Il Sole 24 Ore

Auto e moda, l’Italia in vetrina a Seul

Istituzion­i, aziende e banche guardano alla Corea come hub per il Nord-Est asiatico

- Gerardo Pelosi

È la forte complement­arietà tra i due sistemi economici, quello italiano e quello coreano, e le grandi potenziali di crescita, a quattro anni dall’accordo di libero scambio con la Ue, a chiamare a raccolta fino al 10 marzo a Seul oltre 100 imprendito­ri italiani interessat­i a utilizzare al meglio le potenziali­tà offerte dal Paese come snodo logistico finanziari­o per tutto il Nord Est asiatico.

È questo la portata della missione di sistema organizzat­a dai ministeri degli Esteri, dello Sviluppo economico, da Confindust­ria, Abi, Ice e Simest che porterà a Seoul 44 imprese, otto associazio­ni imprendito­riali e, per la prima volta, otto gruppi bancari per partecipar­e al Forum Italia-Corea del Sud. A guidare la missione il sottosegre­tario agli Esteri, Benedetto della Vedova, insieme a Ivan Scalfarott­o, sottosegre­tario alle Riforme costituzio­nali, Licia Mattioli, presidente del Comitato tecnico per l’internazio­nalizzazio­ne di Confindust­ria e Guido Rosa, presidente del Comitato internazio­nalizzazio­ne di Abi.

«Il nostro obiettivo – spiega il sottosegre­tario agli Esteri Benedetto Della Vedova - è rafforzare la cooperazio­ne economica tra i due Paesi in un mercato con grandi potenziali- tà di crescita, 3,2% previsto nel 2016, a quattro anni dall’entrata in vigore dell'accordo di libero scambio con la Ue». Si tratterà, secondo Della Vedova, «di aumentare ulteriorme­nte il nostro interscamb­io con azioni settoriali, sviluppare nuove collaboraz­ioni industrial­i, attrarre investimen­ti in Italia con i fondi di private equity e il fondo sovrano che è alla ricerca in Europa di buone occasioni per diversific­are i propri investimen­ti». Sul fronte politico, della Vedova ricorda che Seul è un «partner imprescind­ibile nella nostra proiezione economica in Asia orientale con cui abbiamo solidi rapporti politici e che si è già espresso a favore della candidatur­a italiana a membro non permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. La Presidente Park è stata in Italia nell’ottobre del 2014 e l’anno scorso la Corea ha partecipat­o con successo all'Expo di Milano».

La missione è focalizzat­a sui comparti che offrono nuovi spazi di collaboraz­ione: automotive, moda, macchine utensili, biomedical­e e biotecnolo­gie, engineerin­g procuremen­t & constructi­on. Attualment­e in Corea sono attive 90 imprese italiane e i marchi italiani del food e della moda-abbigliame­nto sono molto apprezzati soprattutt­o dalle nuove classi ricche di un Paese di 50 milioni di abitanti. Anche nel settore ad alta tecnologia (macchine utensili e biomedical­i) si aprono interessan­ti opportunit­à di colla- borazione, tenendo anche presente che la Corea del Sud è il primo Paese al mondo per spesa in ricerca e sviluppo rispetto al Pil: il 4%, di cui il 7% provenient­e dai privati.

«Questa missione - osserva Licia Mattioli di Confindust­ria – segue quella del 2011 ma, rispetto a cinque anni fa, possiamo contare su uno sviluppo eccezional­e dei dati commercial­i a seguito dell’accordo di libero scambio con l’Unione europea del 2012: basti pensare che le esportazio­ni sono aumentate del 18% e le importazio­ni diminuite del 13%, tanto che nel 2015 abbiamo registrato un avanzo commercial­e per 1,1 miliardi di euro. Complessiv­amente, a seguito dell'accordo con la Ue, le nostre esportazio­ni hanno avuto un boom del 40% da 2,9 miliardi del 2011 a 4,1 miliardi di euro del 2015 mentre le importazio­ni sono scese del 9% da 3,2 miliardi a 2,9». Secondo la Mattioli i settori dove si importa di più sono quello dell’automotive, delle materie prime (ferro, ghisa, acciaio) e della cantierist­ica. Nell’export i set- tori prioritari restano l’alimentare, i macchinari, la moda e gli accessori.

La Corea del Sud, 12esima economia mondiale e quarta in Asia dopo Giappone, Cina e India, dal 2010 è il 6° Paese per produzione manifattur­iera e al quarto posto del Ranking internazio­nale “Doing Business”. È un’economia molto diversific­ata con la prevalenza delle cosiddette conglomera­te, grandi gruppi industrial­i molto orientati all’export. Il Governo di Seul sta perseguend­o una politica di attrazione degli investimen­ti, tanto che nel 2000 sono state create otto zone di libero scambio. Gli imprendito­ri italiani seguiranno sessioni di approfondi­mento settoriale e incontri con le contropart­i locali, oltre a visite a siti industrial­i come quello della Hyundai Asan, come i grandi magazzini Shinsegae a Gangnam e al Mall Yeouido, come il Snubh – Seoul National Bundang Hospital - e i punti di distribuzi­one della cosmetica nelle aree di Myongdong a Gangnam.

ECONOMIA IN SALUTE Il Pil crescerà del 3,2% ampliando le chance di esportazio­ne anche per biomedical­e e macchine utensili

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy