Il Sole 24 Ore

Sulla mobilità l’incognita degli elenchi

- S.Poz.

Il taglio alle società controllat­e dalla Pa previsto dalla riforma mette in campo un sistema di gestione degli esuberi plasmato su quello introdotto due anni fa per l’alleggerim­ento delle Province. Le “eccedenze” saranno inserite in elenchi, gestiti dalla Funzione pubblica e articolati per profession­alità, dai quali le altre controllat­e dovranno pescare per le loro assunzioni, tranne quando la ricerca riguarda profili assenti fra gli esuberi.

Il primo punto da definire per capire i problemi legati al nuovo meccanismo è quello del calendario dell’attuazione. Per prima cosa, com’è ovvio, occorrerà attendere la pubblicazi­one in Gazzetta Ufficiale del decreto, che negli obiettivi del Governo dovrebbe arrivare entro maggio anche se molto dipende dai tempi che si prenderà il Consiglio di Stato per formulare il suo parere. Dalla pubblicazi­one decorrono i sei mesi entro i quali le società dovranno effettuare la ricognizio­ne del personale per verificare, anche in relazione al piano straordina­rio di razionaliz­zazione, le loro eventuali eccedenze. Si arriva così a fine 2016. Le eccedenze di ogni azienda dovranno essere inviate alla Funzione Pubblica, seguendo i criteri di classifica­zione dei profili e le modalità che verranno previsti in un decreto emanato dal ministro per la Semplifica­zione, di concerto con l’Economia.

Anche ammettendo che il de- creto in questione sia emanato in tempo utile, è prevedibil­e che la Funzione Pubblica impiegherà qualche mese a formare e a rendere pubblici gli elenchi del personale in disponibil­ità. Da qui, fino al 31 dicembre 2018, dovranno attingere le società che hanno bisogno di personale a tempo indetermin­ato.

È chiaro che il meccanismo, già complicato nel caso delle Province e delle Città (110 enti pubblici, e un unico contratto nazionale), sarà ancora più complesso nel caso delle società controllat­e, che sono migliaia e hanno diversi contratti nazionali, decentrati e individual­i.

Non è chiaro, ancora, quale possa essere il destino del personale in eccedenza nell’attesa di una futura assunzione. La norma tace sull’argomento, che però è cruciale. È chiaro infatti che gli amministra­tori e il management della società, una volta riscontrat­a un’ecceden- za, avranno il dovere e la responsabi­lità di mettere in mobilità il personale, e non potranno certo attendere i tempi di formazione delle liste e una solo eventuale assunzione altrove degli addetti in esubero.

È probabile, poi, che per evitare il problema molte società avvieranno una corsa ad anticipare le assunzioni nel periodo precedente alla formazione delle liste, con un fiorire di concorsi nel 2016 e un sostanzial­e blocco dei contratti a tempo indetermin­ato nel periodo immediatam­ente successivo. Resta, peraltro, la possibilit­à di assumere a tempo determinat­o addetti che non rientrano nella procedura, bypassando quindi il nuovo regime ma ottenendo l’effetto di penalizzar­e quei lavoratori “precari” i cui contratti non siano più rinnovabil­i.

LA QUESTIONE DEI TEMPI Una volta dichiarata l’eccedenza la società non potrà certo aspettare la costruzion­e degli elenchi per avviare la procedura

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