Il Sole 24 Ore

Scandalo Petrobras: Lula sotto accusa

Colpo dur issimo per l’attuale capo di Stato Dilma Rousseff a pochi mesi dall’inizio delle Olimpiadi di Rio de Janeiro

- R.D.R.

La polizia preleva da casa l’ex presidente e lo rilascia dopo tre ore - Borsa e real in rialzo

pUn colpo durissimo per il Brasile di Dilma Rousseff, a pochi mesi dalle Olimpiadi di Rio de Janeiro. L’ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva, padre politico dell’attuale leader Rousseff , è stato prelevato da casa dalla polizia e accompagna­to per un interrogat­orio. Dopo tre ore è stato rilasciato; nei suoi confronti non è stato spiccato alcun mandato di arresto né è stato incriminat­o.

Il leader più carismatic­o del Brasile contempora­neo ha subito la perquisizi­one della sua casa e dell’ufficio, nell’ambito dell’inchiesta sullo scandalo Petrobras (il caso lava jato, operazione autolavagg­io). L’accompagna­mento coatto è stato disposto in quanto Lula si era rifiutato di andare a deporre spontaneam­ente. L’ex presidente ha risposto a tutte le domande del pm Igor Romario, «È tranquillo e non ha avuto alcuna reazione rabbiosa», ha detto il magistrato

Lo scandalo Petrobras

L’inchiesta prende il nome del colosso petrolifer­o statale che ha distribuit­o oltre 2 miliardi di dollari in mazzette a politici del Partito dei Lavoratori, di cui Lula è stato leader.

L’ipotesi è che Lula, quando era alla guida del Paese, tra il 2003 e il 2010, abbia tratto benefici dallo schema corruttivo che vedeva al centro il colosso energetico brasiliano, ottenendo vantaggi per se stesso, il suo Partito dei Lavoratori, o anche per il suo governo. Il nome di Lula è stato fatto da alcuni accusati che hanno deciso di collaborar­e in cambio di una riduzione di pena.

L’indagine si avvicina sempre più all’attuale presidente Dilma Rousseff, presidente del Consiglio di amministra­zione di Petrobras negli anni dello scandalo. La polizia ha cercato documenti in tre Stati, compreso San Paolo, dove vive l’ex presidente, ma non ha indicato i nomi delle persone coinvolte né se Lula sarà chiamato a testimonia­re. Secondo la stampa brasiliana è stata perquisita l’abitazione del figlio, Fabio Luiz Lula da Silva, noto anche come Lulinha.

Lanciata nel 2014, l’inchiesta su Petrobras ha svelato un vasto sistema di false fatturazio­ni messo in piedi dal colosso petrolifer­o pubblico e 16 aziende, sistema che assicurava commission­i tra l’1 e il 3% su ogni contratto, di cui una parte veniva poi versata a uomini politici della coalizione al governo.

«Ci sono elementi di prova che l’ex presidente Lula abbia ricevuto denaro provenient­e dallo schema interno a Petrobras» affermano gli inquirenti in una nota distribuit­a alla stampa a seguito dell’operazione condotta stamane dalle forze dell’ordine nella casa dell’ex capo di Stato.

«Può essere l’inizio della fine». Così Antonio Imbassahy, capogruppo del Psdb, principale partito di opposizion­e brasiliano, ha commentato a caldo la nuova fase dell’inchiesta Lava Jato che ha coinvolto l’ex presidente. «Credo che la polizia federale non sarebbe entrata nella casa di Lula se non avesse avuto materiale sufficient­e per condurre l’operazione», ha aggiunto.

Non è ancora una presa di posizione governativ­a sulla vicenda: intanto però il leader della formazione di maggioranz­a del Partito dei lavoratori, Rui Falcao, ha esortato i militanti a «mobilitars­i» di fronte a quello che ha definito un «momento grave, nel quale si stanno montando un’operazione politica e uno spettacolo mediatico intorno a Lula e alla sua famiglia». Lo stesso Lula, in una conferenza stampa dopo l’interrogat­orio, si è detto indignato dello «spettacolo» allestito, specifican­do di non essersi «mai rifiutato di deporre». «Non devo niente a nessuno - ha aggiunto - e non temo» la giustizia.

Mercati positivi

I mercati hanno reagito in maniera molto positiva all’allargamen­to dell’inchiesta sul giro di tangenti, con il coinvolgim­ento di Lula: dopo l’impennata del real al massimo da sei mesi, (il dollaro è sceso a quota 3,68) le azioni della compagnia petrolifer­a statale verdeoro hanno guadagnato il 14,6% sul prelistino.

Dilma Rousseff ha convocato una riunione di emergenza con i membri dell’Esecutivo per esaminare gli sviluppi dello scandalo Petrobras: presenti i responsabi­li dell’Ufficio della Presidenza, Jaques Wagner, e della Segretaria Generale, Ricardo Berzoini, il ministro dell’Informazio­ne, Edinho Silva, l’avvocato generale della Federazion­e, José Eduardo Cardozo, tutti appartenen­ti al Partito dei Lavoratori al potere, oltre all’indipenden­te Wellington Cesar Lima e Silva, appena insediatos­i alla Giustizia.

CORRUZIONE E POLITICA Per gli inquirenti vi sarebbe una tangente da 2 miliardi di $ destinata anche al Partito dei lavoratori di Lula. La replica: «Attacco politico»

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«Non ho nulla da temere». Lula da Silva saluta i sostenitor­i dalla sede del Partito. Si è detto «indignato per lo show allestito per i media»

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