La paura fa perdere occasioni agli italiani
Le risposte al test proposto da Plus24 mostrano una diffidenza che impedisce di cogliere opportunità
Un maratoneta che arriva dove vuole o un diffidente che preferisce non rischiare? Erano questi i due profili estremi del test di autovalutazione rispetto all’atteggiamento verso il mercato pubblicato su Plus24 dello scorso 20 febbraio e che i lettori del Sole hanno potuto compilare anche sul sito web del giornale. Se si prendessero le risposte più votate sul sito e si sommassero per tracciare un profilo, verrebbe fuori un maratoneta. Ma for- se non è così. A una delle domande si poteva rispondere, tra l’altro, se si preferivano fare 1000 lanci con una moneta e in quel caso con testa si guadagnavano 15 euro e con croce se ne perdevano 10, oppure se si preferiva fare un solo lancio con una vincita di 5 euro in caso di testa e senza perdite per croce. Quasi il 50% ha fatto questa scelta. In un numero elevato di lanci di una moneta, spiegano i matematici, le due probabilità tendono a essere pari, quindi la prima scelta si può tradurre facilmente in una vincita intorno ai 5mila euro. Ma i lettori hanno preferito non rischiare.
Ruggero Bertelli , dell’Università di Siena ed esperto di finanza comportamentale e gestione del rischio di credito, oltre che autore del test, spiega: «Si tratta della risposta che indica il classico atteggiamento di avversione alle perdite. Si preferisce non partecipare alla maratona dei mille lanci, ma si perde un guadagno quasi sicuro».
Dunque una forte diffidenza. Controbilanciata da antidoti? Certo il 44% dice di avere obiettivi chiari di investimento. Ma la maggioranza o ha un orizzonte breve (che in questo periodo significa perdite quasi sicure, spiega Bertelli) oppure non hanno obiettivi chiari. E la chiarezza degli obiettivi è il primo antidoto agli errori che derivano dall’avversione alle perdite. Quelli che si rivolgono a un consulente per avere indicazioni su investimenti rischiosi come gli high yield, sono circa la metà. L’altra metà però non lo fa. Così anche il 46% mostra di avere chiarezza sui tempi per misurare un investimento. Più della metà però no. «C’è un grande lavoro di educazione finanziaria da fare - conclude Bertelli - perché il quadro che emerge è di diffidenza, che sembra frenare l’investimento più che indurre comportamenti corretti».