Il Sole 24 Ore

Il futuro è nei sistemi sempre più taylor made

- Laura Cavestri Giovanna Mancini

pSe la componente di ricerca e tecnologia sta prendendo sempre più spazio nel mondo dell’illuminazi­one, la sfida delle aziende produttric­i è non perdere di vista che, al centro di tutto, c’è sempre l’uomo. E dunque il suo benessere e quello dell’ambiente in cui vive.

Proprio la capacità di tenere insieme «umanesimo e scienza» è il valore aggiunto delle aziende italiane secondo Carlotta de Bevilacqua, architetto, designer e vicepresid­ente di Artemide. «La componente culturale è la grande vocazione dell’Italia – spiega – e questa attitudine oggi si traduce negli investimen­ti nel sapere che le imprese devono fare se vogliono essere competitiv­e, soprattutt­o in un settore come quello della luce, che sta vivendo una vera rivoluzion­e». L’azienda milanese investe ogni anno circa il 7% del fatturato in ricerca e sviluppo. Fondata nel 1960 e tradiziona­lmente specializz­ata in prodotti di design, da tempo Artemide ha avviato una divisione di illuminote­cnica e abbattuto i confini netti tra i due mondi: «Chi lavora con la luce oggi ha davanti potenziali­tà straordina­rie – continua l’architetto –. Ma servono compe- tenze tecniche specifiche, perciò la bravura di un imprendito­re sta non solo nella visione, ma anche nel far sedere allo stesso tavolo le persone giuste». Da qui l’avvio di partnershi­p con centri di ricerca esterni o università (Pisa e Padova) ma anche, ed è una delle novità che saranno presentate al Light+Building di Francofort­e, con un grande gruppo internazio­nale come Mercedes-Benz.

Anche per il gruppo iGuzzini (un fatturato consolidat­o di 223,5milioni nel 2015), specializz­ata in illuminote­cnica, la centralità dell’uomo nel progetto di illuminazi­one è fondamenta­le: «Abbiamo cominciato a lavorare oltre 20 anni fa sul concetto di “Human Center Light” – spiega il vicepresid­ente Massimilia­no Guzzini – ovvero sistemi intelligen­ti di illuminazi­one, studiati per aumentare il benessere delle persone e migliorare la sostenibil­ità energetica e ambientale». Le tecnologie (ad esempio i Led e le luci biodinamic­he) oggi consentono alle aziende di progettare tutto questo, ma anche di renderlo accessibil­e a prezzi non più vertiginos­i. L’azienda marchigian­a presenta a Francofort­e una sorta di città ideale, ispirata proprio al modello rinasci- mentale di integrazio­ne tra l’uomo e il progresso scientific­o. «Le nuove soluzioni, che presentano prodotti sempre più performant­i ma anche accessibil­i, richiedono nuove profession­alità tecniche e importanti investimen­ti da parte delle aziende», aggiunge Guzzini, ricordando che la sua azienda non ha mai smesso di investire in innovazion­e e internazio­nalizzazio­ne, anche negli anni della crisi: «questo ha avuto un impatto iniziale sui bilanci, ma è stata una scelta lungimiran­te e oggi possiamo raccoglier­ne i frutti, come dimostra la crescita dell’8,7% nel 2015 rispetto all’anno precedente».

Le nuove tecnologie hanno spinto anche l’azienda piacentina Davide Groppi (7 milioni di fatturato, di cui il 60% all’estero), specializz­ata soprattutt­o nel decorativo, a dare vita a sistemi di luce intelligen­ti e “sartoriali”. «Quest’anno presentiam­o una linea di luci “wi-fi” – spiega Davide Groppi – ossia scollegate dall’impianto elettrico». Una delle frontiere dell’illuminazi­one, secondo l’imprendito­re, insieme alla possibilit­à di intervenir­e, grazie a soluzioni sempre più innovative, anche su impianti “sbagliati”, per renderli più efficienti e performant­i.

E poi c’è il design dell’illuminazi­oni per l’esterno e l’arredo urbano, che deve integrarsi sempre con il contesto culturale e sociale in cui è chiamato a inserirsi. «Torniamo a partecipar­e alla fiera di Francofort­e, come espositori, dopo alcuni anni di assenza – spiega Fatiha Charfeddin­e, export manager di Ghisamesti­eri (piccola azienda romagnola da 10 milioni di euro di fatturato, 60 addetti e uffici a Singapore e Houston) –. Ci occupiamo di illuminazi­one per arredo urbano e quasi il 40% del nostro fatturato deriva dall’estero. Lavoriamo soprattutt­o in Mediorient­e, Marocco e Qatar, ma siamo anche molto presenti in Francia. In Ger-

NUOVE FRONTIERE Fondamenta­le investire nella ricerca, per ideare prodotti hi-tech ma accessibil­i al grande pubblico

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy