Dagli enti pubblici versamenti al 5% come dai privati
L’anno per l’Eppi, l’ente di previdenza dei Periti industriali italiani, si chiude con un significativo risultato che conferma la bontà delle scelte che consiglio di amministrazione e consiglio di indirizzo generale hanno attuato con l’obiettivo primario di migliorare l’adeguatezza delle pensioni degli iscritti.
Il via libera–manca solo l’ approvazioneformale–da parte dei ministeri vigilanti alla possibilità di distribuire il 100% del contributo integrativo (destinato inizialmente alle spese per il funzionamento dell’ente) sui montanti individuali è un inequivocabile riconoscimento alla nostr apolitica e al metodo che abbiamo adottato. Era un traguardo atteso da anni durante i quali abbiamo avviato e consolidato uno stretto rapporto di collaborazione con i ministeri vigilanti (Economia e Finanze, Lavoro e politiche sociali) che si è tradotto nel novembre scorso in un provvedimento condiviso e applicabile.
La soddisfazione è duplice: da una parte un successo tangibile e immediatamente declinabile per tutti gli iscritti; dall’altra la conferma di aver instaurato un corretto rapporto di cooperazione con gli uffici dei ministeri che fa anche giustizia di quei fastidiosi luoghi comuni che vogliono le nostre élite della Pubblica amministrazione arroccate in un mondo che avrebbe po coach e fare con la realtà vissuta dal Paese.
Non è così, né abbiamo mai riscontrato alcun pregiudizio nei confronti del sistema previdenziale privato: l’attenzione e le competenze con le quali i dipartimenti preposti hanno seguito l’iter della nostra richiesta dimostrano esattamente il contrario. E probabilmente una parte del merito è anche nostra che nella lunga e talvolta dura ma leale negoziazione abbiamo sempre privilegiato il metodo del confronto. Ora, il traguardo che abbiamo tagliato ci impone nuove responsabilità e una cura ancora maggiore nell’esercitare giorno per giorno la nostra spending review, tenuto conto che è finalmente possibile che i risparmi realizza tinella gestione dell’ ente siano allocabili non più nella riserva straordinaria ma sui montanti dei nostri iscritti. Da oggi ogni euro risparmiato è un euro a favore della previdenza.
Sussistono tuttavia questioni ancora aperte che meriterebbero nell’anno che viene di essere affrontate con identico buon senso e con una giusta dose di sano realismo.
Ne segnalo una particolarmente urgente: l’aumento del contributointegrativodal2%fino al 5% è un effetto della legge Lo Presti (133/2011), ma ciò vale solo nei confronti della committenza privata e non per le prestazioni deinostricolleghiversolaPubblica amministrazione. Riteniamo che tale vincolo sia una limitazione ingiusta e per certi versi incostituzionale, tenuto conto che altre categorie professionali, che svolgono le stesse mansioni, possono applicare all’utenza pubblica integralmente il contributo integrativo. Confidiamo che il Governo si faccia promotore di eliminare tale incongruenza.
Nel 2016 celebreremo vent’annidall’istituzionedell’entediprevidenza dei Periti industriali. SiamounaCassagiovanemachenutre la fondata ambizione di potersi collocare anche su quel fronte dal quale la mano pubblica si sta ritirando:oggiilwelfareèincrisie ciò aumenta in maniera insostenibile
L’OBIETTIVO La contribuzione della Pa va aumentata dall’attuale 2% per ragioni di equità
l’insicurezza dei nostri concittadini. Crediamo che sia nostro dovere assumere un ruolo di riferimento anche nell’offerta assistenziale ai nostri iscritti che accompagni il professionista dalla fase della start-up alla quiescenza e anche dopo.
Vogliamo immaginare e costruire un modello di protezione sociale che preveda un forte impegno al sostegno e alla promozione del lavoro. Senza scadere nell’ assistenzialismo e nella distribuzione indiscriminata di contributi che spesso non premianocolo roche si trovano invera necessità oche vogliono intraprendere un percorso professionale serio e qualificato.
È questa la nostra nuova sfida che intendiamo cogliere e per la quale già siamo al lavoro: nel bilancio di previsione del 2016 abbiamo triplicatola somma destinataall’ assistenza da 2 a oltre 6 milio nidi euro. Questi sono fatti e non parole. E il nostro impegno sarà sempre quello di privilegiare i primi alle seconde.