I giorni della svolta per le tre popolari venete
In pochi giorni si deciderà il destino delle tre grandi banche popolari del Veneto. Grandi polmoni finanziari dell’economia del territorio, alle prese con le richieste della Vigilanza europea della Bce. Da un lato, c’è il Banco Popolare che attende di sapere da Francoforte se il progetto di fusione con Bpm sarà autorizzato o se vinceranno le resistenze regolatorie a quella che potrebbe (o poteva essere) l’unica aggregazione tra banche italiane del 2016. I (pre) giudizi nei confronti delle banche italiane restano forti in Bce - si veda anche quello che sta succedendo in queste ore a Genova sul caso Carige - e un’eventuale bocciatura del merger potrebbe pregiudicare anche futuri tentativi di aggregazione tra altri istituti. Se da un lato si predica maggiore efficienza, dall’altro a Francoforte si alza all’infinito l’asticella delle condizioni affinchè le fu- sioni si realizzino. Favorendo così proprio quelle corporazioni che da sempre difendono lo status quo delle popolari.
Il destino più urgente da decidere è però quello della Popolare di Vicenza, i cui soci oggi sono chiamati in assemblea per un’alternativa secca: o approvare il piano di trasformazione in Spa-quotazione-aumento di capitale oppure farsi commissariare dalla Bce.
La rabbia, e in alcuni casi la disperazione, dei vecchi soci della Popolare Vicenza che hanno perso i propri risparmi con la caduta delle azioni è più che comprensibile. Ma un eventuale voto contrario alla svolta necessaria per evitare il commissariamento della banca, non farebbe recuperare un euro ai sociris parmiatori. E farebbe sprofondare la banca nel territorio inesplorato di un commissariamento da parte della Bce, che potrebbe rivelarsi - dopo l’entrata in vigore delle nuove regole del bail in - ben più complesso di quello che con Bankitalia ha portato al salvataggio di Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti e CariFerrara.
Va detto subito che l’eventuale e auspicato voto favorevole dei soci all’assemblea di oggi, rappresenta solo il presupposto per il rilancio della Popolare di Vicenza. La sfida più grande, stanti le attuali incerte condizioni dei mercati, sarà poi quello con l’aumento di capitale da 1,75 miliardi che il mercato sarà chiamato a sottoscrivere in aprilemaggio. Lo stesso destino che attende Veneto Banca, la terza ex popolare della regione, che tra poche settimane tenterà il salvataggio-rilancio con una ricapitalizzazione da un miliardo imposta dalla Bce e già approvata dall’assemblea.