Etruria, sanzioni agli ex vertici
Multe Bankitalia a ex amministratori e sindaci - Coinvolto anche Boschi
pI l Direttorio della Banca d'Italia ha disposto sanzioni pecuniarie nei confronti di ventisette tra esponenti ed ex esponenti della vecchia Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio, nei confronti della quale il tribunale di Arezzo ha dichiarato lo stato di insolvenza (e la procura aretina ha avviato le indagini per bancarotta fraudolenta). Si tratta di amministratori, sindaci, direttore generale, informa Via Nazionale. Le sanzioni irrogate, con provvedimento del primo marzo scorso, ammontano in totale a 2,2 milioni di euro. Ai singoli sono state inflitte “multe” che vanno dai 52mila ai 130mila euro, a seconda del grado di responsabilità e del periodo di permanenza in carica nel cda. Nell'elenco compaiono anche gli ultimi due presidenti, Lorenzo Rosi e Giuseppe Fornasari (indagati dalla procura), i vice presidenti Alfredo Berni e Pier Luigi Boschi, padre della ministra Maria Elena Boschi, e l'ex direttore generale Luca Bronchi (indagato dalla procura).
Erano già stati raggiunti da sanzioni pecuniarie nel settembre del 2014, a seguito della seconda ispezione di Bankitalia. In quella sede furono irrogate sanzioni per un totale di 2,5 milioni di euro. Boschi in particolare aveva già dovuto pagare circa 120mila euro. Nel verbale di Bankitalia adesso si parla di: «carenze nel governo, nella gestione e nel controllo dei rischi e connessi riflessi sulla situazione patrimoniale da parte dei componenti del cda in carica nell'ultimo biennio»; «inosservanza delle disposizioni in materia di politiche e prassi di remunerazione e incentivazione»; «carenze di controlli da parte dei componenti del collegio sindacale». Boschi pagherà in tutto 130mila euro. Rosi e Berni 129mila euro.
Le sanzioni decise il primo marzo scorso, si afferma a Palazzo Koch, giungono a conclusione di una lunga e articolata procedura iniziata nel maggio del 2015, a seguito degli esiti dell'accertamento ispettivo condotto presso la Banca dell'Etruria fra il novembre 2014 e il febbraio 2015. Gli esiti, particolarmente negativi; (il giudizio numerico riassuntivo fu 6, in una scala di crescente negatività da 1 a 6), condussero la Banca d'Italia a proporre al ministro dell'Economia l'amministrazione straordinaria, disposta il 10 febbraio 2015. Da via Nazionale si sottolinea poi che una procedura sanzionatoria amministrativa segue un iter articolato e rigorosamente definito dalla legge (legge 689/1981 e Testo Unico Bancario) e dalle Disposizioni di vigilanza, ispirate a principi di rispetto del contraddittorio e garanzia del diritto di difesa dei soggetti interessati.
La fase di valutazione delle irregolarità viene avviata qualora dall'attività di controllo emergano fatti che possano costituire una violazione delle norme sull'operatività degli intermediari.
La procedura prevede la contestazione formale delle violazioni ai soggetti interessati, per consentire loro di difendersi presentando controdeduzioni e chiedendo l'accesso agli atti del procedimento e/o audizioni presso gli uffici della Vigilanza. Nel rispetto del principio di separazione tra fase istruttoria e fase decisoria, al Direttorio viene sottoposta la proposta conclusiva, trasmessa insieme agli atti del procedimento. Anche nel caso delle altre tre banche andate in risoluzione nel novembre 2015 erano stati avviati vari procedimenti sanzionatori, gli ultimi dei quali conclusi in aprile 2014 per la Cassa di Risparmio di Ferrara (15 persone per un totale di 1,1 milioni), agosto 2014 per la Banca delle Marche (18 persone per un totale di 4,2 milioni) e luglio 2015 per la Cassa di Risparmio di Chieti (13 persone per un totale di 0,6 milioni).