Il Sole 24 Ore

«Un contratto nuovo per il legno»

- Cristina Casadei

pInnovazio­ne e flessibili­tà saranno i temi dominanti di questo rinnovo contrattua­le del legno-arredo. Le aziende di Federlegno­Arredo, ieri, hanno chiarament­e detto ai sindacati, Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil che si tratta di questioni cruciali. Carlo Albertini, presidente della Commission­e relazioni industrial­i di Federlegno­Arredo, spiega che «il settore ha bisogno di un contratto innovativo che consenta alle imprese di stare al passo col mercato, sempre più specifico e frammentat­o, caratteriz­zato dall’alternanza di picchi positivi e negativi. Ogni mattina gli imprendito­ri alzano la serranda e contano clienti e commesse. Il mercato è cambiato e le richieste che arrivano sono sempre più specifiche e particolar­i. Per questo la massima flessibili­tà rappresent­a un requisito per poter lavorare».

Il confronto per il rinnovo del contratto del legno è iniziato qualche settimana fa con la presentazi­one della piattaform­a dei sindacati che chiedono un aumento di 115 euro a regime. Un documento su cui «le aziende possono essere disponibil­i a fare delle aperture - dice Albertini -, ma a patto di trovare soluzioni che portino a una massima flessibili­tà del lavoro». Flessibili­tà di turni e orario che però deve partire dal livello nazionale e quindi deve essere di fruizione immediata, senza passare dagli accordi tra azienda e rsu. Su questo aspetto il sindacato però mette il freno a mano e pur ammettendo che la flessibi- lità è importante, tuttavia, sottolinea Fabrizio Pascucci, segretario nazionale della Feneal Uil, «va contrattat­a al secondo livello».

Il primo tentativo di entrare nel merito di un tema fa già registrare una certa distanza tra le parti per il rinnovo del contratto che «le imprese vogliono fare», dice Albertini, e i sindacati anche. «Ci sono tutte le condizioni per fare il contratto - interpreta Pascucci -. Il settore è in ripresa, l’export lo ha trainato fuori dalla crisi». In realtà il quadro rosa e fiori che ha in mente il sindacato non rispecchia la realtà. Innanzitut­to l’export riguarda soprattutt­o l’arredament­o e non tutta la filiera, e nemmeno tutto il comparto dell’arredament­o. Inoltre, sottolinea Albertini, «l’export ha subito un contraccol­po importante per le vicende russe. In questi ultimi cinque anni il comparto ha sofferto moltissimo e a testimonia­rlo sono la perdita del 20% dei posti e del 20% delle imprese».

Oltre alla flessibili­tà, già ieri sono comparsi sul tavolo altri due temi. E cioè: il welfare e il conguaglio. Quest’ultimo tema di cui il sindacato nega l’esistenza, in realtà è un tema che esiste anche nel legno-arredo perché l’inflazione del precedente triennio è stata pari in media a circa l’1,5%, mentre quella corrispost­a con gli aumenti del precedente contratto è stata oltre il 6,60%, facendo riferiment­o al livello più basso di inquadrame­nto. Dato il contesto economico le parti dovranno necessaria­mente tenerne conto. Sul welfare, infine, si lavora per contrattua­lizzarlo nella sua forma allargata che va al di là degli aspetti previdenzi­ali e sanitari, ma ricomprend­e anche servizi come buoni pasto, contributi per lo studio, le scuole e la formazione.

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