Le due strade da percorrere per ottenere giustizia nei Tribunali
Le diverse opzioni possibili tra azionisti e clienti delle banche
Due strade, due vesti, due impostazioni diverse. La prima: agire nei confronti di Veneto Banca e di Banca popolare di Vicenza come azionisti o come obbligazionisti. La seconda: farlo come clienti. È questa la prima, importante, decisione da prendere se si è determinati a rivolgersi a un Tribunale per chiedere un risarcimento dei danni derivanti dal tracollo delle due banche del Nord Est. Sì perché le conseguenze e le impostazioni “tattiche” che gli avvocati daranno alle proprie comparse saranno molto diverse a seconda che si decida di agire in veste di investitori in capitale di rischio oppure se farlo come semplici utenti dei servizi di investimento della banca. «Nel primo caso - spiega Carlo Emilio Esini, legale da anni impegnato nella tutela del pubblico risparmio- la prima cosa da fare è denunciare i fatti alla procura della Repubblica. Una denuncia che non si limiti a coinvolgere i vertici della banca, ma pure gli organi di controllo interni (collegio sindacale e società di revisione) ed esterni. Una volta giunti a un (eventuale) rinvio a giudizio, costituirsi parte civile nell’ambito del processo. Poi, anche se duole dirlo, non resta altro da fare che sedersi e attendere i tempi della giustizia penale». Dalle eventuali pronunce del Tribunale in ordine alla colpevolezza degli organi delle banche scaturirà il diritto a un risarcimento. Diverso il caso in cui si agisca come clienti. Qui occorre documentare in modo dettagliato, per «tabulas» l’evoluzione cronologica del rapporto con la banca, la contrattualistica, i moduli sottoscritti in occasione delle operazioni di acquisto di titoli (siano essi obbligazionari siano essi azionari). « Piuttosto le difficoltà sorgono nel riuscire a reperire i documenti necessari a questa ricostruzione, una difficoltà sorta anche in seguito all’abrogazione del regolamento Consob 11522 che, al comma 5 dell’articolo 28, imponeva agli intermediari di mettere “sollecitamente a disposizione dell’investitore che ne faccia richiesta i documenti e le registrazioni in loro possesso che lo riguardano”». Invece che cosa occorre evitare di fare assolutamente? Esini non esita «Gettare via altro denaro. Va eseguita una diagnosi approfondita della propria situazione, evitando di autoingannarsi sulle effettive prospettive di recupero e analizzando con freddezza (e magari insieme a un legale di propria fiducia) le proprie carte. Soltanto in seguito a questa analisi poi si dovrebbe valutare se dare corso a un’azione legale».