Il Sole 24 Ore

Il commercio torna a crescere

Dopo quattro anni, nel 2015 le vendite al dettaglio crescono dello 0,7% grazie al traino dell’alimentare Il dato delude le aspettativ­e a causa del rallentame­nto di novembre e dicembre

- Emanuele Scarci

Dopo quattro anni consecutiv­i di perdite, nel 2015, le vendite al dettaglio segnano un aumento dello 0,7% sull’anno precedente, grazie soprattutt­o al traino dell’alimentare e della grande distribuzi­one.

Secondo i dati diffusi dall’Istat, a dicembre l’indice destagiona­lizzato delle vendite al dettaglio diminuisce dello 0,1% rispetto a novembre 2015 e aumenta dello 0,6% su dicembre 2014.

Per il 2015 il valore delle vendite mostra variazioni positive sia per i prodotti alimentari (+1,3%) sia per i prodotti non alimentari (+0,5%).

L’indice in volume delle vendite al dettaglio registra, su base annua, una lieve crescita dello 0,1% per gli alimentari e dello 0,4% per il non food.

Alla fine, il dato annuale è positivo, ma lascia l’amaro in bocca. Infatti il finale d’anno ha sgonfiato i dati e le aspettativ­e della scorsa estate quando, grazie a fattori stagionali, le vendite si erano rafforzate fino a toccare la soglia psicologic­a del +1% e ci si attendeva che potessero ulteriorme­nte consolidar­e. Purtroppo «gli ultimi mesi dell’anno sono stati al di sotto delle attese – commenta Giovanni Cobolli Gigli, presidente di Federdistr­ibuzione – Dopo i mesi estivi che avevano creato un po’ di ottimismo, a novembre e dicembre le vendite hanno frenato, riducendo la crescita complessiv­a a pochi decimi di punto. Anche per la distribuzi­one moderna organizzat­a, che pure ha ottenuto risultati miglio- ri rispetto alle piccole superfici».

Poi Cobolli Gigli conclude: «Se è vero che il 2015 è stato il primo anno di vendite al dettaglio positive, la velocità della crescita negli ultimi due mesi genera allarmi per il 2016: un anno che dovrebbe fornire un segnale definitivo sulla capacità dell’Italia di tornare a correre alla velocità degli altri Paesi».

Deluso il commento anche dell’ufficio studi Confcommer­cio, secondo cui «il clima di fiducia e di attesa di famiglie e imprese si ri- flette in una dinamica piatta delle vendite che a dicembre mostrano una lieve riduzione. Anche se il bilancio del 2015 è complessiv­amente positivo, non si può nascondere che è mancata quell’accelerazi­one in corso d’anno che avrebbe permesso al sistema Italia di entrare con un’eredità positiva nel 2016, anno cruciale per il ritorno alla crescita e per la tenuta dei conti pubblici».

Tornando ai dati Istat, anche nel 2015 la distribuzi­one moderna ha eroso spazio al piccolo commercio: il valore delle vendite delle catene commercial­i è aumentato dell’1,9% per i prodotti alimentari e dell’1,3% per i non alimentari. Nei negozi tradiziona­li è calato, rispettiva­mente, dello 0,2% e cresciuto dello 0,6%. Circa i canali di vendita, risultano in crescita tutti i format, ma il discount fa registrare un balzo del 3,4%. «In realtà - osserva Gianpaolo Costantino, consulente di Iri - la crescita del canale discount, +1,1% a valore nei prodotti di largo consumo confeziona­ti, è dovuta all’apertura di nuovi negozi che nel 2015 è stata del +2,2% a circa 4.650. Di fatto l’anno scorso il loro potenziale di crescita si è ridotto di 110 milioni, a favore della grande distribuzi­one».

E il 2016? Al momento ci sono soltanto i dati di gennaio del largo consumo confeziona­to rilevati nella grande distribuzi­one (63 miliardi le vendite 2015 compresi i discount). Iri registra a gennaio un +1,5% a valore e +1,2% a volume, in brusco rallentame­nto rispetto al dato complessiv­o 2015: +2,8% a valore e +2,1% a volume.

LE OPINIONI Secondo Cobolli Gigli (Federdistr­ibuzione) la frenata degli ultimi due mesi preoccupa in prospettiv­a 2016

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