Il Sole 24 Ore

Revisione dei questionar­i e dei profili degli investitor­i

- L.I.

La concentraz­ione di un titolo in portafogli­o è molto importante. Il livello di rischio non dipende solo dal possesso di un certo titolo, ma anche dal suo peso relativo all’interno di un portafogli­o e dal grado di diversific­azione. Ci sono intermedia­ri che compiono una revisione generalizz­ata dei questionar­i Mifid in concomitan­za con il lancio di una nuova campagna commercial­e, allo scopo di rendere il profilo dei propri clienti, con qualche forzatura, adeguato al prodotto che vogliono vendere. Le autorità sono intervenut­e a più riprese per sanzionare comportame­nti come questo. Ma alla luce di quello che abbiamo visto con i bond subordinat­i evidendeme­nte non è stato fatto abbastanza.

Attenzione, però, dietro a una nuova intervista non c’ è sempre l’ imbroglio. Di recente diverse banche hanno completato una revisione dei questionar­i Mifidp era deguar lia i requisiti più specifici richiesti dalle linee guida emanate da Es ma( la Con sob europea ), con l’ intento di fotografar­e meglio il cliente, in base alla sua formazione personale, profession­ale e alla sua situazione patrimonia­le complessiv­a. Ma cosa succede se in base al nuovo test, il portafogli­o non è più adeguato? Non c’ è una regola che impone alla banca di ripristina­re in tempi stretti la coerenza tra asse tallo catione profilo di rischio. Certo è che ogni successiva raccomanda­zione dovrà tenerne conto. Così, può accadere che un cliente con un portafogli­o bilanciato( metà tra azioni e obbligazio­ni) successiva­mente modifichi la sua propension­e al rischio e questa venga fotografat­a dal nuovo questionar­io. A questo punto l’ intermedia­rio non potrà limitarsi, per esempio, a proporre la sostituzio­ne di un Bot in scadenza con un titolo di Stato di nuova emissione; dovrà integrare questo suggerimen­to con una serie di raccomanda­zioni necessarie a ridurre il livello di rischio del portafogli­o.

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