Bracco: credito d’imposta Laterza: ora la smart area
Le proposte per sostenere la ricerca e rilanciare Taranto
p Un credito d’imposta più esteso sulla ricerca e innovazione delle imprese. «Una forma questo Governo l’ha data, è perfezionabile, ma è stata data». Però, piuttosto che solo sulle spese incrementali, «per noi andrebbe applicato su tutta la massa».
Diana Bracco, vicepresidente di Confindustria per la ricerca e l’innovazione interviene si rivolge così, all’indirizzo del Governo, con un messaggio video con il quale ha partecipato alla tappa barese del “Viaggio nell’Italia che innova” iniziato a novembre dal Sole 24 Ore e Confindustria, in collaborazione con EY.
Da qui, da «una terra d’eccellenze» il vicepresidente nazionale di Confindustria parla di un punto fermo, imprescindibile sull’asse innovazione-ricerca-crescita. «Noi – dice Diana Bracco – dobbiamo aiutare le piccole imprese a crescere nell’ottica dell’innovazione perché solo in questo modo possiamo creare quel famoso Pil mancante che vogliamo per il Paese». Su questo fronte «passi avanti sono stati fatti, ma altri ancora se ne possono e se ne devono fare. Quello che sicuramente occorre risolvere sono i problemi che abbiamo nel fare sistema come Paese su questi temi».
Non era un convegno la prima tappa bolognese del “Viaggio nel- l’Italia che innova”, a fine novembre. Non lo è stato neanche ieri.
Proposte e indicazioni su ciò che alle imprese serve per crescere dovevano arrivare e così è stato. «Da questo palco mi sento di fare tre proposte», ha detto Alessandro Laterza, editore, barese, vicepresidente nazionale di Confindustria con delega per il Mezzogiorno e le politiche regionali. «Exprivia (azienda dell’It, con sede a Molfetta e quotata in Borsa, ndr.) sta lavorando a soluzioni per la città di Bari, come ha spiegato il sindaco De Caro. Bene, istituzionalizziamo una filiera di collaborazioni tra pubblico e privato». Altro possibile punto di intervento: «Fare di Taranto una smart area, dove coniugare sviluppo, innovazione e sostenibilità ambientale. È un progetto che abbino già presentato. E infine, io penso che sarebbe opportuno mettere a favore comune tutti i documenti di politica industriale fatti dalle Regioni italiane per la programmazione europea 2014-2020. In questo modo ci sarebbe una traccia in grado di indicare le priorità».
Proposte, tracce di lavoro, in una regione forte di eccellenze nei più svariati campi – dall’aerospazio, all’agroalimentare, al turismo, alla meccanica e meccatronica – ma che «in uno studio europeo sulla competitività risulta 230esima su 260 regioni d’Europa». Che si voglia credere o meno alle statistiche «questo – dice Laterza – è il modo in cui ci vedono dall’Europa. Qualche buona notizia, però, fra i dati c’è. Per esempio sul tema salute. Siamo messi meno peggio anche sull’istruzione secondaria. E questo è tutto frutto di politiche». Eccola la parola chiave per Laterza, mentre nell’altra parte del campo, quella delle pecche, c’è «l’effi- cienza istituzionale. I tempi troppo lunghi per aprire un’impresa, la percezione di una corruzione ancora esistente, altre voci di questo genere pesano».
La Puglia comunque è «una terra dove gli imprenditori in questo momento stanno interpretando al meglio il concetto di innovazione e merito». Il presidente di Confindustria Bari-Bat, Domenico De Bartolomeo, si dice soddisfatto perché «i nostri imprenditori stanno dimostrando grande senso di responsabilità e di saper interpretare la sfida: crescere, innovarsi. Abbiamo una meccanica che va forte, una meccatronica che dà soddisfazioni, un turismo che sta dando dei buoni risultati, un agroalimentare con contatti che funzionano bene. Sono tutti settori dove si lavora sull’innovazione».
Anche da Confindustria BariBat è arrivato un documento di proposte. Si parte dall’«eliminazione delle pesanti fideiussioni e garanzie che le imprese innovative devono fornire per l’anticipo dei finanziamenti regionali e ministeriali». Altra proposta è quella di «Liberare gli incentivi per la ricerca e l’innovazione dalla rendicontazione delle ore perché ricerca e innovazione non si possono misurare in ore come la produzione di un manufatto». Il sostegno con il credito d’imposta alle «imprese che investono sulla quarta rivoluzione industriale; sulla proprietà intellettuale e sulla conoscenza», l’introduzione di «una “Sabatini” per sostenere il digitale nelle Pmi» e «Far si che la Cdp finanzi Venture Capital per sostenere le start up», come «andrebbe fatto dalla Regione Puglia» sono fra gli altri punti di un documento che si chiude con un desiderata forte per l’Alta velocità.
SUL TERRITORIO De Bartolomeo: «I nostri imprenditori stanno dimostrando di saper interpretare la sfida: crescere e innovarsi»