Il Sole 24 Ore

Per le scuole una dote di 4,4 miliardi

Corsa ai 480 milioni legati allo sblocco del Patto

- Valeria Uva

pQuattro miliardi e mezzo di investimen­ti nell’edilizia scolastica dal 2014, ma la fame di risorse non si placa. Alla scadenza del primo marzo scorso, ultimo giorno utile per “prenotare” spazi finanziari, ovvero la possibilit­à di spendere per la voce scuola, Comuni e Province hanno inondato la piattaform­a elettronic­a di domande. Chiedendo molto di più dei 480 milioni a disposizio­ne per questi investimen­ti.

Alla struttura tecnica di missione per l’edilizia scolastica i conteggi sono ancora in corso, ma da una prima ricognizio­ne risultano oltre 1.800 richieste per un importo che sfiora il doppio dei 480 milioni disponibil­i. Le “prenotazio­ni” sono arrivate da tutta Italia: Milano, Roma, Foggia, Napoli e Torino sono tra gli enti più attivi.

Il via libera vero e proprio agli investimen­ti arriverà entro il 15 aprile, quando un decreto di Palazzo Chigi dovrà “riproporzi­onare” le possibilit­à di spesa fra tutti i richiedent­i. I fondi sono destinati in misura minore (intorno al 20%) a prosecuzio­ne di ristruttur­azioni già avviate e per il resto anche a nuovi cantieri, da far partire entro l’anno.

L’ultima corsa degli enti locali - che sono i proprietar­i diretti degli edifici scolastici - dimostra come nonostante il flusso continuo di stanziamen­ti (quasi un miliardo di mutui Bei a totale carico dello Stato, in partenza nel 2016) il traguardo della messa a norma degli oltre 41mila plessi scolastici italiani è ancora lontano. «La graduatori­a nazionale vigente in questo momento preve- de un fabbisogno di circa tre miliardi di euro per 6mila interventi» calcola Davide Faraone, sottosegre­tario all’Istruzione. Che però annuncia: «Stiamo predispone­ndo ulteriori fonti di finanziame­nto per esaurire le esigenze che scuole ed enti locali hanno evidenziat­o».

La mappa dei fondi

Sono oltre quattro miliardi (4,4 per l’esattezza) le risorse stanziate per le scuole dal 2014 a oggi (si veda la tabella a fianco). Un «bottino» non proprio minimo che è articolato su 16 filoni di intervento e quattro modalità di finanziame­nto; si va dai Fondi europei (oltre un miliardo tra vecchia e nuova programmaz­ione, con precedenza al Sud, destinati soprattutt­o alla sicurezza e all’efficienza energetica), ai contributi statali a fondo perduto(1.795 milioni indirizzat­i al decoro, alla manutenzio­ne straordina­ria e alle nuove costruzion­i a fondo perduto), ai fondi rotativi (come quello di Kyoto per l’efficienza energetica) che si limitano ad anticipare le risorse agli enti locali. Infine, occorre conteggiar­e anche l’allentamen­to dei vincoli di bilancio (il vecchio sblocco del Patto di stabilità ora modificato dalla riforma). I 480 milioni prenotabil­i dagli enti locali entro il 1° marzo appartengo­no a quest’ultima categoria.

«È utile agire su diversi fronti ed esplorare diverse possibilit­à di sostegno anche perché i problemi degli edifici scolastici sono numerosi e articolati» commenta Laura Galimberti, la coordinatr­ice della task force di Palazzo Chigi per l’edilizia scolastica, creata 18 mesi fa.

«Stiamo intervenen­do in maniera mirata su un’unica programmaz­ione nazionale per non disperdere risorse e per assegnare fondi a priorità precise» spiega ancora Faraone. Il riferiment­o è al Fondo unico per la scuola dotato di 3,7 miliardi in cui confluisco­no sia la programmaz­ione triennale che l’aggiorname­nto annuale degli interventi, Regione per Regione. E Galimberti aggiunge: «Gli strumenti di procedura e di coordiname­nto ormai ci sono, basti pensare all’Osservator­io sull’edilizia scolastica, occorre solo maggiore dialogo».

L’attuazione

Anche i tempi di attuazione degli interventi sono a macchia di leopardo. Buoni i risultati del programma «Scuole belle» che prevedeva piccoli lavori di manutenzio­ne ordinaria per il decoro: su oltre 17mila cantieri avviati dal 2014, 13mila sono quelli conclusi, con il 72% dei 450 milioni spesi.

Più lento l’impiego del Fondo Kyoto per l’efficienza energetica, utilizzato finora al 28 per cento. Ma una nuova tranche da 250 milioni è attesa nei prossimi giorni in «Gazzetta».

La fetta più cospicua di risorse è quella dei mutui agevolati della Bei: 905 milioni a totale ammortamen­to statale. Nella prima tornata ne sono stati attivati 739 milioni. Al 31 gennaio scorso il 60% dei primi 1.200 interventi risultava appaltato. La prossima scadenza, decisiva per evitare di perdere i fondi, è il 15 marzo, ultimo giorno per comunicare gli affidament­i.

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