Il peso dei sondaggi e i messaggi a sinistra e centro
Nella decisione di Matteo Renzi di metterci infine la faccia, sulle unioni civili, mettendo in gioco anche il governo da lui guidato con il voto di fiducia, ha giocato un ruolo importante la convinzione dell’inaffidabilità del Movimento 5 stelle dopo la retromarcia prima di Beppe Grillo sul suo blog e poi dei senatori grillini nell’Aula del Senato sul supercanguro Marcucci. E non avendo Pd e Sel autosufficienza in Senato, anche a voler prescindere dalla dissidenza dei circa 25 cattodem sul tema delle adozioni, la strada dell’accordo all’interno della maggioranza era in un certo senso obbligata. Ma di certo la decisione del premier e segretario del Pd, troppo accorto per gio- care di rimessa rispetto alle scelte dei grillini, è dipesa anche da altri fattori. Primo fra tutti l’umore degli italiani sul tema, registrato dai periodici sondaggi che arrivano sul tavolo di Palazzo Chigi non solo per quanto riguarda le intenzioni di voto ma anche sul gradimento o meno delle proposte di legge in campo. Sono tre gli istituti di ricerca che hanno compiuto questi sondaggi riservati per Palazzo Chigi: Swg, Istituto Piepoli e l’Ipsos di Nando Pagnoncelli. E il verdetto è unanime e resistente nel tempo, come emerso anche dai sondaggi pubblicati nelle scorse settimane da alcuni giornali: la maggioranza «netta» degli italiani è a favore, e questo da anni, al riconoscimento di diritti anche “pesanti” alle coppie gay; e la stessa maggioranza «netta» è contraria a inserire il tema delle adozioni, sia pure ristretto alle adozioni interne alla coppia come nella stepchild adoption, quando si tratta di unioni omosessuali. Impossibile pensare che un leader che vuole essere in sintonia con gli italiani come Renzi non abbia tenuto conto di questi dati.
Come dice Nicola Piepoli, in un certo senso il premier si è messo «dalla parte della ragione». A suo modo di vedere la questione delle unioni civili e della stepchild adoption, pur essendo un tema importante per quanto riguarda i diritti, interessa direttamente una piccola minoranza di cittadini. Le stime fatte dallo stesso governo per calcolare i costi delle pensioni di reversibilità sono di 60mila coppie al massimo su 60 milioni circa di abitanti. E sempre Piepoli ricorda come si comportava il presidente francese De Gaulle sul tema dei sondaggi: «De Gaulle diceva che su argomenti piccoli, nel senso che riguardano una piccola parte della popolazione, usava seguire i sondaggi. Mentre sulle grandi que- stioni che riguardavano il bene del Paese certamente ascoltava l’opinione dei francesi, ma poi decideva di testa sua». C’è poi da tener conto, come nota Luca Comodo dell’Ipsos, che una buona fetta degli intervistati ha mostrato nelle risposte di non intendere bene la differenza tra stepchild adoption e adozioni tout court. Il rischio, dunque, è che mantenendo il testo Cirinnà originale sarebbe arrivato alla “pancia” del Paese il messaggio dell’apertura alle adozioni punto. Messaggio che un Paese con tradizione cattolica come l’Italia non sembra ancora disposto a recepire.
Politicamente con il voto di ieri Renzi porta dunque a casa due risultati: può intestarsi una legge comunque «storica» dopo l’in- successo dei Dico del governo Prodi nel 2007. Un fatto, questo, che può essere utile per fidelizzare la parte di sinistra dell’elettorato del Pd, quella proveniente dai Ds. Dall’altra parte, con lo stralcio finale della stepchild adoption, Renzi tranquillizza di fatto anche quell’elettorato moderato in mobilità che sarà il vero oggetto del contendere con il Movimento 5 stelle alle prossime elezioni comunali di giugno e soprattutto alle politiche del 2018 (o 2017): si tratta della vasta prateria lasciata libera da un Silvio Berlusconi in evidente difficoltà. Il premier e segretario del Pd sembra aver scelto: conquistare o riportare a casa i voti a sinistra del suo partito appare impresa ardua, visto che si tratta di voti “ideologici”, mentre per crescere è necessario sì mantenere il proprio bacino ma soprattutto conquistare il centro.
DOPPIO OBIETTIVO Con l’approvazione del testo il leader Pd fidelizza l’ala più radicale del partito, con il no alla stepchild tranquillizza l’elettorato moderato