Metalmeccanica avanti piano
Analisi congiunturale di Federmeccanica: la crescita media nel 2015 a quota 2,6% ma con dinamiche diversificate
Traina l’automotive (+27,8%) - Previsioni prudenti sull’andamento del 2016
p Grande cautela per l’andamento del 2016. È vero che la produzione metalmeccanica è cresciuta del 2,6% in media nell’anno scorso. Ma con andamenti divergenti, con un primo semestre positivo e un secondo invece in rallentamento, e soprattutto una crescita trainata grazie al comparto degli autoveicoli, che ha segnato un +27,8% rispetto al 2014, mentre sono ancora in recessione il comparto metallurgico, -2,1% e quello dei prodotti in metallo, -3 per cento.
«Il peggioramento osservato da noi trova conferma nell’evoluzione congiunturale dei paesi Ue, in particolare della Germania che nell’ultimo trimestre del 2015 ha registrato una contrazione dell’1,3% sia rispetto al corrispondente trimestre dell’anno passato, sia rispetto al precedente trimestre», ha spiegato Alberto Dal Poz, vice presidente di Federmeccanica, presentando la 137^ analisi congiunturale. «Siamo ancora nel tunnel, con alcune luci e diverse ombre», ha commentato il direttore generale della Federazione, Stefano Franchi. «L’indagine – ha continuato Franchi – conferma nella rilevazione di gennaio la sostanziale debolezza della congiuntura già emersa nella precedente indagine». Le attese produttive del primo trimestre del 2016 non mostrano cambiamenti significativi rispetto all’attuale quadro congiunturale.
«Sta mancando una fiducia diffusa, manca la ripresa della do- manda interna senza la quale non si può parlare di crescita vera. Nessun sistema industriale importante può riprendersi senza il mercato interno», ha continuato Dal Poz. Anche i fattori esterni pesano: le turbolenze finanziarie partite dalla Cina e dal Sud Est asiatico l’anno scorso, l’andamento dei mercati di questo inizio anno. «Le produzioni relative alla meccanica strumentale, che mediamente nel 2015 sono aumentate dell’1%, nell’ultima parte dell’anno hanno mostrato variazioni negative, a causa di una riduzione della domanda di beni d’investimento in macchine e attrezzature, che si è verificata a partire dal terzo trimestre 2015», ha sottolineato Angelo Megaro, direttore del Centro studi di Federmeccanica.
Un trend che si è fatto sentire nelle esportazioni: l’export è cresciuto in media nel 2015 del 4,3%, ma con un costante rallentamento nel corso dell’anno (si è passati da un +5,8 del primo trimestre al +2,5 del quarto). Questo risultato in media d’anno è stato determinato dall’aumento dell’export verso gli Stati Uniti, +21,8%, mentre è proseguita la contrazione delle esportazioni destinate alla Russia, -24% , e verso la Cina, -10,7.
A guardare la tabelle, considerando come base il picco pre-crisi (primo trimestre 2008) in Italia il livello di produzione è ancora a -30, la Francia è a -21, la Germania a -1,1, la Spagna a -32,1, che è però è l'unico paese che nell’ultima parte del 2015 ha avuto un andamento sostenuto, grazie alla produzione automobilistica.
«Con la crisi abbiamo perso il 30% della produzione industriale, il 25% della capacità produttiva, 300mila posti di lavoro», ha continuato Franchi (nell’indagine per i prossimi sei mesi i livelli occupazionali attesi sono sostanzialmente stabili). Bisogna mettere le basi per una «ricostruzione» che passa anche attraverso il rinnovo contrattuale, le cui trattative sono ancora aperte.
«Il nuovo conratto deve essere sostenibile, dare garanzie a tutti i lavoratori, distribuendo la ricchezza dove si produce. Il confronto è positivo, ma bisogna comprendere il cambiamento necessario per lavoratori e imprese. Dobbiamo estendere l’assistenza sanitaria a tutti i lavoratori e le loro famiglie, considerare la formazione in investimenti, per la prima volta riguarderà 1,6 milioni di lavoratori. Il cambiamento che proponiamo serve a far crescere imprese, lavoratori e tutto il paese, ognino deve fare la sua parte», ha spiegato Franchi. Fare il contratto è la strada «per uscire dal tunnel», anche per il leader della Uilm, Rocco Palombella, che sollecita a «non sprecare i prossimi appuntamenti».
LA SITUAZIONE Export in rallentamento: il +5,8% del primo trimestre sceso a +2,5% nel quarto Gli imprenditori: il contratto nuovo deve essere sostenibile