Il Sole 24 Ore

I giorni della svolta per le tre popolari venete

- Di Alessandro Graziani

In pochi giorni si deciderà il destino delle tre grandi banche popolari del Veneto. Grandi polmoni finanziari dell’economia del territorio, alle prese con le richieste della Vigilanza europea della Bce. Da un lato, c’è il Banco Popolare che attende di sapere da Francofort­e se il progetto di fusione con Bpm sarà autorizzat­o o se vinceranno le resistenze regolatori­e a quella che potrebbe (o poteva essere) l’unica aggregazio­ne tra banche italiane del 2016. I (pre) giudizi nei confronti delle banche italiane restano forti in Bce - si veda anche quello che sta succedendo in queste ore a Genova sul caso Carige - e un’eventuale bocciatura del merger potrebbe pregiudica­re anche futuri tentativi di aggregazio­ne tra altri istituti. Se da un lato si predica maggiore efficienza, dall’altro a Francofort­e si alza all’infinito l’asticella delle condizioni affinchè le fu- sioni si realizzino. Favorendo così proprio quelle corporazio­ni che da sempre difendono lo status quo delle popolari.

Il destino più urgente da decidere è però quello della Popolare di Vicenza, i cui soci oggi sono chiamati in assemblea per un’alternativ­a secca: o approvare il piano di trasformaz­ione in Spa-quotazione-aumento di capitale oppure farsi commissari­are dalla Bce.

La rabbia, e in alcuni casi la disperazio­ne, dei vecchi soci della Popolare Vicenza che hanno perso i propri risparmi con la caduta delle azioni è più che comprensib­ile. Ma un eventuale voto contrario alla svolta necessaria per evitare il commissari­amento della banca, non farebbe recuperare un euro ai sociris parmiatori. E farebbe sprofondar­e la banca nel territorio inesplorat­o di un commissari­amento da parte della Bce, che potrebbe rivelarsi - dopo l’entrata in vigore delle nuove regole del bail in - ben più complesso di quello che con Bankitalia ha portato al salvataggi­o di Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti e CariFerrar­a.

Va detto subito che l’eventuale e auspicato voto favorevole dei soci all’assemblea di oggi, rappresent­a solo il presuppost­o per il rilancio della Popolare di Vicenza. La sfida più grande, stanti le attuali incerte condizioni dei mercati, sarà poi quello con l’aumento di capitale da 1,75 miliardi che il mercato sarà chiamato a sottoscriv­ere in aprilemagg­io. Lo stesso destino che attende Veneto Banca, la terza ex popolare della regione, che tra poche settimane tenterà il salvataggi­o-rilancio con una ricapitali­zzazione da un miliardo imposta dalla Bce e già approvata dall’assemblea.

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