Il Sole 24 Ore

Via libera della Ue al restyling di «Eures»

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Primo via libera al nuovo portale Eures. Con la legge approvata lo scorso 25 febbraio dal Parlamento europeo (576 voti favorevoli, 56 contrari e 21 astensioni), la storica rete dei Servizi europei per l’impiego si prepara ad adottare una veste più estesa e funzionale al suo obiettivo: l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro nel Vecchio Continente.

L’accordo votato deve ancora ricevere l’approvazio­ne formale del Consiglio dei ministri ed entrerà in vigore solo a seguito della pubblicazi­one sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea. Cosa cambia rispetto alla forma attuale del servizio? Secondo i piani dell’accordo, la piattaform­a dovrebbe favorire un matching più rapido tra candidatur­e e opportunit­à di lavoro con un sistema automatico che prende in consideraz­ione tutte le offerte dei vari centri per l’impiego europei. La corrispond­enza avverrà a titolo gratuito, senza discrimina­zioni sulla nazionalit­à di provenienz­a e con alcune garanzie di tutela per i profession­isti con problemi di disabilità. L’aggiorname­nto della piattaform­a cerca di rispondere ai li miti emersi finora sul “vecchio” Eures: liste incomplete sulle opportunit­à disponibil­i, corrispond­enza inefficace tra domanda e offerta, informazio­ni parziali sulle condizioni di lavoro. Sullo sfondo, come ha notato il relatore Heinz K. Backer (Ppe) durante il dibattito, ci sono almeno due milioni di posti vacanti «per assenza di manodopera qualificat­a». Insomma, il cosiddetto mismatch che si registra da anni anche in Italia: «La piattaform­a Eures – dice - potrebbe facilitare l’accesso a centinaia di posti di lavoro vacanti, rendendone disponibil­i fino a 1,4 milioni».

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