La digitalizzazione è la leva del rilancio
Va migliorata l’offerta online
C’è una leva da non trascurare per il rilancio del comparto turistico: la capacità di gestire la trasformazione digitale, che ha cambiato profondamente i comportamenti e le scelte dei viaggiatori, ma che non può essere trascurata nemmeno sul lato dell’offerta e dell’avanzamento tecnologico degli operatori. Pena, anche qui, una perdita evidente messa nero su bianco nella ricerca targata Cdp: se l’Italia affrontasse il tema della digitalizzazione del comparto, migliorando anche la sua offerta on line, l’economia nazionale «potrebbe beneficiarne significativamente, arrivando a registrare anche un aumento del Pil nell’ordine dell’1%, con un incremento dei posti di lavoro pari a circa 250mila unità».
Un primo dato da cui partire è che l’uso del web e le nuove tecnologie informatiche per conoscere, prenotare e recensire, ha mutato radicalmente la natura del turismo, a partire dalla domanda. Internet è così diventato fonte di informazioni, ma anche canale di acquisto in ogni fase del viaggio, agendo su tutti i punti della filiera. E creando così una comunicazione diretta con gli stessi operatori, i quali hanno in mano uno strumento potente che, se ben usato, può dettare significativi cambi di marcia. Ma attenzione, avverte la Cassa, perché non basta essere presenti sul web per registrare un impatto immediato sulla redditività delle imprese. Occorre, infatti, saper gestire sia la disponibilità delle camere sia la tariffa in relazione agli hotel concorrenti, ai propri obiettivi di budget e all’occupazione già raggiunta.
Strategie mirate, insomma, non la semplice occupazione di Internet come vetrina, ma un’assunzione di responsabilità per le imprese che vogliono competere sui mercati internazionali. E, in questo senso, suggerisce an- cora la ricerca, è cruciale altresì agire sulle infrastrutture, recuperando definitivamente il gap nella capacità di connessione alla banda larga e ultralarga.
Certo, va detto, anche qui le risposte non sono mancate. E, ricorda Cdp, le carenze dal lato dell’offerta digitale sono state di recente affrontate in sede programmatoria e legislativa: dalla messa a punto di un piano strategico per la digitalizzazione del turismo italiano al decreto attuativo per il tax credit per quello digitale, con l’introduzione di un credito d’imposta del 30% dei costi sostenuti per gli investimenti nella digitalizzazione dell’offerta.
I POSSIBILI EFFETTI Tutta l’economia potrebbe beneficiare dell’aumento di un punto percentuale di Pil Occore investire sui territori come accaduto in Spagna
Ora, però, serve uno scatto in avanti, a cominciare dall’uso della Rete come veicolo strategico per promuovere l’Italia a livello internazionale, con l’Agenzia nazionale del turismo-Enit -, cui va garantita stabilità istituzionale per scongiurare una nuova impasse operativa -, chiamata a un ruolo di prima linea. Come? Partendo da quanto fatto, cioè dal portale Italia.it che è «uno strumento interessante», si legge nello studio, ma dovrebbe quantomeno includere i link ai siti locali e regionali di promozione turistica. Il modello da replicare, suggerisce Cdp, è quello spagnolo (www.spain.info), che ha saputo trovare la giusta quadratura tra la valorizzazione del paese nel suo complesso e le diverse comunità autonome.