Il pubblico Usa e lo scontro tra miliardari
Avete seguito l’attacco di giovedì scorso di Mitt Romney contro Donald Trump? Due uomini d’affari prestati alla politica che si scontrano pubblicamente non sono mai un bello spettacolo. Ma in questo caso ci sono tali e tanti retroscena psicologici da rendere la discesa in campo di Romney controproducente. Secondo me avrebbe fatto meglio a starsene zitto anche perché invece di danneggiare Trump, lo ha certamente aiutato.
Un paradosso? Non c’è dubbio che negli affari Romney è più serio e ha sempre avuto più credibilità di Trump, almeno nel senso tradizionale del termine. L’altro appare sempre un po’ leggero a pensare bene, truffaldino a pensare male. Romney non ha la fortuna che Trump dice di avere, 10 miliardi di dollari. E a un certo punto ha mollato il lavoro per prendersi la rogna di rimettere in carreggiata le Olimpiadi invernali di Salt Lake City. Con successo. Ma è questa la prima debolezza di Romney: non può credere che un Trump qualsiasi possa fare meglio di quanto fece lui alle primarie repubblicane. Si tratta di due opposti: rigido, controllato, senza un capello fuori posto Romney; volatile, incontrollato con una capigliatura che da sola dice tutto Trump. Sono i due volti del mondo degli affari americano. Chi ha creato lo scandalo sub prime è più simile a Trump che a Romney. Ma anche questo signfica poco. Personalmente sono convinto che Trump non sia adatto a fare il Presidente degli Stati Uniti d’America, in parte, per molte delle ragioni che ha usato Romney la settimana scorsa: «è un falso e un cialtrone… ammira Vladimir Putin, è un esempio contorto del male che vince sul bene». Tutto verosimile e tutto possibile. Ma non sarà Romney a convincere gli americani che votano Trump che hanno a che fare con un truffatore. Quando trovi qualcuno che vende il Colosseo, in genere chi compra si fida del venditore, quasi lo ammira, quasi si sente gratificato di poter comprare qualcosa da lui. Potrà essere avvertito cento volte ma alla fine si accorgerà di aver sbagliato solo dopo, solo quando la truffa diventerà evidente. Ad esempio: sarà vero che Trump vale 10 miliardi di dollari? A New York, e qui lo conoscono bene, non ci crede nessuno. Ma non importa, ci credono gli altri. Speriamo che aprano gli occhi, da soli, prima delle elezioni, perché dopo sarà troppo tardi.