Segni di ripresa (in)equivocabili dal settore immobiliare
Un primo segnale incoraggiante su una ripresa del mercato immobiliare era arrivato a fine 2015 da Bankitalia. Nel diffondere il Rapporto sulla Stabilità Finanziaria, l’authority di Via Nazionale aveva sottolineato che per la prima volta dal 2011 la flessione dei prezzi delle case in Italia si è arrestata. Tuttavia veniva rimarcato che la situazione rimane preoccupante dal momento che «lo stock di case invendute è ancora elevato e rappresenta un importante fattore di rischio per la dinamica dei prezzi».
Ma se è ancora prematuro sostenere la definitiva uscita dal tunnel che il settore del real estate ha ormai imboccato da oltre un decennio, negli ultimi mesi continuano a essere diffusi report incoraggianti. Chiari segnali di un consolidamento della ripresa in atto nel settore - seppur con un rallentamento del tasso di crescita - sono emersi in settimana dalla diffusione dei dati dell’indice Fiups, che rappresenta sinteticamente l’evoluzione del Sentiment degli operatori. Il Fiups nel corso del 2015 è passato infatti dai 19,50 punti dell’ultimo quadrimestre 2014 ai 19,74 dell’ultimo quadrimestre del 2015, confermando il senso di diffuso ottimismo sulle prospettive del Paese. Almeno tra gli operatori del settore che, come possono, tendono sempre a vedere il bicchiere mezzo pieno.
L’ottimismo del panel di 200 operatori intervistati, arriva soprattutto dalle percezione di un’economia nazionale in sensibile miglioramento nell’ultimo anno, con un 48% delle preferenze rispetto al 27% registrato all’inizio del 2015, mentre circa il 69% degli intervistati (il dato a gennaio 2015 era pari al 32%) ha espresso la propria fiducia per un ulteriore miglioramento del contesto economico generale nei prossimi 12 mesi. A conferma di quanto sopra, gli operatori del settore immobiliare, oltre ad aver dichiarato di non volere procedere a modifiche di rilievo nella consistenza del personale, hanno espresso la propria propensione ad attuare una crescita degli investimenti in nuovi business (37%).
In particolare i comparti residenziale e commerciale guidano la ripresa, con prezzi in lieve crescita e tempi di compravendita in diminuzione, mentre si rileva un consolidato trend di stabilità per uffici e alberghi (69% e 68%). Contrariamente alle rilevazioni su prezzi e tempi di compravendita, il dato relativo allo sconto medio praticato mostra una spaccatura del campione fra chi si attende una percentuale di sconto elevata, specie nei settori residenziale e uffici, e chi prevede bassi sconti, specie nei settori commerciale, i ndustriale e alberghiero. È quindi necessario attendere ancora un po’ per assistere all’attesa inversione di rotta di tutti gli indicatori all’unisono.