Foxconn e il giallo sul takeover su Sharp
un takeover con giallo quello su Sharp: la società giapponese di elettronica ha annunciato ieri di aver accettato l’offerta di acquisto avanzata da Foxconn, ma il gruppo di Taiwan ha annunciato alcune ore dopo di riservarsi, prima della firma finale, una valutazione di inattesi potenziali oneri emersi in un documento presentato all’ultimo momento. La Borsa ha reagito in modo convulso: le anticipazioni di stampa sulla unanime decisione positiva del board di Sharp sull’offerta equivalente a oltre 5,5 miliardi di dollari ne hanno spinto il titolo in rialzo nella mattinata: poi, dopo una sospensione, alla prima lettura convulsa delle comunicazioni sull’intesa il prezzo è precipitato di oltre il 20% per chiudere con un -14%. La conferma, poi, di problemi dell’ultimo minuto getta ombre su quella che si profila come un deal storico: per la prima volta, un grande gruppo tecnologico giapponese di tradizione centenaria passerebbe in mani straniere nonostante la presenza di una “soluzione nazionale” prospettata dal fondo parapubblico Innovation Network Corp. of Japan per una azienda già reduce da due recenti salvataggi bancari. Una svolta epocale. Se ci sarà. (S.Car.) p Anche gli altri indici di bilancio sono in progresso. Il portafoglio ordini è di 6.410,4 milioni (+4,7%), vale quattro anni di ricavi. Il fatturato è cresciuto del 6,2% a 1.383,8 milioni, l’utile operativo del 9,1% a 135,8 milioni.
Sono dati rari nel panorama industriale, non solo italiano, eppure l’atmosfera nel consiglio di Sts non era distesa, la seduta è stata lunga e complessa.
La riunione si è svolta a Milano, ancora una volta lontano dalla sede sociale che è a Genova, per favorire la partecipazione dei consiglieri. C’era anche il presidente, Alistair Dormer, il manager britannico di Hitachi rientrato da pochi giorni dal Giappone, atterrato ieri mattina
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