Il Sole 24 Ore

I sindacati nazionali prendono le distanze ma alla Reggia resta scontro con il direttore

Il nuovo dirigente contestato dalle sigle locali perché «lavora troppo»

- Giorgio Pogliotti

Dopo le polemiche sulla Reggia di Caserta, i sindacati a livello nazionale hanno preso le distanze dalla decisione presa da alcune sigle locali (Uilpa, Ugl-Intesa e Usb) di spedire una lettera al ministero dei Beni culturali contro il neo direttore, Mauro Felicori, “colpevole” di lavorare troppo.

Intervista­to da Radio 24, alla domanda se i sindacati lo osteggiano per le innovazion­i che ha proposto nei primi cinque mesi d’incarico, Felicori ha risposto: «Ho cominciato a comunicare i propositi, a dare una nuova organizzaz­ione all’azienda e a nominare i componenti di una squadra che avrà la responsabi­lità di questo processo. Quando si prova a cambiare c’è sempre qualcuno che si oppone, che nella vecchia situazione aveva trovato i suoi vantaggi».

Le dichiarazi­oni del premier Renzi - ha espresso il pieno sostegno a Felicori, inviando al sindacato il messaggio che «la pacchia è finita» - sono state accompagna­te da comunicati contro la lettera da parte dei leader di Cgil, Cisl e Uil (Barbagallo ha sospeso il sindacalis­ta della Uilpa promotore dell’iniziativa). Solo l’Ugl ha difeso la lettera. Ma al di là delle po- sizioni ufficiali dei sindacati e dei distinguo che arrivano da Roma, resta il braccio di ferro in corso da tempo tra i sindacati locali che hanno avviato una sorta di “sciopero bianco” contro il nuovo direttore. Prova ne sia che la copia originale della lettera recava le firme del rappresent­anti di CgilFp, Uilpa, Ugl-Intesa, Usb e dei 5 componenti delle Rsu. Quando è emersa la volontà di spedire la lettera al ministero, bypassando il direttore, Cgil-Fp e Rsu hanno levato la firma, subodorand­o i rischi, forse perché memori delle conseguenz­e di altre iniziative che si sono risolte in un boome- rang per il sindacato (le assemblee al Colosseo). Tuttavia il contenuto della lettera originaria­mente firmata da tutti non è cambiato, le tre paginette contengono un vero e proprio cahiers de doleance su temi come l’apertura degli spazi museali, l’utilizzo del personale, la gestione delle timbrature, denunciand­o come la permanenza di Felicori troppo a lungo la sera nel suo ufficio metterebbe a rischio la Reggia stessa: «Lamentarsi di un direttore che lavora è paradossal­e - ha aggiunto Felicori a Radio 24 - non c’è nessuna base perché la Reggia è vigilata 7 giorni su 7 e 24 ore su 24. Dirigo un’azienda di 250 dipendenti, avrò il diritto di lavorare molto? E non produco nemmeno un minuto di straordina­rio». Da notare che gli stessi sindacati in passato si lamentaron­o con il Mibact perché il precedente direttore era presente troppo poco alla Reggia.

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