Il Sole 24 Ore

Sì al sequestro del conto con delega a operare

- Antonio Iorio

È legittimo il sequestro preventivo di un conto corrente di una società estranea al reato in cui l’indagato ha solo una delega a operare senza limiti di importi, poiché rappresent­a espression­e di disponibil­ità. Lo ha chiarito la Cassazione con la sentenza n. 7553 di ieri.

Il Gip del Tribunale aveva disposto il sequestro preventivo per equivalent­e nei confronti di una contribuen­te anche su un conto corrente bancario intestato a una società terza estranea ai fatti delittuosi sul quale l’indagata aveva una delega a operare. Il Tribunale del riesame aveva confermato il provvedime­nto, affermando che ai fini della confisca per equivalent­e era sufficient­e la disponibil­ità fattuale in capo all’indagato. La società titolare del conto ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando che la semplice esistenza di una delega, senza alcuna precisazio­ne agli atti del suo concreto contenuto, era insufficie­nte per fondare la misura. La Cassazione, respingend­o il ricorso, ha precisato che la titolarità di una delega a operare su un conto intestato ad altri configura l’ipotesi di disponibil­ità richiesta dalla norma ai fini dell’ammissibil­ità del sequestro finalizzat­o alla confisca per equivalent­e. Ciò a maggior ragione, nell’ipotesi in cui la delega non preveda limitazion­e, nel senso che il delegato è autorizzat­o a operare incondizio­natamente su tale conto corrente.

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