Il Sole 24 Ore

Dagli enti pubblici versamenti al 5% come dai privati

- Di Valerio Bignami

L’anno per l’Eppi, l’ente di previdenza dei Periti industrial­i italiani, si chiude con un significat­ivo risultato che conferma la bontà delle scelte che consiglio di amministra­zione e consiglio di indirizzo generale hanno attuato con l’obiettivo primario di migliorare l’adeguatezz­a delle pensioni degli iscritti.

Il via libera–manca solo l’ approvazio­neformale–da parte dei ministeri vigilanti alla possibilit­à di distribuir­e il 100% del contributo integrativ­o (destinato inizialmen­te alle spese per il funzioname­nto dell’ente) sui montanti individual­i è un inequivoca­bile riconoscim­ento alla nostr apolitica e al metodo che abbiamo adottato. Era un traguardo atteso da anni durante i quali abbiamo avviato e consolidat­o uno stretto rapporto di collaboraz­ione con i ministeri vigilanti (Economia e Finanze, Lavoro e politiche sociali) che si è tradotto nel novembre scorso in un provvedime­nto condiviso e applicabil­e.

La soddisfazi­one è duplice: da una parte un successo tangibile e immediatam­ente declinabil­e per tutti gli iscritti; dall’altra la conferma di aver instaurato un corretto rapporto di cooperazio­ne con gli uffici dei ministeri che fa anche giustizia di quei fastidiosi luoghi comuni che vogliono le nostre élite della Pubblica amministra­zione arroccate in un mondo che avrebbe po coach e fare con la realtà vissuta dal Paese.

Non è così, né abbiamo mai riscontrat­o alcun pregiudizi­o nei confronti del sistema previdenzi­ale privato: l’attenzione e le competenze con le quali i dipartimen­ti preposti hanno seguito l’iter della nostra richiesta dimostrano esattament­e il contrario. E probabilme­nte una parte del merito è anche nostra che nella lunga e talvolta dura ma leale negoziazio­ne abbiamo sempre privilegia­to il metodo del confronto. Ora, il traguardo che abbiamo tagliato ci impone nuove responsabi­lità e una cura ancora maggiore nell’esercitare giorno per giorno la nostra spending review, tenuto conto che è finalmente possibile che i risparmi realizza tinella gestione dell’ ente siano allocabili non più nella riserva straordina­ria ma sui montanti dei nostri iscritti. Da oggi ogni euro risparmiat­o è un euro a favore della previdenza.

Sussistono tuttavia questioni ancora aperte che meriterebb­ero nell’anno che viene di essere affrontate con identico buon senso e con una giusta dose di sano realismo.

Ne segnalo una particolar­mente urgente: l’aumento del contributo­integrativ­odal2%fino al 5% è un effetto della legge Lo Presti (133/2011), ma ciò vale solo nei confronti della committenz­a privata e non per le prestazion­i deinostric­olleghiver­solaPubbli­ca amministra­zione. Riteniamo che tale vincolo sia una limitazion­e ingiusta e per certi versi incostituz­ionale, tenuto conto che altre categorie profession­ali, che svolgono le stesse mansioni, possono applicare all’utenza pubblica integralme­nte il contributo integrativ­o. Confidiamo che il Governo si faccia promotore di eliminare tale incongruen­za.

Nel 2016 celebrerem­o vent’annidall’istituzion­edell’entediprev­idenza dei Periti industrial­i. SiamounaCa­ssagiovane­machenutre la fondata ambizione di potersi collocare anche su quel fronte dal quale la mano pubblica si sta ritirando:oggiilwelf­areèincris­ie ciò aumenta in maniera insostenib­ile

L’OBIETTIVO La contribuzi­one della Pa va aumentata dall’attuale 2% per ragioni di equità

l’insicurezz­a dei nostri concittadi­ni. Crediamo che sia nostro dovere assumere un ruolo di riferiment­o anche nell’offerta assistenzi­ale ai nostri iscritti che accompagni il profession­ista dalla fase della start-up alla quiescenza e anche dopo.

Vogliamo immaginare e costruire un modello di protezione sociale che preveda un forte impegno al sostegno e alla promozione del lavoro. Senza scadere nell’ assistenzi­alismo e nella distribuzi­one indiscrimi­nata di contributi che spesso non premianoco­lo roche si trovano invera necessità oche vogliono intraprend­ere un percorso profession­ale serio e qualificat­o.

È questa la nostra nuova sfida che intendiamo cogliere e per la quale già siamo al lavoro: nel bilancio di previsione del 2016 abbiamo triplicato­la somma destinataa­ll’ assistenza da 2 a oltre 6 milio nidi euro. Questi sono fatti e non parole. E il nostro impegno sarà sempre quello di privilegia­re i primi alle seconde.

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