da Clara Parona, Roberto Mangiafico e Jacopo Musso, under 30 ex dipendenti di Ubisoft Milan, branca italiana di uno dei pesi massimi mondiali del settore. Come tante delle aziende di videogioch­i del nostro Paese anche Bad Seed parte in sordina ma già nel settembre 2012 viene scelto da GameFounde­rs, il primo accelerato­re europeo dedicato al gaming con sede a Tallin, in Estonia. Qui ricevono 20mila euro per sviluppare un gioco ma soprattutt­o la preparazio­ne aziendale necessaria a creare un’impresa. «Per 3 mesi abbiamo conosciuto un mondo che non avevamo mai visto» racconta Musso. Grazie a GameFounde­rs nasce il loro primo prodotto, Sheep Up! che li porta nel mondo. Dopo i primi pitch e demo day a Helsinki e Parigi arrivano a San Francisco dove vengono adocchiati da Mind The bridge, fondo seed italiano con sede in California che li invita a partecipar­e al proprioSan Francisco. Qui trascorron­o 4 mesi fondamenta­li per il lancio internazio­nale. «Lavorando sulla scena california­na abbiamo stretto contatti in tutto il mondo ma soprattutt­o un accordo di pubblicazi­one con Pocket Gems», editore del mobile che gli permette di far sbarcare Sheep Up!su Google Play. Il gioco raggiunge un milione e mezzo di download in pochissimo tempo, abbastanza per convincere Microsoft a concedere un grant per lo sbarco del gioco su Windows Phone e 100mila euro da 3 business angels italiani. A questo punto ’azienda decide di adottare un nuovo sistema. In un panorama mobile orientato al free to play, Bad Seed risponde con titoli cross platform a prezzo fisso, capaci di girare su mobile ma che siano interessan­ti anche per chi gioca con console e computer. «Il free to play attenua la creatività e l’innovazion­e perché più che un gioco è un servizio» sottolinea Musso. Per loro però andare su console era impossibil­e a livello di tempo e denaro e allora puntano al mobile di qualità con Sleep Attack. Poco prima della fine di Sleep Attack i fondi scarseggia­no di nuovo e Bad Seed trova un’altra iniezione di denaro in United Ventures, società di venture capital italiana che investe 500mila euro nel marzo 2014 per lanciare il giocoes viluppare il titolo successivo, The Beggar’s Ride. Oggi Bad Seed conta 8 persone fisse: il prossimo titolo infatti uscirà direttamen­te su console. Un grande successo per Musso il cui studio rimane a Milano ma con una convinzion­e: «Ci siamo fatti notare solo perché siamo andati via dall’Italia».

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