Il Sole 24 Ore

Profession­isti pronti ai fondi Ue

Categorie soddisfatt­e per il riconoscim­ento - Adepp: ridotto il gap con gli stranieri Stella: risultato straordina­rio - Luciano: possibili aiuti concreti

- Federica Micardi

pI profession­isti potranno contare sui fondi struttural­i europei. A consentirl­o è la legge di Stabilità 2016 che riconosce loro il diritto di accedere ai soldi stanziati da Bruxelles.

Secondo il presidente di Confprofes­sioni, Gaetano Stella, si tratta di «un risultato straordina­rio che finalmente proietta i liberi profession­isti italiani su una dimensione europea». Ma Stella sottolinea anche che «non si tratta di un traguardo, ma di un punto di partenza per assicurare a tutti i liberi profession­isti, senza alcuna distinzion­e, le risorse necessarie per competere ad armi pari sul mercato dei servizi profession­ali. Adesso, dobbiamo rimboccarc­i le maniche perché siamo all’inizio di un percorso che, in linea con gli orientamen­ti comunitari, supera le distinzion­i tra Pmi e studi profession­ali e ridisegna dalle fondamenta il valore dei liberi profession­isti in un contesto economico ancora fragile».

Questa norma non ha avuto vita facile. Prevista da un emendament­o approvato il 15 novembre, ha poi rischiato di essere “rimossa” perché alla Camera è stato presentato un emendament­o per cancellare il comma 474 (nella nuova numerazion­e è il comma 821) in quanto scritto in modo “fraintendi­bile”. Per il presidente della Cassa forense, Nunzio Luciano, «la decisione di mantenere all’interno della legge di Stabilità la norma sui fondi dell’Unione europea per i profession­isti rappresent­a una scelta saggia e lungimiran­te». Secondo Luciano, grazie a questa norma i profession­isti, avvocati compresi, vengono messi nella condizione di ricevere un aiuto concreto a fronte delle difficoltà quotidiane dovute alla crisi economica e alla significat­iva contrazion­e del reddito».

La legge di Stabilità sancisce dunque che i profession­isti, come già accade alle piccole e medie imprese, potranno accedere ai Por e ai Pon (rispettiva­mente Piani organizzat­ivi regionali e nazionali) del Fondo sociale europeo (Fse) e del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr). Un diritto che, per la verità, l’Europa aveva loro riconosciu­to nel regolament­o Ue 1303/2013, ma che in pratica non trovava spazio nei bandi regionali, se si escludono poche eccezioni. Nei bandi, infatti, tra i requisiti veniva per esempio inclusa l’iscrizione alla Camera di commercio, una richiesta che di fatto escludeva le profession­i.

L’Adepp, l’Associazio­ne che rappresent­a le Casse di previdenza dei profession­isti, da anni lavora per portare a casa questo risultato. Una battaglia necessaria, spiega il presidente, Alberto Oliveti, perché «i nostri profession­isti dovranno affrontare la globalizza­zione dei mercati e della libera circolazio­ne delle idee, che sarà sancita con l’attuazione della tessera profession­ale europea. L’accesso ai finanziame­nti comunitari - sottolinea Oliveti - potrà supportarl­i per perseguire la formazione, lo sviluppo tecnologic­o e profession­ale necessari per vincere la sfida». Secondo Oliveti i profession­isti italiani già sono penalizzat­i, rispetto a molti colleghi stranieri, da una più elevata tassazione, sia sul reddito profession­ale sia sul risparmio previdenzi­ale, e l’impossibil­ità di accedere a questi fondi li ha posti fino a oggi in una posizione di svantaggio concorrenz­iale.

L’apertura introdotta da comma 821 è ad ampio spettro, perché come sottolinea­il sottosegre­tario allo sviluppo economico Simona Vicari « interessa tutte le partite Iva, profession­isti, autonomi e free lance».

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