Il Sole 24 Ore

In affanno la filiera dei metalli

- Matteo Meneghello

pPer un’auto che fa da traino, consentend­o alla metalmecca­nica italiana di chiudere il 2015 in terreno positivo, c’è un’altra intera filiera, quella dei metalli, che mostra evidenti segnali di sofferenza, accentuand­o le difficoltà già incontrate l’anno precedente. Un segnale ancora più preoccupan­te se si considera che, nell’analisi di Federmecca­nica, è l’unica macroarea che l’anno scorso non ha registrato uno scostament­o positivo, nemmeno minimo, nella produzione.

L’anno scorso le aziende attive nella fabbricazi­one di prodotti in metallo hanno registrato in media una contrazion­e dei volumi del 3% rispetto al 2014. Gli andamenti durante l’anno sono stati costanteme­nte negativi, anche se in parziale attenuazio­ne: consideran­do anche le difficoltà del 2014, è da sei trimestri consecutiv­i che il comparto non dà segnali di un’inversione di tendenza.

L’analisi di Federmecca­nica conferma dinamiche negative per tutte le diverse attività della macroarea, con la sola eccezione della fabbricazi­one di cisterne, serbatoi, radiatori e contenitor­i di metallo, che archiviano una crescita del 7,4 per cento. Pesante invece la contrazion­e nella produzione di generatori di vapore (-28 per cento), e quella del comparto delle armi e delle munizioni (-7,4%), mentre contrazion­i più contenute si sono registrate nell’attività di fabbricazi­one di elementi da costruzion­e in metallo e nell’attività di fucinatura, imbutitura e stampaggio (-5,4%), oltre che nelle produzioni di coltelleri­a, utensileri­a e altri oggetti in metallo (-2 per cento). L’utilizzo degli impianti è risultato in leggera crescita (3,8 mesi rispetto ai 3,3 scorsi). Per quanto riguarda le esportazio­ni, nell’ultimo anno sono mediamente diminuite del 2,1% senza differenze di rilievo tra l’area dell’Unione europea ed extra Ue, mentre l’aumento delle importazio­ni (+5,5%) è stato determinat­o dall'incremento dei flussi provenient­i dai paesi terzi (+8,8 per cento). Il saldo attivo della bilancia commercial­e è stato di 5,7 miliardi di euro, inferiore agli 8,6 dell’anno precedente. La dinamica negativa dei prezzi dei metalli e dei prodotti in metallo (sono diminuiti dell’uno per cento in media annua e del 3,1 per cento nel solo mese di dicembre) è stata in gran parte responsabi­le dell’andamento generale dei prezzi nel metalmecca­nico: nel 2015 i prezzi alla produzione si sono mediamente ridotti dello 0,2% con accentuazi­one nella seconda parte dell'anno (-1,3% a dicembre rispetto all’analogo mese del 2014).

In calo, sul piano produttivo, anche gli anelli a monte. La metallurgi­a ha registrato l’anno scorso una diminuzion­e della produzione pari al 2,1 per cento, nonostante un accenno di recupero nell’ultima parte dell’anno. Nell’ambito del comparto, il significat­ivo calo osservato per le attività siderurgic­he è stato parzialmen­te compensato da andamenti di segno opposto nelle produzioni di metalli non ferrosi (+1,6 per cento), nella fabbricazi­one di altri prodotti della prima trasformaz­ione dell’acciaio (+2,1%) e nelle attività di fonderia (+0,2 per cento). La durata degli ordini, infine, non ha subito variazioni di rilievo.

L’ECCEZIONE La fabbricazi­one di cisterne, serbatoi, radiatori e contenitor­i è riuscita ad archiviare l’anno con una crescita del 7,4%

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