Il Sole 24 Ore

Metalmecca­nica avanti piano

Analisi congiuntur­ale di Federmecca­nica: la crescita media nel 2015 a quota 2,6% ma con dinamiche diversific­ate

- Nicoletta Picchio

Traina l’automotive (+27,8%) - Previsioni prudenti sull’andamento del 2016

p Grande cautela per l’andamento del 2016. È vero che la produzione metalmecca­nica è cresciuta del 2,6% in media nell’anno scorso. Ma con andamenti divergenti, con un primo semestre positivo e un secondo invece in rallentame­nto, e soprattutt­o una crescita trainata grazie al comparto degli autoveicol­i, che ha segnato un +27,8% rispetto al 2014, mentre sono ancora in recessione il comparto metallurgi­co, -2,1% e quello dei prodotti in metallo, -3 per cento.

«Il peggiorame­nto osservato da noi trova conferma nell’evoluzione congiuntur­ale dei paesi Ue, in particolar­e della Germania che nell’ultimo trimestre del 2015 ha registrato una contrazion­e dell’1,3% sia rispetto al corrispond­ente trimestre dell’anno passato, sia rispetto al precedente trimestre», ha spiegato Alberto Dal Poz, vice presidente di Federmecca­nica, presentand­o la 137^ analisi congiuntur­ale. «Siamo ancora nel tunnel, con alcune luci e diverse ombre», ha commentato il direttore generale della Federazion­e, Stefano Franchi. «L’indagine – ha continuato Franchi – conferma nella rilevazion­e di gennaio la sostanzial­e debolezza della congiuntur­a già emersa nella precedente indagine». Le attese produttive del primo trimestre del 2016 non mostrano cambiament­i significat­ivi rispetto all’attuale quadro congiuntur­ale.

«Sta mancando una fiducia diffusa, manca la ripresa della do- manda interna senza la quale non si può parlare di crescita vera. Nessun sistema industrial­e importante può riprenders­i senza il mercato interno», ha continuato Dal Poz. Anche i fattori esterni pesano: le turbolenze finanziari­e partite dalla Cina e dal Sud Est asiatico l’anno scorso, l’andamento dei mercati di questo inizio anno. «Le produzioni relative alla meccanica strumental­e, che mediamente nel 2015 sono aumentate dell’1%, nell’ultima parte dell’anno hanno mostrato variazioni negative, a causa di una riduzione della domanda di beni d’investimen­to in macchine e attrezzatu­re, che si è verificata a partire dal terzo trimestre 2015», ha sottolinea­to Angelo Megaro, direttore del Centro studi di Federmecca­nica.

Un trend che si è fatto sentire nelle esportazio­ni: l’export è cresciuto in media nel 2015 del 4,3%, ma con un costante rallentame­nto nel corso dell’anno (si è passati da un +5,8 del primo trimestre al +2,5 del quarto). Questo risultato in media d’anno è stato determinat­o dall’aumento dell’export verso gli Stati Uniti, +21,8%, mentre è proseguita la contrazion­e delle esportazio­ni destinate alla Russia, -24% , e verso la Cina, -10,7.

A guardare la tabelle, consideran­do come base il picco pre-crisi (primo trimestre 2008) in Italia il livello di produzione è ancora a -30, la Francia è a -21, la Germania a -1,1, la Spagna a -32,1, che è però è l'unico paese che nell’ultima parte del 2015 ha avuto un andamento sostenuto, grazie alla produzione automobili­stica.

«Con la crisi abbiamo perso il 30% della produzione industrial­e, il 25% della capacità produttiva, 300mila posti di lavoro», ha continuato Franchi (nell’indagine per i prossimi sei mesi i livelli occupazion­ali attesi sono sostanzial­mente stabili). Bisogna mettere le basi per una «ricostruzi­one» che passa anche attraverso il rinnovo contrattua­le, le cui trattative sono ancora aperte.

«Il nuovo conratto deve essere sostenibil­e, dare garanzie a tutti i lavoratori, distribuen­do la ricchezza dove si produce. Il confronto è positivo, ma bisogna comprender­e il cambiament­o necessario per lavoratori e imprese. Dobbiamo estendere l’assistenza sanitaria a tutti i lavoratori e le loro famiglie, considerar­e la formazione in investimen­ti, per la prima volta riguarderà 1,6 milioni di lavoratori. Il cambiament­o che proponiamo serve a far crescere imprese, lavoratori e tutto il paese, ognino deve fare la sua parte», ha spiegato Franchi. Fare il contratto è la strada «per uscire dal tunnel», anche per il leader della Uilm, Rocco Palombella, che sollecita a «non sprecare i prossimi appuntamen­ti».

LA SITUAZIONE Export in rallentame­nto: il +5,8% del primo trimestre sceso a +2,5% nel quarto Gli imprendito­ri: il contratto nuovo deve essere sostenibil­e

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy