Il Sole 24 Ore

Il fronte del sì in vantaggio prima della conta

- Katy Mandurino

pNon ha quote societarie e non sarà presente questa mattina in assemblea, ma la Fondazione Cariverona, nei giorni scorsi sotto la lente per un suo possibile coinvolgim­ento nell’aumento di capitale, «continua a seguire con attenzione tutti gli sviluppi possibili nel turn-round intrapreso dalla Banca Popolare di Vicenza. In quest’ambito – recita una nota della fondazione diffusa ieri alla fine del primo cda dopo l’elezione del nuovo presidente Alessandro Mazzucco – Cariverona mantiene la posizione, espressa in più sedi dal presidente, di ascolto verso il territorio e verso i suoi soggetti finanziari ed economici». Non una totale chiusura, dunque, nei confronti delle richieste di sostegno all’aumento di capitale, piuttosto un atteggiame­nto attendista, ben espresso dalle parole di Mazzucco giorni fa: «Ora come ora, non sottoscriv­eremmo l’aumento di capitale». Dove il condiziona­le fa pensare che la fondazione voglia aspettare la definizion­e del prezzo di Borsa delle azioni o la percentual­e di copertura della sottoscriz­ione del mercato (che potrebbe completare, senza far intervenir­e il consorzio di garanzia di Unicredit).

Cda chiarifica­tore anche per Cariprato, che invece detiene quote nel capitale sociale di BpVi (lo 0,4%). Con una delibera, la fondazione toscana fa sapere che dirà sì alla trasformaz­ione in Spa della banca, alla delega per procedere con l’aumento di capitale e all’ammissione alla quotazione, ma non è ancora chiaro se ricapitali­zzerà, correndo il rischio di un ulteriore perdita di valore del proprio pacchetto azionario.

Un appello per il “sì” è arrivato nei giorni scorsi anche dal mondo politico: il vice ministro dell’Economia Enrico Morando, ribadendo la necessità di tre approvazio­ni, ha detto che «eventuali ritardi non consentire­bbero di ottemperar­e a quanto dalla Bce formalment­e richiesto».

Il fronte del “no” resta, però, consistent­e: si schierano su questa linea, oltre alle associazio­ni “Noi che credevamo nella Banca Popolare di Vicenza” e “Azionisti associati BpVi”, anche il Coordiname­nto Associazio­ni Soci Banche Popolari Venete, raggruppam­ento di 18 sigle che rappresent­ano, per quanto riguarda la BpVi, 30mila soci. «Un piano industrial­e alternativ­o c’è - dice Patrizio Miatello -, la Bce non impone nulla, ha solo detto che è pronta ad adottare “misure di vigilanza”». Il riferiment­o è all’ipotesi di scomporre il gruppo BpVi, vendendone delle parti in modo da far scendere l’attivo sotto gli 8 miliardi, dove non c’è obbligo di diventare Spa.

GLI ENTI AZIONISTI La Fondazione CariVerona non esclude un intervento in sede di aumento di capitale Da CariPrato ok alla Spa e alla quotazione in Borsa

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