Una «torta» da 55 miliardi
In ripresa i consumi di beni durevoli legati a mobilità e casa: nel 2015 la spesa delle famiglie italiane si è avvicinata ai 55 miliardi, il 6,4% in più sul 2014, anno con un primo timido incremento. A guidare la dinamica positiva le auto, ma anche gli elettrodomestici, grazie a bonus e sostituzioni.
pDifficile resistere alle “sirene” della rata quando si tratta dell’auto, visto l’impegno economico richiesto e tanto più che le formule di finanziamento si sono moltiplicate così come le promozioni delle case. E per cambiare la “macchina” nel 2015 le famiglie hanno speso circa 15,6 miliardi, il 18% in più rispetto al 2014. Se si considera che circa sei auto su dieci sono comprate a rate, il ricorso ai prestiti finalizzati ha contribuito per una decina di miliardi.
Auto e casa
È questa una delle prime indicazioni che si ricavano scorrendo i dati dell’Osservatorio sui consumi 2015 che Findomestic realizza con Prometeia. Il rapporto analizza la spesa degli italiani (a livello nazionale e territoriale) in beni durevoli potenzialmente oggetto di finanziamento. Beni sinteticamente articolabili in due grandi filoni: i veicoli (auto nuove, usate, moto e camper) e la casa (mobili, elettrodomestici grandi e piccoli, elettronica di consumo, information technology). Ebbene, per questi segmenti le famiglie italiane nel 2015 hanno speso (in parte ricorrendo al credito al consumo e in parte pagando in contanti) 54,6 miliardi di euro, il 6,4% in più rispetto al 2014.
«Un risultato importante – commenta Claudio Bardazzi, responsabile dell’Osservatorio - che conferma la ripresa di cui nel 2014, quando si era registrato un +2,5%, si erano avuti i primi accenni».
Sul territorio
Certo, quest’inizio di svolta (almeno per quanto riguarda gli acquisti nei settori citati sopra, che incidono per il 5,5% sul totale dei consumi interni, 1.005 miliardi nel 2015) si è manifestato con intensità differente sul territorio (si veda l’infografica). Si va da incrementi superiori al 10% in province come Terni, Belluno o Potenza (quindi senza la classica distinzione NordSud) a variazioni molto più limitate, prevalentemente concentrate nelle realtà del Mezzogiorno (Sassari, Nuoro, Crotone o Reggio Calabria, dove il valore degli acquisti è aumentato solo del 2-3%). Scontato invece il fatto che la spesa più alta abbia riguardato le province più forti economicamente o più popolate, come Milano e Roma, dove rispettivamente si sono spesi 4,8 e 4 miliardi. Se poi si aggiungono altre dieci “grandi” (Torino, Napoli, Brescia, Bologna, Bergamo, Firenze. Verrona, Padova, Varese e Bari) si raggiunge già il 40% della spesa totale (21,8 miliardi).
I settori
La ripresa dei beni durevoli nel 2015 è guidata dal comparto mobilità, in particolare dall’auto, che - dopo aver invertito la rotta nel 2014, concentrandosi sulle flotte aziendali - nel 2015 ha coinvolto le famiglie, convinte all’acquisto dopo anni di scelte rimandate a causa della crisi, da una serie di piccoli incentivi, dal miglioramento del clima di fiducia e del potere d’acquisto legato alla bassa inflazione.
«Meno evidenti - continua Bardazzi - i progressi dell’usato, che peraltro meno aveva sofferto durante la congiuntura negativa e sul quale nell’ultimo trimestre ha pesato la vicenda Volkswagen. Anche la spesa per le moto ha registrato quasi il 10% in più, sebbene con i 195mila pezzi venduti il mercato sia ben lontano dai picchi del 2007, quando si era intorno a quota 600mila. Una dinamica ispirata anche dalle “mode”: dovendo scegliere, con un tablet si fa più social networking che con un cinquantino». Più contrastata la dinamica nel filone casa. I mobili hanno messo a segno un risicato +1%, nonostante gli incentivi fiscali legati alla ristrutturazione; gli elettrodomestici un incremento del 4%, anche perché beni che necessitano di sostituzione e oggetto di politiche promozionali; negativa l’elettronica di consumo, costituita per la quasi totalità da televisori, oggi sempre più spesso “rimpiazzati” da altri dispositivi digitali e da molte famiglie già cambiati ai tempi dello switch off; sempre in salute, invece, il mercato della telefonia (+16%), meno costoso di altri beni e comunque in grado di far leva sul continuo ampliamento di funzioni e applicazioni.
Prospettive
E per l’anno appena iniziato? «Il sentiment sullo scenario economico generale - conclude Bardazzi - secondo il nostro Osservatorio è migliorato rispetto al periodo della crisi, salvo qualche passo indietro a inizio anno sulla scia delle preoccupazioni sul risparmio. Quanto alle intenzioni di acquisto di beni durevoli, si prevedono ancora positive per le auto nuove e usate, per l’immobiliare e i mobili, anche grazie alla prosecuzione e all’ampliamento dei bonus fiscali. La crescita della spesa per durevoli sarà però meno intensa rispetto al 2015 e potrebbe attestarsi sul 4 per cento».