Il Sole 24 Ore

Reggia di Caserta, Renzi difende il direttore che «lavora troppo»

L’accusa dei sindacati: «Resta fino a tarda sera e mette a r ischio l’intera struttura museale» - Il premier: ridicoli, la pacchia è finita

- Giorgio Pogliotti

Il neodiretto­re della Reggia di Caserta è finito nel mirino dei sindacati perché lavora troppo. Alcune sigle hanno lamentato che «così non va», tuonando contro Mauro Felicori - «colpevole» di rimanere in ufficio anche dopo l’orario di chiusura - in una lettera inviata nei giorni scorsi al ministero dei Beni culturali. Contro l’iniziativa è intervenut­o ieri il premier Matteo Renzi: «L’accusa sembra ridicola, in effetti lo è - ha scritto il capo del governo su facebook -. I sindacati che si lamentano di Felicori, scelto dal governo con un bando internazio­nale, dovrebbero rendersi conto che il vento è cambiato. E la pacchia è finita».

Matteo Renzi ricorda che la Reggia di Caserta «è un luogo meraviglio­so, ad appena un’ora di treno da Roma Termini» e il direttore Felicori «ha un mandato chiaro: rilanciarl­a. E noi siamo con lui. Non è un caso se a febbraio 2016 i visitatori sono aumentati del 70% rispetto a febbraio 2015 e gli incassi aumentati del 105%». Il capo del governo sottolinea l’impegno preso quando visitò la Reggia, di «fare di tutto perché gli italiani e gli stranieri tornino a visitarla. Il direttore sta facendo sempliceme­nte il suo lavoro. E tutti siamo con lui, senza paura», conclude.

Ma torniamo alla lettera firmata da sindacalis­ti di Uil, Usb e Ugl, pubblicata ieri da “Il Mattino”, indirizzat­a ai più stretti collaborat­ori del ministro dei Beni culturali Dario Franceschi­ni. «Il direttore permane nella struttura fino a tarda ora, senza che nessuno abbia comunicato e predispost­o il servizio per tale permanenza - si legge nella missiva inviata ai vertici del Mibact-. Tale comportame­nto mette a rischio l’intera struttura». Da no- tare che, ricevuta la lettera, lo stesso ministero ha avviato le procedure per chiedere spiegazion­i al neodiretto­re.

Per Felicori quello dei sindacati «è stato un gesto di sfida che finisce solo per danneggiar­e l’immagine di tanti lavoratori della Reggia che stanno partecipan­do con passione al progetto di rilancio del Palazzo Reale. Io - aggiunge il funzionari­o bolognese - non ho nulla di cui giustifica­rmi, per me questo incarico rappresent­a un’enorme responsabi­lità. La Reggia è inoltre vigilata 24 ore su 24, e anche se il direttore chiedesse a qualcuno di fare lo straordina­rio per seguirlo dopo la chiusura non ci sarebbe nulla di male, ma io non l’ho mai fatto». Felicori fa parte della squadra dei 20 direttori dei principali musei italiani, scelti con la procedura di selezione internazio­nale prevista dalla riforma del ministro Franceschi­ni. Dichiara di avere un obiettivo, quello di «riaprire regolarmen­te tutti quegli spazi che ho trovato chiusi, ad iniziare dal Teatro di Corte». Felicori, che vuole rilanciare le presenza con visite guidate, e in futuro anche organizzan­do concerti. Quanto ai sindacati che lamentano un organico insufficie­nte, Felicori conferma «abbiamo delle carenze, ma non più di altri musei».

Con i sindacati da tempo è in corso un braccio di ferro, caratteriz­zato da assemblee che in più occasioni hanno provocato proteste da parte delle migliaia di turisti, lasciati ore in attesa davanti ai cancelli della Reggia; del resto Uilpa e Ugl hanno indetto un’assemblea anche alla vigilia della visita di Renzi.

Ieri ha preso le distanze dall’iniziativa la leader della Cgil, Susanna Camusso: «Si può sbagliare, ma quando si sbaglia bisogna riconoscer­lo e quei sindacati alla Reggia di Caserta hanno sbagliato». Mentre la Uil procederà «alla sospension­e di tutti i propri sindacalis­ti coinvolti», hanno annunciato il leader del sindacato, Carmelo Barbagallo, e il segretario generale della Uilpa, Nicola Turco. «Quello di restare fino a tarda ora è solo uno dei rilievi mossi - si difende invece Carmine Egizio (Ugl) -. Nella nota abbiamo denunciato problemi mai risolti, come il servizio di timbratura del personale, che è ancora quello vecchio, nonostante nel 2013 il Mibact abbia reso obbligator­ia la rilevazion­e delle presenze con il sistema Europa Web, o l’organizzaz­ione degli eventi negli spazi del Monumento che disattende le procedure di legge e gli accordi con i sindacati».

VERTICI CGIL E UIL CRITICI Camusso: «Quando si sbaglia bisogna riconoscer­lo e quei sindacati alla Reggia hanno sbagliato!». La Uil sospenderà i suoi sindacalis­ti coinvolti

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