Il Sole 24 Ore

Ceramica a due velocità

Occasioni d’acquisto sulle opere dei ceramisti puri ancora non sopravvalu­tati Il ruolo di Fontana

- Maria Adelaide Marchesoni

Sensuale, malleabile, antica come l’arte, l’argilla viene utilizzata sempre più spesso dagli artisti contempora­nei senza essere un mezzo espressivo esclusivo. L’infinita versatilit­à permette di creare oggetti in modo spontaneo e diretto, tuttavia la ceramica ha due anime, fragile ed elitaria, vive in due “mondi paralleli” dove convivono due “categorie” di artisti. Da un lato i ceramisti tout court con le loro gallerie di riferiment­o negli spazi dedicati alle arti decorative e nei luoghi deputati al design, dall’altro gli artisti che utilizzano anche la ceramica, ma appartengo­no al sistema dell’arte contempora­nea. Così il mercato si divide: i prezzi sono più contenuti per i ceramisti puri e salgono vertiginos­amente per la ceramica trattata nelle gallerie di contempora­neo. Nella prima categoria troviamo l’inglese Kate Malone (1959) i cui vasi in ceramica e le sculture intricate sono proposte dal dealer londinese Adrian Sassoon tra 250 e 30mila sterline (top price in asta 4.780 dollari). Insieme a Michael Eden (1955) e Bouke de Vries (1960) la galleria londinese propone del primo opere complesse che uniscono il disegno e il software 3D in un range di prezzo tra 3.650 e 17mila sterline, e del secondo, ex restaurato­re di ceramica, le opere sono comprese tra 5.000 e 15.000 sterline. Prezzi infinitame­nte inferiori a quelli del mercato contempora­neo, in cui la ceramica è uno dei materiali adoperati da maestri come Fontana o Ai Weiwei. Per esempio la tonnellata di «Kui Hua Zi» (Semi di girasole) in porcellana realizzata dll’artista cinese (1957) nel 2008, dopo il passaggio nel 2010 alla Turbine Hall della Tate, nell’ottobre 2012 raggiunse da Christie’s 421mila sterline. Le opere in ceramica dell’artista italo-brasiliana Anna Maria Maiolino da Hauser & Wirth e Raffaella Cortese oscillano tra 30mila e 250mila euro, da Anton Kern Gallery di New York le ceramiche di Alessandro Pessoli (1963) tra 12mila e 50mila dollari, ma il suo top lot in asta si è fermato a 3.750 sterline da Phillips de Pury nel 2010.

Le ragioni del doppio binario vanno ricercate nel mezzo e nell’idea: «Un artista ceramista – spiega Matteo Zauli, fondatore del Museo Carlo Zauli di Faenza – domina tecnicamen­te il materiale, ma non l’aspetto concettual­e. Bellezza formale e tecnica sofisticat­a sono requisiti fondamenta­li ma non sufficient­i per iscrivere un lavoro in ceramica nel segmento dell’arte contempora­nea». Questa linea di demarcazio­ne potrebbe essere superata: «dal semplice inseriment­o di altri media con maggior forza concettual­e e una visione più ampia – prosegue Zauli – come nel lavoro di Nero, Andrea Salvatori o Silvia Celeste Calcagno, vincitrice dell’ultimo Premio Faenza (le sue opere alle Officine Saffi vanno da mille euro a 30mila per le grandi installazi­oni) che unisce la ceramica alla fotografia, al video e al suono». Tra le gallerie specializz­ate in ceramica Erskine, Hall & Coe a Londra, che oltre a presentare le opere dei maestri del passato come Hans Coper e Lu- cie Rie, ha in portafogli­o una selezione di giovani artisti come l’americano Matt Wedel (1983) le cui sculture sono comprese tra 1.400-4.500 sterline, in asta da Phillips a New York un suo lavoro del 2010 è passato per 12.500 dollari.

Insomma questo mercato dell’arte ceramica appare meno oggetto di speculazio­ne; molto attivo fuori dei nostri confini, in Italia, salvo pochi casi virtuosi, la ceramica non gode certo di buona salute e non è mai riuscita, tranne in pochissimi casi, ad uscire dalla dimensione di “arte decorativa”. Eppure non mancano i musei dedicati dal MicMuseo Internazio­nale delle ceramiche di Faenza – con la più grande raccolta di opere in ceramica e il famoso Premio – al Museo della Ceramica di Savona e agli altri musei in località che ospitano quest’artigianat­o di elevata qualità.

Diverso all’estero: nel Regno Unito, principalm­ente a Londra, nell’Europa del Nordenegli­Statesvièu­namaggioro­fferta per le richieste di esigenti collezioni­sti, per non parlare della tradizione del Giappone.

Quali i limiti del collezioni­smo di ceramica? «La fragilità, ma quando riesci a superare questa barriera diventa una passione smodata – racconta Zauli –. Le opere in ceramica di Fontana hanno dato una grande spinta al collezioni­smo». Il suo «Caminetto» in ceramica del ’48 lo scorso aprile Christie’s lo ha battuto a Milano per 1.450.200 euro dalla stima tra 120-180mila euro. In asta troviamo la ceramica tra le arti decorative per le opere del XIX e XX secolo, ma poi bisogna guardare i cataloghi delle aste di Post War e Contempora­ry e di Design per ritrovare gli artisti ceramisti più famosi. «Non avrebbe senso istituire un’asta dedicata alla ceramica contempora­nea – spiega Raphaelle Blanga, alla guida del dipartimen­to dell’Arte contempora­nea di Sotheby’s Italia – se non in caso di dispersion­i di specifiche collezioni. La ceramica non deve essere isolata, fa parte del segmento del contempora­neo e del design e – prosegue – l’interesse è in aumento, favorito dalla riscoperta delle opere in ceramica di Fontana, dalla rivalutazi­one della scultura e delle opere in ceramica di giovani artisti».

Molte le fiere specializz­ate dal Sofa di Chicago (novembre 2016) al Cal (Ceramic Art London, dall’8 al 10 aprile 2016) e al Collect di Londra (febbraio 2017) o gli appuntamen­ti dedicati al design come PAD (Londra, ottobre 2016, Parigi, 31 marzo-3 aprile) e il Salon Art & Design a New York (novembre 2016).

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COURTESY OFFICINE SAFFI, MILANO «Square Container» 2014 di Christina Schou Christense­n
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«Memory Vessel XXXIV» 2015 di Bouke de Vries, vetro con l’originale forma dei resti raccolti di un vaso cinese Kangxi con il coperchio del XIX secolo, cm 45 h x 30 diametro, BdV37

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