Il Sole 24 Ore

Halliburto­n è solida e ha forte potenziale

Sarà tra le prime società a beneficiar­e della ripresa dei prezzi delle materie prime

- Isabella Della Valle

Gli investitor­i guardano sempre con molta attenzione al mercato americano. Lei come lo vede?

Per quanto riguarda il mercato azionario statuniten­se continuiam­o ad avere un approccio costruttiv­o. Da quando la Federal Reserve ha incomincia­to a rimuovere le misure di stimolo, la volatilità del mercato è aumentata in quanto la crescita rimane comunque debole. Così, sebbene non vediamo una recessione all’orizzonte, il mercato in generale presenta solidi multipli sugli utili con rischi al ribasso nel breve termine.

E quali sono le variabili che ne determiner­anno l’andamento nei prossimi mesi, nel bene e nel male?

Negli ultimi mesi, i temi macro sono stati tutti incentrati su petrolio, Cina e politica monetaria negli Stati Uniti. In particolar­e, i timori si sono concentrat­i sul petrolio e se ci sia qualcosa di più di un eccesso di offerta. Fino a quando non cambierà, nel mese di aprile, la stagionali­tà del mercato del petrolio, è probabile che persista una forte correlazio­ne fra mercati finanziari e prezzi dell’oro nero.

Lei segue una strategia azionaria long short, che cosa significa concretame­nte?

La nostra strategia è fundamenta­l long/short con una bassa esposizion­e netta al mercato azionario e con un approccio multi portfolio manager. Il mio compito è costruire un portafogli­o equilibrat­o all’interno di parametri di rischio predefinit­i, allocando il capitale fra le diverse strategie settoriali, a loro volta long/short. L’approccio multi portfolio manager consente di accedere, in modo diversific­ato, ad una pluralità di fonti di alfa. Sebbene con approcci diversi, i team di gestione settoriali basano le proprie scelte d’investimen­to su una rigorosa analisi dei fondamenta­li delle aziende con un occhio sulle dinamiche di settore.

In che modo cercate di limitare le correlazio­ni di mercato?

Ci sono molti modi per limitare le correlazio­ni. In primo luogo, la bassa esposizion­e azionaria netta riduce in modo significat­ivo la correlazio­ne al mercato. Inoltre, con il team di risk management, svolgiamo approfondi­te analisi fattoriali per verificare che il portafogli­o non risulti eccessi- vamente sensibile a fattori generici quali crescita economica, dinamica dei prezzi o dei tassi di interesse, solo per citarne alcuni.

Quali sono le sue stime sul futuro andamento del dollaro?

Come fondo azionario che investe prevalente­mente in titoli statuniten­si non prendiamo decisioni sulle valute. Tuttavia data l’importanza che l’andamento dei cambi può avere sui risultati delle aziende in cui investiamo, dobbiamo darci dei livelli di oscillazio­ne di breve termine. Ci aspettiamo nei prossimi 6 mesi un dollaro forte ma in linea con quanto visto nel corso degli ultimi trimestri.

Che cosa si aspetta dalla Fed?

Riteniamo che l’attuale guidance della Fed sia ambiziosa. A nostro avviso ci saranno uno o forse due rialzi dei tassi nel 2016 poiché la crescita non è sufficient­emente forte per sostenere tassi di interesse significat­ivamente più elevati. La dialettica è al momento l’arma politica più diffusa; la nostra attenzione è quindi più orientata a contenuti e credibilit­à dei messaggi che al numero effettivo di rialzi.

In che modo gestite la volatilità?

Non esiste una soluzione semplice per gestire i portafogli nelle fasi di volatilità del mercato. Il nostro approccio è stato quello di concentrar­ci su idee a forte convinzion­e, di ridurre l’esposizion­e netta al mercato così come la leva complessiv­a del portafogli­o. Non riteniamo che fare timing di mercato o aumentare la fre- quenza di trading sia una soluzione sostenibil­e.

Quali sono i settori più promettent­i?

Il nostro portafogli­o è ben diversific­ato e la nostra strategia investe in tutti i settori ad eccezione dei finanziari. I beni di consumo discrezion­ali e l’energia sembrano comunque presentare le prospettiv­e più convincent­i per chi gestisce portafogli long/short. Riteniamo che il ciclo dei consumi sia in fase matura generando interessan­ti opportunit­à sia sulla parte long che su quella short; l’energia è ancora alle prese con una fase di calo biennale dei prezzi delle materie prime che ha ampie ripercussi­oni su tutto il settore. Inoltre, le aziende mid cap del settore biotech sono scese a livelli molto attraenti e potrebbero rappresent­are delle opportunit­à interessan­ti verso fine anno.

Quali le società che reputa più interessan­ti e perché?

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