Il Sole 24 Ore

Il Verona, il marchio e i conti in rosso

- di Gianni Dragoni

Il carpigiano Maurizio Setti è entrato da pochi anni nel calcio di serie A con il Verona Hellas Fc, di cui ha comprato l’80% nel giugno 2012 e l’anno successivo è salito al 100 per cento. Tuttavia, per tentare di far quadrare i conti che non tornano, l’imprendito­re emiliano della moda già socio del Bologna ha fatto ricorso a un vecchio metodo, un’operazione di cosmesi contabile praticata da molte squadre con i bilanci in profondo rosso, per esempio Inter, Milan, Roma, Lazio, il fallito Parma, Sampdoria, Genoa (ma non Juventus e Napoli): la “vendita” del marchio, per far emergere una plusvalenz­a che coprisse i buchi nel bilancio. Però non si tratta di vera vendita, perché a “comprare” il marchio è una società posseduta dalla stessa squadra di calcio o dal suo azionista. Insomma, è un'operazione fittizia che genera un guadagno solo sulla carta, ma nella sostanza nulla cambia.

Con atto del notaio Luca Barassi del 13 dicembre 2013 l’Hellas Verona, tornato in serie A sei mesi prima, ha ceduto i marchi “Verona” alla Hellas Verona marketing & communicat­ion Srl, all'epoca interament­e posseduta dall'azionista unico del club di calcio, la Hv7 Srl, che ha sede a Carpi. Prezzo di cessione 16 milioni di euro. La “cessione” del marchio ha fatto iscrivere una plusvalenz­a di 15,985 milioni nel bilancio della società di calcio, come segnala anche il revisore Baker Tilly Revisa. E questa, insieme alle plusvalenz­e nette da calciomerc­ato per 10,2 milioni, ha portato il bilancio 2014 dell'Hellas Verona in utile per 5,28 milioni, dopo il rosso di 5,35 milioni nell'anno precedente.

Nell'esercizio successivo Setti ha fatto un'altra operazione. La società di calcio è diventata proprie- taria dell'88,89% della società a cui aveva “venduto” il marchio, “versando” 5,09 milioni in un aumento di capitale nel quale Hv7 ha rinunciato al diritto di opzione, riducendo la sua quota all'11% circa. In realtà non si sono mossi soldi, perché Hellas Verona ha usato come moneta parte del credito per la “vendita” del marchio. Nell'esercizio al 30 giugno 2015 il giro d'affari dell'Hellas Verona è diminuito da 43,4 a 40,76 milioni, mentre è aumentato il costo del personale da 29,1 a 33,9 milioni. Sul calciomerc­ato il club ha realizzato le stesse plusvalenz­e dell'anno prima, 10,3 milioni: di cui 7 milioni dalla cessione di Juan Iturbe all'As Roma per 22 milioni. Il pagamento è in parte coperto dalla vendita, per 4 milioni, di un calciatore della Roma al Verona, Federico Viviani. Senza più plusvalenz­e fittizie come quella per il marchio, il bilancio dell'Hellas Verona nel 2015 è tornato in rosso per 6,92 milioni. Il socio unico Hv7 ha anche ricapitali­zzato il club per 2,5 milioni convertend­o un prestito in riserva in conto capitale. E il socio ha preannunci­ato che nella stagione in corso verserà altri 7 milioni al club, che è ultimo in serie A. Da notare infine che il socio unico Hv7 è interament­e posseduto dalla Falco Investment­s Sa. Una società che non ha sede a Carpi, come il patron Setti, ma in Lussemburg­o.

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Fonte: Bilancio della società (*) Escluse le plusvalenz­e da cessione calciatori
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