Piano Electrolux a due velocità
Positivi nel 2015 i r isultati di tre stabilimenti su quattro: bene Forlì, Susegana e Porcia, in r itardo Solaro
Nell’impianto milanese prodotte 600mila lavastoviglie sulle 800mila previste
pS i riaccendono le l uci su Electrolux. Ieri si è tenuto a Mestre un incontro di coordinamento nazionale sul settore delle lavastoviglie, richiesto dal sindacato e motivato dal pesante calo dei volumi nello stabilimento milanese di Solaro: inferiori del 33-40% rispetto agli obiettivi. Electrolux a Solaro non adotterà nessun provvedimento se non continuare con i contratti di solidarietà, come previsto dall’accordo anti-crisi firmato, circa due anni, presso la presidenza del Consiglio e valido per i quattro stabilimenti Electrolux fino al 2017.
I sindacati riferiscono che a Solaro nel 2015 la produzione si è attestata a 600mila pezzi, e resterà tale anche nel 2016; a fronte di una previsione originaria di 800mila per il 2015 e di 840mila nel 2016. Nel corso dell’anno ci sono state 26 giornate di chiusura, gli 800 addetti hanno lavorato tutte le settimane a 30 ore, eccetto tre a orario pieno di 40 ore. La situazione dovrebbe addirittura peggiorare nel 2016 con una previsione di 30 giornate di chiusura e nessuna setti- mana a orario pieno.
Solaro è specializzata nelle lavastoviglie alto di gamma, destinate per 170mila pezzi agli Usa. Secondo l’azienda la pressione sui prezzi e la concorrenza dei produttori asiatici, in Europa e negli Usa, sono le principali ragioni che hanno determinato il flop. L’anno scorso i prezzi medi sono calati del 3,8% in Italia, del 2,8% in Francia e dell’1,8% in Germania. Ma Electrolux ritiene che gli obiettivi siano ancora raggiungibili in un lasso di tempo più lungo di tre anni. Come? Ad esempio, estendendo la classe energetica A+++ a nuovi modelli e contenendo i costi. Peraltro rispetto ai 91 esuberi individuati a Solaro, 39 sono usciti con incentivi.
Gli investimenti realizzati nel 2015 ammontano a 10,3 milioni, inferiori ai 12,9 preventivati, mentre nel 2016 sono previsti 9,9 milioni di investimento, a fronte di 9,1 stimati originariamente. «La conferma degli impegni aziendali su investimenti e miglioramento del prodotto - dichiara Gianluca Ficco, coordinatore nazionale elettrodomestici Uilm - è l’unica nota positiva in un quadro generale molto preoccupante». Che fare? Ficco suggerisce che per affrontare il calo dei volumi di Solaro si chieda «a Electrolux di riportare in Italia la progettazione delle lavastoviglie (ora a Stoccolma ndr), di riequilibrare le produzioni con lo stabilimento polacco di Zarow e di evitare nuove esternalizzazioni delle fasi lavorative, come il premontaggio dei cesti».
Il dirigente Uilm ricorda che il Jobs Act ha posto un limite invalicabile di tre anni al ricorso agli ammortizzatori sociali, a partire dall’ottobre 2015. Ciò rende ancora più urgente agire per recuperare volumi e per questo chiediamo un riequilibrio con Zarow, i cui volumi continuano a crescere: nel 2014 sono stati 1,12 milioni di pezzi, nel 2015 1,27 milioni e nel 2016 la stima è di 1,3 milioni (di cui 1,1 milioni sono macchine da 60 centimetri, prodotte anche a Solaro). «In mancanza di risposte aziendali soddisfacenti e di risultati tangibili - aggiunge Ficco - proveremo a coinvolgere il Governo e le Regioni».
Quanto agli altri tre stabilimenti Electrolux in Italia, bene lo stabilimento di Forlì (forni e piani cottura), tanto che da aprile dovrebbe cessare la solidarietà. Bene anche il polo del freddo di Susegana (Treviso), «ma l’azienda - sostiene Augustin Breda, della Fiom - intende continuare con la solidarietà per un altro anno: di questo però se ne parlerà nell’incontro del prossimo 1° aprile». Infine, in linea con gli obiettivi è la performance delle lavatrici di Porcia (Pordenone), dove però non si è riusciti a ricollocare i 100 esuberi del piano dire industrializzazione del territorio. «L’azienda - osserva Breda - ha deciso di ricollocarli eventualmente nell’infragruppo. Ciò mi fa pensare che potrebbero andare nello stabilimento di Susegana, che necessita di nuovi operai e dista appena 40 chilometri da Porcia».
LO SCENARIO Per lo stabilimento romagnolo, specializzato in forni e piani cottura, si profila da aprile l’uscita dai contratti di solidarietà
Obiettivi e solidarietà