Halliburton è solida e ha forte potenziale
Sarà tra le prime società a beneficiare della ripresa dei prezzi delle materie prime
Gli investitori guardano sempre con molta attenzione al mercato americano. Lei come lo vede?
Per quanto riguarda il mercato azionario statunitense continuiamo ad avere un approccio costruttivo. Da quando la Federal Reserve ha incominciato a rimuovere le misure di stimolo, la volatilità del mercato è aumentata in quanto la crescita rimane comunque debole. Così, sebbene non vediamo una recessione all’orizzonte, il mercato in generale presenta solidi multipli sugli utili con rischi al ribasso nel breve termine.
E quali sono le variabili che ne determineranno l’andamento nei prossimi mesi, nel bene e nel male?
Negli ultimi mesi, i temi macro sono stati tutti incentrati su petrolio, Cina e politica monetaria negli Stati Uniti. In particolare, i timori si sono concentrati sul petrolio e se ci sia qualcosa di più di un eccesso di offerta. Fino a quando non cambierà, nel mese di aprile, la stagionalità del mercato del petrolio, è probabile che persista una forte correlazione fra mercati finanziari e prezzi dell’oro nero.
Lei segue una strategia azionaria long short, che cosa significa concretamente?
La nostra strategia è fundamental long/short con una bassa esposizione netta al mercato azionario e con un approccio multi portfolio manager. Il mio compito è costruire un portafoglio equilibrato all’interno di parametri di rischio predefiniti, allocando il capitale fra le diverse strategie settoriali, a loro volta long/short. L’approccio multi portfolio manager consente di accedere, in modo diversificato, ad una pluralità di fonti di alfa. Sebbene con approcci diversi, i team di gestione settoriali basano le proprie scelte d’investimento su una rigorosa analisi dei fondamentali delle aziende con un occhio sulle dinamiche di settore.
In che modo cercate di limitare le correlazioni di mercato?
Ci sono molti modi per limitare le correlazioni. In primo luogo, la bassa esposizione azionaria netta riduce in modo significativo la correlazione al mercato. Inoltre, con il team di risk management, svolgiamo approfondite analisi fattoriali per verificare che il portafoglio non risulti eccessi- vamente sensibile a fattori generici quali crescita economica, dinamica dei prezzi o dei tassi di interesse, solo per citarne alcuni.
Quali sono le sue stime sul futuro andamento del dollaro?
Come fondo azionario che investe prevalentemente in titoli statunitensi non prendiamo decisioni sulle valute. Tuttavia data l’importanza che l’andamento dei cambi può avere sui risultati delle aziende in cui investiamo, dobbiamo darci dei livelli di oscillazione di breve termine. Ci aspettiamo nei prossimi 6 mesi un dollaro forte ma in linea con quanto visto nel corso degli ultimi trimestri.
Che cosa si aspetta dalla Fed?
Riteniamo che l’attuale guidance della Fed sia ambiziosa. A nostro avviso ci saranno uno o forse due rialzi dei tassi nel 2016 poiché la crescita non è sufficientemente forte per sostenere tassi di interesse significativamente più elevati. La dialettica è al momento l’arma politica più diffusa; la nostra attenzione è quindi più orientata a contenuti e credibilità dei messaggi che al numero effettivo di rialzi.
In che modo gestite la volatilità?
Non esiste una soluzione semplice per gestire i portafogli nelle fasi di volatilità del mercato. Il nostro approccio è stato quello di concentrarci su idee a forte convinzione, di ridurre l’esposizione netta al mercato così come la leva complessiva del portafoglio. Non riteniamo che fare timing di mercato o aumentare la fre- quenza di trading sia una soluzione sostenibile.
Quali sono i settori più promettenti?
Il nostro portafoglio è ben diversificato e la nostra strategia investe in tutti i settori ad eccezione dei finanziari. I beni di consumo discrezionali e l’energia sembrano comunque presentare le prospettive più convincenti per chi gestisce portafogli long/short. Riteniamo che il ciclo dei consumi sia in fase matura generando interessanti opportunità sia sulla parte long che su quella short; l’energia è ancora alle prese con una fase di calo biennale dei prezzi delle materie prime che ha ampie ripercussioni su tutto il settore. Inoltre, le aziende mid cap del settore biotech sono scese a livelli molto attraenti e potrebbero rappresentare delle opportunità interessanti verso fine anno.
Quali le società che reputa più interessanti e perché?