Il Sole 24 Ore

Dubbi all’orizzonte (temporale)

- A CURA DI Vito Lops

È vero che investire nel lungo periodo è garanzia di alti rendimenti?

«Nel lungo periodo-diceva l’ economista John Maynard Keynes-saremotutt­imorti». Battuta a parte, quandosi parla di investimen­ti una cosa è vera: nel lungo periodo le probabilit­à che un investimen­to dia un ritorno positivo sono più al teche nel breve. Questo perché nel breve periodo sui mercati possono abbattersi dei fattorie so geniche possono far aumentare la volatilità sui mercati e quindi creare un’ onda emotiva che a penalizzar­e le quotazioni degli strumenti finanziari, allontanan­dole dai valori fondamenta­li. L’ aumento della volatilità è proprio questo: le valutazion­i si discostano dai valori fondamenta­li e quindi gli investitor­i preferisco­no stare alla larga aspettando che passi la burrasca. Non bisogna però commettere l’ errore di generalizz­are quando ci si riferisce a un investimen­to dilungo periodo. S esi acquista un prodotto finanziari­o a un prezzo caro non c’ è lungo periodo che regga. Un esempio? Nel 2000 l’ indiceFt se Mib -che sintetizza l’ andamento delle azioni più importanti quotate sul listino milanese-vale 44 mila punti. Oggi, a distanza di 15 anni quello stesso indice vale me nodi 22 mila punti. Chi avesse quindi investito nel mercato azionario italiano nel 2000 oggi, dopo 15 anni, si ritrovereb­be con una perdita di circa il 50%. Questo è solo un esempio, fra i tanti che il mondo della finanza annovera, che ci fa capire che non sempre il lungo periodo è sinonimo di sicurezza e di alti rendimenti. L’ aspetto più importante, ancor di più del fattore temporale, è il prezzo di acquisto. S esi compra caro il tempo potrebbe non bastare per riparare all’ errore iniziale.

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