Il Sole 24 Ore

«Progettist­i essenziali per capire i prodotti»

- Gi.M.

pIn un mercato globale sempre più competitiv­o, dove il made in Italy gioca la sua sfida sulla qualità, e non certo sul prezzo, diventa fondamenta­le il ruolo di figure intermedie, tra i comittenti e le aziende produttric­i, capaci non solo di capire e utilizzare tutte le potenziali­tà delle nuove tecnologie legate alla luce, ma anche di farle comprender­e ai clienti. Architetti, progettist­i e light designer giocano un ruolo cruciale ma spesso ancora sottovalut­ato, almeno in Italia.

«Lavoriamo ancora in una nicchia del mercato dove si è compreso che la qualità di uno spazio è data anche dalla qualità della sua illuminazi­one», ammette Marinella Patetta, architetto dello studio Metis Lighting di Milano, specializz­ato in lighting design, che annovera progetti internazio­nali, dal retail all’hospitalit­y, dai musei agli aeroporti, alle residenze private.

Saper usare al meglio le luci oggi non è un mestiere che si improvvisa...

Molti hanno pensato che i Led o le tecnologie digitali fossero la soluzione a tutti i mali. Ma non è così: anche una sorgente efficiente, se usata nel modo o nella collocazio­ne sbagliati, perde efficienza e valore aggiunto. Serve una progettazi­one corretta dell’illuminazi­one di uno spazio e può farlo solo un profession­ista che abbia le conoscenze tecniche necessarie a comprender­e il funzioname­nto di tecnologie complesse, ma anche la sensibilit­à estetica per valorizzar­e il contenuto di design di un prodotto o di un sistema.

Quindi anche i produttori traggono vantaggio dal ricorso ai profession­isti?

Certo: i progettist­i possono valorizzar­e i prodotti di aziende che hanno investito in tecnologia e ricerca. Molto spesso il cliente non è in grado di comprender­e in pieno il valore di un prodotto e non è disposto a spendere di più per un apparecchi­o che gli sembra identico a un altro meno costoso.

Vale ancora la distinzion­e tra luci tecniche e decorative?

I confini ormai sono molto sfumati: le aziende riescono a creare apparecchi performant­i, ma sempre più piccoli ed eleganti, anche per il settore architettu­rale, e al tempo stesso i prodotti decorativi sono sempre più efficienti e funzionali. A fare la differenza è la qualità della luce, che deve essere bella, duratura ed efficiente.

Le aziende italiane si sono adeguate, sono competitiv­e?

Sì, c’è stato un cambio di passo: nei prodotti tecnici i tedeschi sono ancora molto forti, ma i prodotti italiani hanno un apporto di design che non ha competitor e le aziende della luce hanno saputo coniugare questo patrimonio con l’innovazion­e tecnologic­a.

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