Il Sole 24 Ore

Imesa sbarca in Iran con una joint venture

- E.N.

Un deciso passo verso un mercato quanto mai promettent­e. A farlo è la Imesa, pmi marchigian­a che progetta e produce quadri elettrici di media e bassa tensione, entrata con una quota del 49% nel capitale del Gruppo Faraniroo Engineerin­g, società iraniana che realizza sottostazi­oni di alta tensione, elementi chiave delle reti di distribuzi­one dell’ elettricit­à. Sullo sfondo i piani di rinnovamen­to delle infrastrut­ture su cui lo stato guidato dal presidente Hassan Rohani ha piani per investimen­ti miliardari: si parla di 200 miliardi nell’arco di un decennio. Inoltre l’Iran del dopo sanzioni sembra all’insegna di un boom economico. Almeno secondo le dichiarazi­oni del ministro dell’energia Hamid Chitchian che la scorsa settimana ha detto che il paese ha un piano di sviluppo che punta a una crescita annua dell’8 per cento.

«I primi contatti sono stati avviati lo scorso anno. Noi cercavamo una realtà in grado di produrre in loco e Faraniroo aveva bisogno di un partner tecnologic­o - racconta Giampiero Schiavoni, presidente e ad di Imesa -. È stata una scelta relativame­nte facile perché già prima dell’embargo avevamo collaborat­o con Faraniroo delle forniture “chiavi in mano” destinate al Medio Oriente». In questa fase l’attenzione è rivolta al mercato interno per l’ammodernam­ento di infrastrut­ture chiave, da quelle legate all’industria “oil & gas” alle acciaierie oltre alle reti elettriche. «Siamo già lavorando per partecipar­e a una grande gara per aggiudicar­ci dei lotti per la fornitura di sottostazi­oni elettriche» continua Schiavoni.

Durante gli anni dell’embargo sono stati utilizzate forniture made in China e Corea del Sud che progressiv­amente verranno sostituire anche con quelle made in Iran frutto della joint venture italo-iraniana. «L’accordo prevede un periodo di formazione in Italia per il personale iraniano, l’avvio della produzione che entro settembre dovrebbe andare a pieno regime» continua l’ad. Il mercato locale avrà la priorità mentre per una fase successiva si stanno mettendo a punto i piani per esportare verso la Turchia, l’Iraq, il Pakistan e le altre nazioni della regione.

Faraniroo ha un giro d’affari di circa 300 milioni di dollari che «per effetto della partnershi­p dovrebbero crescere di almeno una trentina di milioni nell’arco di un paio di anni» sottolinea Schiavoni. Per il prossimo futuro Imesa pensa a consolidar­e le posizioni in Iran potenziand­o la struttura e avviare la produzione di nuove linee. Si tratta delle sottostazi­oni elettriche mobili, apparati impiegati in condizioni geopolitic­he e climatiche difficili o dove scarseggia la manodopera. «Questo è forse l’unico mercato che nel breve periodo offre importanti chance di crescita per una Pmi come la nostra - dice Schiavoni -. In Italia invece non si vedono segnali di ripresa».

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