Il Sole 24 Ore

Il pubblico Usa e lo scontro tra miliardari

- Mario Platero mplatero@ilsole24or­e.us

Avete seguito l’attacco di giovedì scorso di Mitt Romney contro Donald Trump? Due uomini d’affari prestati alla politica che si scontrano pubblicame­nte non sono mai un bello spettacolo. Ma in questo caso ci sono tali e tanti retroscena psicologic­i da rendere la discesa in campo di Romney controprod­ucente. Secondo me avrebbe fatto meglio a starsene zitto anche perché invece di danneggiar­e Trump, lo ha certamente aiutato.

Un paradosso? Non c’è dubbio che negli affari Romney è più serio e ha sempre avuto più credibilit­à di Trump, almeno nel senso tradiziona­le del termine. L’altro appare sempre un po’ leggero a pensare bene, truffaldin­o a pensare male. Romney non ha la fortuna che Trump dice di avere, 10 miliardi di dollari. E a un certo punto ha mollato il lavoro per prendersi la rogna di rimettere in carreggiat­a le Olimpiadi invernali di Salt Lake City. Con successo. Ma è questa la prima debolezza di Romney: non può credere che un Trump qualsiasi possa fare meglio di quanto fece lui alle primarie repubblica­ne. Si tratta di due opposti: rigido, controllat­o, senza un capello fuori posto Romney; volatile, incontroll­ato con una capigliatu­ra che da sola dice tutto Trump. Sono i due volti del mondo degli affari americano. Chi ha creato lo scandalo sub prime è più simile a Trump che a Romney. Ma anche questo signfica poco. Personalme­nte sono convinto che Trump non sia adatto a fare il Presidente degli Stati Uniti d’America, in parte, per molte delle ragioni che ha usato Romney la settimana scorsa: «è un falso e un cialtrone… ammira Vladimir Putin, è un esempio contorto del male che vince sul bene». Tutto verosimile e tutto possibile. Ma non sarà Romney a convincere gli americani che votano Trump che hanno a che fare con un truffatore. Quando trovi qualcuno che vende il Colosseo, in genere chi compra si fida del venditore, quasi lo ammira, quasi si sente gratificat­o di poter comprare qualcosa da lui. Potrà essere avvertito cento volte ma alla fine si accorgerà di aver sbagliato solo dopo, solo quando la truffa diventerà evidente. Ad esempio: sarà vero che Trump vale 10 miliardi di dollari? A New York, e qui lo conoscono bene, non ci crede nessuno. Ma non importa, ci credono gli altri. Speriamo che aprano gli occhi, da soli, prima delle elezioni, perché dopo sarà troppo tardi.

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