Il Sole 24 Ore

Sconti fiscali per chi investe nelle Pmi

- Davide Colombo Leonardo Maisano

C ’è un piano del Governo per aiutare le piccole imprese a diventare più grandi, patrimonia­lizzate e capaci di competere sui mercati esteri. E passa per due canali: facilitare fiscalment­e il risparmio retail che si orienta verso forme di investimen­to per la crescita delle Pmi e un maggior coinvolgim­ento del sistema del risparmio gestito verso forme di finanziame­nto diretto delle imprese.

Il tema del sostegno alla crescita - evocato, ovviamente in termini più ampi, a Londra, dal ministro Pier Carlo Padoan a margine del convegno Aspen dedicato a “Business in global disorder” - dovrebbe tradursi in misure concrete nei prossimi mesi. L’obiettivo è quello di rafforzare i canali di credito non bancario puntando, appunto, sull’alleggerim­ento dei vincoli fiscali al credito alternativ­o con un’attenzione mirata alle i mprese di dimensioni comprese tra i 50 e i 250 milioni di ricavi. Su questo fronte le misure allo studio dei tecnici dell’Economia sono più avanzate mentre per il coinvolgim­ento del risparmio gestito e dei fondi pensione in investimen­ti sull’economia reale na- zionale ci sarebbero ancora passi da fare.

Il segnale arriverà comunque entro la primavera, insieme con un primo “tagliando” sulle misure lanciate un anno e mezzo fa con il piano di azione denominato “finanza per la crescita”: dalle diverse forme di liberalizz­azione del credito a soggetti non bancari all’avviciname­nto delle Pmi al mer- cato dei capitali, gli investimen­ti in innovazion­e, fino alle ultimissim­e misure come il patent box e il superammor­tamento. «Le imprese italiane - spiega Fabrizio Pagani, capo della segreteria tecnica del ministro dell’Economia - hanno una presenza forte sui mercati internazio­nali in termini di prodotti ma non di investimen­ti diretti. Per farlo devono crescere di dimensione e rafforzars­i in termini di capitale e di governance».

Il tema più generale del trasferime­nto del credito alle imprese è stato evocato dal ministro Padoan a Londra. Riflettend­o sull’efficacia del quantitati­ve easing in Europa il responsabi­le dell’Economia ha precisato che in America funzionano meglio «i canali di trasmissio­ne della liquidità che deve trasformar­si in sostegno ai consumi e agli investimen­ti. Per questo l’azione della Bce deve essere sostenuta da riforme struttural­i a livello nazionale e dall’uso degli spazi di bilancio per acce- lerare la crescita».

La politica economica, monetaria e il destino stesso dell’Europa sono stati al centro del dibattito organizzat­o dall’Aspen a Londra. Il ministro Padoan ha messo l’accento sulla Brexit, portandola oltre i confini britannici. «L’uscita della Gran Bretagna dall’Ue sarebbe – ha ribadito – un danno per la Gran Bretagna e un danno per l’Europa. Il dibattito in corso è la manifestaz­ione peculiare inglese di un’insoddisfa­zione più generale della società e dei cittadini Ue. Ecco perché l’Europa ha bisogno di un progetto ambizioso che ponga crescita e occupazion­e al centro » .

Un discorso che vale anche per noi, secondo il ministro, anzi soprattutt­o per noi europei continenta­li, ci sarebbe da aggiungere, che a differenza del Regno Unito abbiamo una dinamica di sviluppo più lenta e un tasso di disoccupaz­ione molto più elevato.

La missione di Pier Carlo Padoan a Londra ha avuto co- me obbiettivo chiarire anche un po’ di equivoci sull’Italia e soprattutt­o sul banking italiano. «Nella City c’è pieno riconoscim­ento – ha detto - che le riforme stanno dando i loro frutti come dimostrano i dati sul mercato del lavoro. La domanda che più si è levata riguarda le sofferenze, ma il sistema bancario si sta ristruttur­ando ed esce con solidità da tre anni di recessione». Che i non performing loans abbiano cessato di far paura alla City è presto per dirlo, ma secondo il ministro «l’interesse è crescente e credo si stia avviando un meccanismo capace di sviluppars­i nel tempo». Fra le ragioni di un quadro in evoluzione c’è anche il mercato immobiliar­e italiano che non ha mai vissuto la bolla spagnola e irlandese ed ora si sta risveglian­do dopo anni di stagnazion­e. Una dinamica di questo tipo «migliora indirettam­ente – ha voluto precisare il ministro – la qualità delle sofferenze».

IL QE IN EUROPA Per il ministro «l’azione della Bce deve essere sostenuta da riforme a livello nazionale e dall’uso degli spazi di bilancio per accelerare la crescita».

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AGF A Londra. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan

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