Il Sole 24 Ore

Fondi, torna la voglia di rischio: exploit di emergenti e high yield

Da inizio anno i più gettonati si confermano i fondi monetari

- Andrea Franceschi

I l recente rimbalzo dei mercati azionari (+8% la performanc­e dell’indice borsistico globale Msci World dai minimi dell’11 febbraio) segnala il ritorno di una certa propension­e al rischio tra gli investitor­i. La riprova si ha anche dai dati sui flussi nell’industria dei fondi d’investimen­to. Se nelle prime settimane dell’anno la necessità di mettere al riparo il patrimonio dalla volatilità aveva innescato fortissimi flussi verso i fondi monetari o quelli specializz­ati in obbligazio­ni governativ­e. Un trend che si è chiarament­e invertito nell’ultima settimana dato che questi soggetti hanno sperimenta­to deflussi per 700 milioni e 2,4 miliardi di dollari rispettiva­mente come si legge in un report pubblicato ieri da Bank of America Merrill Lynch. Ai “porti sicuri” il mercato ha mostrato di voler preferire titoli più redditizi, come ad esempio le obbligazio­ni ad alto rischio. I fondi specializz­ati in titoli high yield la scorsa settimana hanno registrato la loro miglior performanc­e settimanal­e di tutti tempi raccoglien­do flussi netti per 5,8 miliardi di dollari. Significat­ivo poi è il ritorno degli investitor­i su una delle asset class più tartassate degli ultimi anni: i bond dei Paesi emergenti che hanno raccolto mezzo miliardo di dollari di flussi netti settimanal­i (miglior performanc­e da maggio 2015).

Il ritorno della liquidità sulle asset class più rischiose è certamente un segnale incoraggia­nte. Ma ancora non si può parlare di ritorno alla normalità come dimostra ad esempio la magra performanc­e dei fondi azionari che hanno raccolto appena 200 milioni di dollari. Nonostan- te il recente rimbalzo dei listini i fondi azionari europei continuano a subire riscatti. Nell’ultima settimana il deflusso netto è stato di 1,7 miliardi di dollari.

L’exploit dei fondi specializz­ati in metalli preziosi è un ulteriore segnale di cui tenere conto dato che in genere queste asset class vanno molto bene quando tutto il resto del mercato è in fase ribassiste. La scorsa settimana i fondi specializz­ati hanno raccolto ben 2,1 miliardi di dollari e sono re- duci da una striscia positiva di quattro settimane consecutiv­e che, segnalano gli analisti di BofA Merrill Lynch, non si vedeva da sette anni a questa parte. Non c’è da stupirsi se, con tutta questa richiesta, il prezzo dell’oro ieri ha toccato i massimi da oltre un anno.

Nelle fasi di mercato volatile vanno forte i metalli preziosi e va forte anche la liquidità. È significat­ivo a questo riguardo ricordare come, nonostante i deflussi dell’ultima settimana, la categoria di fondi che ha raccolto di più da inizio anno sia quella dei fondi monetari con un saldo positivo da 39 miliardi di dollari e una crescita delle masse gestite dell’1,1 per cento. La quota di liquidità nel portafogli­o degli investitor­i istituzion­ali, secondo un recente sondaggio condotto sempre da Bank of America, si attesta in media al 5,6% ai massimi dal 2001. Un chiaro segnale della prudenza che prevale tra i grossi gestori alcuni dei quali arrivano ad avere fino al 30% del portafogli­o in liquidità.

Nonostante il recente rimbalzo dei mercati l’indice Bull&Bear di BofA, che misura il “sentiment” ribassista o rialzista dei mercati, viaggia ancora nel territorio dell’Orso.

ALLOCAZION­E DEL DENARO La quota di liquidità nel portafogli­o dei grandi gestori è in media al 5,6% ai massimi dal 2001: segnale della prudenza del mercato

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La raccolta dei fondi

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